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Il tragico e l'assurdo

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

22
FEB
2017

Una giornata particolare quella in cui si concentrano tre sentenze che insieme descrivono perfettamente lo stato della giustizia in Italia. Tre casi diversi fra loro, accomunati dal senso del tragico con un retrogusto di assurdo.
Un orrido individuo, colpevole del crimine più abietto nei confronti di una bambina di sette anni, si è visto cancellare la pena perchè il reato è andato in prescrizione. Vent'anni ha dovuto aspettare la vittima, segnata all'epoca dei fatti nel piccolo corpo e per sempre nell'anima, per assistere allo spettacolo osceno della burocrazia cavillosa ed elefantiaca che vince sul buonsenso. Cosa avrà pensato quella bambina di allora, diventata donna nel peggiore dei modi, quando la giudice - dolente e impotente - ha confessato l'inevitabile prescrizione del reato? Vent'anni. Non è forse un tempo sufficiente per commutare in pena l'orribile scempio che quell'uomo ha commesso su quella creatura, affidata alle sue cure di patrigno? Vent'anni. E a quel disgraziato neanche un rigo sul casellario giudiziale, come una qualsiasi persona perbene.
Condannato per l'omicidio di Luca Varani (seviziato e ucciso con crudeltà gratuita e immotivata), Manuel Foffo ha avuto la riduzione di un terzo della pena, mentre col rito ordinario avrebbe rischiato l’ergastolo: se l'è cavata con trent'anni, in patto scellerato con lo Stato desideroso di alleggerirsi di processi interminabili.
Poi quelle due scellerate di Avetrana, madre e figlia, colpevoli dell'omicidio di Sarah Scazzi, hanno pagato per tutti: ergastolo per entrambe. Ed è stato il crimine che ha comportato meno sofferenza per la vittima rispetto agli altri due casi.



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