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MISERIA (TANTA) E NOBILTA´ (POCA)

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

26
DIC
2014

Ho chiesto al Principe di prestarmi il titolo di uno dei suoi più celebri film, con due incisi personali, perché mi pare che rappresenti la sintesi perfetta dell’anno che andiamo a congedare (senza eccessivi rimpianti). Fine anno, come da tradizione, è il momento in cui la maggior parte di noi si concede un momento, più o meno lungo, di riflessione per guardarsi alle spalle e soppesare su una bilancia immaginaria i pro ed i contro della strada, personale e collettiva, fatta in 365 giorni. Esercizio piuttosto complesso quest’anno non tanto per ricordare i momenti di “nobiltà” , pochi e di modesta qualità, quanto piuttosto per districarsi nel dedalo delle “miserie”, tante e di forte impatto, nel quale siamo rimasti impantanati (tutti indistintamente tranne che per i soliti noti!).  Vi risparmio, per carità di patria, il bilancio del mio personalissimo 2014, anche perché assolutamente irrilevante, per soffermarmi sull’anno appena trascorso dagli italiani e da un pianeta che ormai sembra  averne abbastanza di questo strano animale chiamato Uomo. Intanto ricordo alcuni avvenimenti nazionali: il 14 febbraio le dimissioni di Enrico Letta dalla carica di Presidente del Consiglio pilotate dall’inquilino del Colle come accade ormai dal 2008, ultimo anno di  legittimazione popolare per un Premier italiano, e l’insediamento il 22 febbraio di Matteo Renzi. Sembra il preludio ad una “primavera italiana”, un nuovo possibile rinascimento, con un innamoramento generalizzato degli italiani, ed io tra questi, per questo ragazzone toscano che somiglia tanto a Mr. Been e che ha quel livello di strafottenza e di irriverenza istituzionale che tutto sommato piace. I dieci mesi a seguire ci raccontano di un Premier non solo arrogante ma anche maledettamente inadeguato, superficiale e pernicioso per ridare speranza ad un Paese in ginocchio e frustrato da una classe politica, oltre che modesta, corrotta e proterva.  Tra il 22 ed il 25 maggio si svolgono le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo che porterà alla formazione della nuova Commissione Europea. Abbiamo tutti ancora forte il ricordo dei propositi di cambiamento non tanto, e non solo, delle forze cosiddette euroscettiche quanto di tutti quei falsi europeisti “ convinti” (leggi PD e Forza Italia), sulla necessità di pilotare la Commissione verso una politica economica meno penalizzante per i popoli europei di quanto non fosse stata quella della Commissione Barroso, da tutti considerata tecnocratica ed al servizio dei poteri forti della finanza mondiale. Detto fatto, e ci siamo ritrovati ad avere come nuovo Presidente della Commissione UE il Signor Juncker, un patentato delinquente lussemburghese che per circa un decennio ha frodato le economie dei paesi europei creando un vero paradiso fiscale nel suo paese da operetta. L’1 luglio inizia una nuova disillusione quando Renzi, e l’Italia, assume il semestre di  turno della Presidenza del Consiglio dell’UE. Tante chiacchiere, tante promesse, tanto mostrare di muscoli da parte del nostro Renzino-Pierino, per ritrovarlo oggi alla fine del semestre accucciato ai piedi della Signora Merkel implorando un “grattino” consolatorio sulla pancia. E intanto il Paese reale, l’unico che conti, ha dovuto fare i conti, sempre più salati, con un dissesto idrogeologico del territorio che porta morti, distruzioni e danni incalcolabili per le economie delle zone disastrate. La stagnazione, la recessione, l’impoverimento complessivo costante ed implacabile di larghi strati della popolazione hanno reso ancora più fosche le tinte di questo quadro degno della migliore tradizione pittorica fiamminga. E nel resto del mondo? Le cose non vanno molto meglio se pensiamo che l’Europa nella sua follia autodistruttrice ha riscoperto l’avversione preconcetta nei confronti dell’Orso Russo, ricostruendo un muro, questa volta economico, e ridando fiato ad una guerra fredda che sembrava morta e sepolta per sempre. Gli integralismi e l’intolleranza diventano sempre più luciferini riportando indietro nei secoli l’orologio della storia. In questi giorni poi molti di noi, che hanno vissuto gli anni 60 e 70, piangono la scomparsa di un sorriso e di una statura morale che avevano gli occhi di Virna Lisi. Mi chiedo e vi chiedo: cosa avremo da festeggiare il 31 prossimo? Comunque in bocca al lupo!



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