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ABOLIAMO IL NATALE

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

19
DIC
2014

Solo pochissimi anni fa una Commissione interparlamentare, composta da autorevoli esponenti politici di tutti i parlamenti europei, discutendo della bozza di Costituzione Europea si poneva, in fase preliminare, il problema di come inserire nel primo capitolo della stessa l’affermazione delle “radici Giudaico Cristiane” del Continente. Proprio così. La laicissima Europa e la più laica delle sue istituzioni sentiva prepotente la necessità di evidenziare e sottolineare quale fosse stato, e sia ancora, il collante spirituale di nazioni spesso così diverse tra loro e di Popoli che non si sono mai sentiti molto fratelli tra loro. Ebbene oggi, a distanza di pochissimi anni, nella cattolicissima Italia il vizio atavico di essere più realisti del Re ci ha portato a mettere in discussione il fondamento stesso della nostra identità di popolo e di nazione. Abbiamo iniziato a farneticare sulla necessità di togliere i Crocifissi dalle scuole e dagli edifici pubblici perché questo offenderebbe, e non se ne capisce il motivo, la sensibilità spirituale degli ospiti immigrati di diversa fede religiosa. Poi abbiamo proseguito annullando la gradevole tradizione di insegnare ai nostri figli nelle scuole le poesie e le canzoncine natalizie che sono state per la nostra generazione e per quelle precedenti, un felice momento di sublimazione del concetto stesso di Famiglia. Oggi si prosegue nel processo aberrante di revisionismo storico, impedendo la realizzazione dei Presepi nelle scuole pubbliche, sempre adducendo il delinquenziale motivo di non arrecare offesa a chi è di religione diversa dalla nostra. Come se il ricordo della nascita di un bambino possa essere messo sullo stesso piano della decapitazione di un uomo, in diretta televisiva, da parte di un sedicente soldato di Dio. Stando così le cose, mi chiedo quanto tempo passerà perché si comincino a coprire con drappi neri le facciate delle nostre chiese, basiliche e duomi, perché le immagini stesse dei santi e dei simboli della cristianità offendono la vista dei passanti di diversa fede religiosa. Ed il passo successivo potrebbe essere quello di non consentire più a sacerdoti, a monaci e a suore di circolare liberamente per le strade delle nostre città, relegandoli nella clausura delle loro sedi, perché i loro abiti sono simboli religiosi che possono offendere la sensibilità spirituale dei nostri ospiti extracomunitari di altra fede. Giunti a questo punto la mia provocatoria proposta è quella di abolire, per legge dello Stato, la festività natalizia e, con essa, i 15 giorni di vacanze che tutti sembrano apprezzare, italiani e ospiti extracomunitari, incuranti del fatto che si tratta di festività legate a un evento che, a quanto pare, potrebbero e dovrebbero offendere la sensibilità dei nostri amati ospiti immigrati di diversa fede religiosa. Allora, per tutti gli ipocriti cattivi maestri delle nostre scuole, niente più feste e tutti in classe a insegnare, se ancora ne sono capaci, e a educare i nostri ragazzi. Niente più luminarie e negozi che ingrassano con il blasfemo rito dei regali natalizi. E per tutti coloro i quali condividono la teoria dell’offesa alla sensibilità dei fedeli di altre religioni, niente vacanze natalizie da usare per andare a sciare o per raggiungere mete di vacanze esotiche. Tutti a lavorare per non offendere e per non sentirsi offesi. Perché vedete, che ci siano o no le vacanze natalizie e tutte le manifestazioni esteriori che il consumismo sfrenato ha imposto a un evento che è di pura spiritualità, il Natale è dentro ognuno di noi perché il Natale di Cristo, che si sia o no credenti, è l’evento più rivoluzionario e straordinario mai accaduto nella storia dell’Uomo dalla sua comparsa sulla terra quattro milioni e mezzo di anni fa (anno più anno meno).

Immagine: www.blimunda.net



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