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Categoria: EDITORIALI
La Pasqua di Resurrezione dell’AD 2015, appena celebrata, verrà ricordata per la concomitante strage di Cristiani, per lo più giovani, perpetrata dal gruppo terroristico islamico di Al Shabab nel campus universitario della città di Garissa in Kenya e che ha provocato 148 vittime. Una parte rilevante della migliore gioventù keniota ed africana è stata massacrata perché di fede cristiana! È raccapricciante raccontare nel XXI secolo che alcuni “uomini” nel nome di Dio possono trucidare altri uomini perché credono nello stesso Dio ma che ha un nome diverso. Perché questa recrudescenza delle guerre di religione che pensavamo fossero ormai relegate all’immaginario epico e tragico di un tempo lontanissimo da noi? La prima considerazione mi porta a guardare al crollo delle ideologie politiche, cancellate con la fine del secolo appena concluso. La natura stessa della specie umana è violenta, competitiva, prevaricatrice e si autoalimenta dello scontro che scaturisce dalla diversità. Ti odio perché sei di un’altra razza, perché il colore della tua pelle è diverso dal mio, perché il tuo campanile non è il mio, perché i colori della tua squadra del cuore sono diversi da quelli della mia, perché i lombi che ti hanno generato sono ricchi e quelli che mi hanno generato no, perché le tue idee politiche differiscono dalle mie, perché il tuo Dio ha un nome diverso dal mio. Con il crollo delle grandi ideologie che hanno dominato il XX secolo, e lacerato il corpo e le coscienze di generazioni di uomini e donne, era inevitabile che lo scontro delle diversità tornasse a concentrarsi sul fattore “F”. La Fede spesso procede su una strada di confine la cui linea di demarcazione tra “santità” e “fanatismo” si confonde e ci confonde. Una seconda considerazione mi porta a ragionare su un altro dato di fatto. Perché le efferatezze della nuova guerra di religione in atto sono a senso unico e perché a dichiararla e ad attuarla è l’islamismo così detto integralista contro il cristianesimo ed i cristiani? Vorrei essere corretto se sbaglio, ma non mi pare che in questi anni drammatici ci sia mai stato un solo atto di violenza da parte dei cristiani nei confronti di uomini o donne di fede musulmana. E su questo punto, a mio avviso, non possono esserci diversità di interpretazioni. Delle tre grandi religioni monoteiste la sola “pacifista” ed “universalista” è quella cristiana (e voglio sottolineare cristiana e non cattolica, per quanto erroneamente possano essere considerate sinonimi!). L’ebraismo vive di “esclusivismo”: il Dio degli Ebrei, non di altri, il Dio di Abramo e di Isacco. Ed è un Dio che nulla concede alla benevolenza perché è il Dio dell’occhio per occhio, dente per dente. L’islam non circoscrive il suo ambito ad un “popolo eletto”, come per l’ebraismo, ma comunque tutti coloro che non abbracciano questa religione sono dichiarati “infedeli” e devono essere combattuti e sottomessi alla legge della Shari’a o, se questo non fosse possibile, annientati. Il cristianesimo è la sola religione monoteista “inclusiva” perché parla il linguaggio dell’amore universale, della fratellanza, dell’uguaglianza degli uomini dinanzi a Dio che è “amore puro” ed ama incondizionatamente tutte le proprie creature in virtù del sacrificio supremo a cui ha destinato il proprio Figlio. La morte per crocefissione di Gesù per la redenzione di tutti gli uomini. La frase cardine della vita del cristiano è “ama il prossimo tuo come te stesso”. Sublime ed ineguagliabile! Per questo Gesù fa paura, per questo l’odio degli uomini è mortale nei confronti di chiunque abbia fatto proprio questo dogma. E l’immagine che più terrorizza le altre fedi, compresa quella laica, è l’uomo sulla croce in quanto simbolo tangibile del trionfo dell’amore per l’uomo sull’egoismo e sulla sopraffazione.
