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S.O.S. AUDIOVISIVI

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

11
APR
2014
Smartphone, tablet, twitter, facebook. Quanto sia cambiata la nostra vita quotidiana, le nostre abitudini, i nostri ritmi giornalieri, la nostra percezione del tempo e dello spazio, nel breve volgere di pochi anni è palese ed è in stridente contrasto con ciò che è stato per secoli l’evoluzione tecnologica ma anche antropologica della nostra specie. Il progresso scientifico e tecnologico ha portato quasi sempre a un miglioramento delle condizioni di vita degli uomini, quando non è stato utilizzato per fini di sopraffazione dell’uomo sull’uomo. Ma le abitudini di vita che abbiamo metabolizzato in questo tempo, così indissolubilmente legate a questi così detti device, mi chiedo ma soprattutto si chiedono eminenti studiosi, a quali conseguenze se non addirittura danni irreversibili possono condurre? Come accade per i grandi piaceri materiali della vita, mangiare, bere, fare sesso, il discrimine per non cadere nella dipendenza sta nella moderazione e nella conoscenza dei propri limiti. Ciò dovrebbe essere vero anche per l’utilizzo di tutti i dispositivi tecnologici che abbiamo a disposizione. Dovrebbe ma non lo è! L’assunzione di cibo, alcool, l’appetito sessuale, quando non sono patologici, sono assoggettati alla volontà ed al libero arbitrio dell’individuo. L’usi degli audiovisivi sfuggono al libero arbitrio perché non possiamo più scegliere liberamente se telefonare o ricevere telefonate, se mandare messaggi o riceverli, se leggere le notizie in tempo reale o ignorarle, se non vogliamo perdere il contatto con la realtà che viaggia ad una velocità centuplicata rispetto al più recente passato. La questione è di una gravità inquietante perché, a fronte di una apparente capacità di socializzare attraverso twitt e post, stiamo perdendo la capacità di parlare con chi ci sta vicino e, soprattutto, la capacità di ascoltare. E questa ridotta o assente capacità di ascolto si riverbera con effetti devastanti sui soggetti più deboli che ci vivono accanto: i nostri figli! Una ricerca recente del Boston Medical Center, condotta dalla dottoressa Jenny Radesky e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Pediatrics, ha evidenziato che l’uso eccessivo di questi dispositivi davanti ai figli è dannoso per il clima familiare. La ricerca è partita dall’osservazione di 55 famiglie durante la consumazione del pranzo in un fast food o in ambiente analogo. Ebbene il 90% dei genitori aveva utilizzato smartphone o tablet durante il pasto con i figli. I bambini hanno tentato in molti modi di distogliere l’attenzione degli adulti da questi dispositivi ottenendo scarsi risultati. Nella totalità dei casi i genitori dimostravano o indifferenza alle richieste di attenzione o reagivano in maniera stizzita contribuendo ad instaurare un clima familiare teso e turbato. Questo atteggiamento crea una grande frustrazione nei bambini che si sentono in competizione con i device. L’inconsapevole, ormai, utilizzo di questi dispositivi e la loro frequenza è davvero poco tollerata dai piccoli soprattutto nei momenti di convivialità familiare. Diretta conseguenza di questo comportamento deviato è il coinvolgimento degli stessi bambini nel circolo vizioso. È molto frequente vedere bambini parcheggiati dai genitori sui giochi elettronici per sottrarsi al fastidio dell’attenzione e dell’ascolto appunto. Sarà forse una visione romantica ed antica ma sono profondamente convinto che accompagnare i nostri figli nelle braccia di Morfeo leggendogli le pagine di un libro sia un balsamo salutare per lenire le loro ansie e le nostre frustrazioni giornaliere.
 


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