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Brave ragazze di plastica, tocca a voi il lavoro sporco

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

6
SET
2018

A Torino apre una casa di piacere che permette di intrattenersi non con vere donne ma con bambole di silicone. Si tratta di oggetti molto curati nel dettaglio, con fattezze, unghie, capelli e tutto quello che costituisce il bagaglio seduttivo di una donna vera. Si presume che anche al tatto la "pelle" risulti piacevole, se non altro senza imperfezioni. I prezzi non sono molto accessibili in verità - 80 euro per mezz'ora, 100 per un'ora, 180 per due ore -ma nonostante questo c'è stata una corsa alle prenotazioni, un tutto esaurito per l'inaugurazione della "casa", il cui indirizzo fino all'ultimo è stato tenuto segreto. I primi clienti non sono stati solo uomini ma anche - pare - coppie probabilmente in cerca di un divertissement. Insomma, la notizia merita un giro social per tastare l'umore popolare che non manca di strepitare sdegno: "orrore", "pervertiti" e "che schifo" le espressioni più gentili. In realtà il bordello delle ragazze di plastica è la naturale evoluzione di una dimensione sessuale che è sempre più virtuale. Intendiamoci, qui non si parla di sentimenti nè di lettere galanti sigillate con la ceralacca ma di bisogni e curiosità finora appannaggio quasi esclusivo di uomini che portano a spasso il loro bagaglio di testosterone.
Quante volte, vedendo quelle povere creature al margine della strada come carne messa in vendita, non viene un moto di empatia nei loro confronti: ragazze che nella stragrande maggioranza dei casi non hanno certo piacere a fare quello che fanno, esposte ai pericoli della strada e degli sfruttatori oltre che delle malattie. Ben vengano quindi questi oggetti del piacere che è meglio siano di plastica e non in carne, ossa e sentimenti: c'è poco da gridare allo scandalo se una domanda (il bisogno maschile) incontra l'offerta (di silicone e senza nessun costo umano).
Agli scettici, ai bigotti e agli ipocriti bisognerebbe ricordare che non si tratta di forme sostitutive di relazioni come può essere il sesso virtuale, la cui frequentazione può diventare anche patologica e portare a forme di dipendenza e isolamento sociale. Qui si tratta di far fare il lavoro sporco a oggetti piuttosto che a persone. Se questo porterà a cambiare ulteriormente il concetto di relazione sessuale, già profondamente mutato nell'era digitale, be', benvenuti nel futuro: tocca abituarsi e anche in fretta.



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