MENU

Tutti pazzi per la Soprintendenza

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

29
GEN
2016
Già. A casa mia non si discute della divisione dei turni in cucina o dell'idiozia di "Cinquanta sfumature di grigio". No. Perchè se ti sposi un avvocato stai certa, cara mia, che gli avvocati parlano, parlano molto, soprattutto quando difendono una causa. E la causa in questione è la chiusura della Soprintendenza a Taranto. Ora, io avrei fatto anche a meno di portare l'argomento a casa, ma la mia legale metà ha deciso in questi giorni di argomentare usque ad effusionem sanguinis la sua contrarietà alla suddetta chiusura. E io, applicando le norme di cristiana rassegnazione, l'ho lasciato parlare per giorni: le parole e le subordinate si accavallavano, si intrecciavano, si contorcevano mentre io meditavo non dico la vendetta ma almeno un modo elegante per dire: non sono d'accordo. Alla fine, come tutte le umane emozioni, anche il maritale sdegno si è stemperato, ma se avessi voluto portare avanti il discorso, rischiando grave nocumento per la nostra vita matrimoniale, avrei parlato più o meno così. 
Mio caro, a tutela del nostro patrimonio culturale abbiamo una legge che risale al 1939, quindi piuttosto anacronistica. L'Italia, spesso all'avanguardia nel settore dei beni culturali anche a livello legislativo, ultimamente non era riuscita a cogliere le sfide dell'innovazione. Questa "pigrizia", insieme ai tagli delle risorse, il blocco delle assunzioni e l'indifferenza del comparto politico verso il patrimonio culturale, aveva provocato una situazione che necessitava di un forte cambiamento. Ecco quindi la riorganizzazione degli uffici del MiBACT, che dovrebbe assicurare un'azione più efficace rispetto al passato. Le Soprintendenze vengono riunite in organismi unitari e articolati al loro interno, viene raddoppiato il loro numero e ridotta l'estensione della loro competenza territoriale. Nel frattempo i grandi musei e le grandi aree archeologiche vengono rese istituzioni autonome essenzialmente vocate alla comunicazione. Nella nuova distribuzione territoriale sono state assegnate le sedi della Soprintendenza a Bari, Foggia e Lecce, città che corrispondono grosso modo ai tre ambiti storici in cui si articola la Puglia: Peucezia, Daunia e Messapia. La sede istituzionale tarantina è stata chiusa, certo, ma il Museo archeologico nazionale è stato promosso, ottenendo autonomia scientifica e amministrativa insieme a un direttore dirigente di pari grado di un soprintendente. Quindi, tutti soddisfatti: a Taranto il Museo, a Lecce e tutto il Salento, che vantano un patrimonio culturale altrettanto importante, il punto di riferimento istituzionale. Ora la città risponde svegliandosi da decennale torpore sotto l'onda emotiva di una serie di tagli e interventi di chiusura, ma non era finora usanza farsi particolare vanto di un ufficio di cui pochi a mio avviso conoscevano l'indirizzo e soprattutto le competenze. Diciamolo, mio caro marito, Taranto ha bisogno di ben altri interventi per attivare e rilanciare le proprie risorse. 
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor