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Micio micio bau bau

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

3
AGO
2012

 

Le mie estati al mare erano infinite e sapevano di insalata di riso, oleandri e Giochi senza frontiere visti in un tv portatile in bianco e nero, e quando si tornava in città la casa sembrava piccolissima e il televisore del soggiorno enorme. Ora invece aspetto la mia settimana striminzita di ferie, l’insalata la vado a comprare già tutta bell’e pronta, con gli oleandri ci faccio talee da piantare nel giardino della nuova casa e la tv serve solo come sottofondo a memorabili sieste con i gatti Mimì, Pepè e Jean Paul detto “er Trucido”. L’altra gatta, Aida, non apprezzando la compagnia, ha pensato bene di trasferirsi in una dependance e si manifesta solo per informare a chiari segni che sta bene, che è perfettamente autonoma nel procacciarsi il cibo e che non tornerà fino a quando non sarà l’unica titolare di ciotola e divano. Noi ragazze talvolta facciamo così, ma poi -forse- ci passa. La cagnetta Adelina invece ha la capacità di dotarsi di una qualche patologia puntualmente d’agosto. Quest’anno è la volta dell’otite, da curare con la pomata sulle orecchie, lacerate a furia di sgrullarsi la testa per il prurito, e con le gocce per il condotto uditivo infiammato. Insomma, fra bue, medicine, zuffe, capricci, scatolette e imprevisti, ce ne vuole per prendersi cura di tutti questi pelosetti. Talvolta penso all’amico Umberto D’Erasmo, che è il gestore del canile comunale di Martina Franca e mi chiedo come faccia con tutti quei cani. Sono stata lì più volte e davvero ammiro quell’uomo che chiama tutti gli “ospiti” per nome, ne conosce le storie e il carattere, li accarezza, sa come dividerli per taglia, personalità e genere, altrimenti litigano o fanno branco. Naturalmente per lui non esiste un giorno di ferie, perché i cani mangiano, si ammalano, sporcano e chiamano ogni giorno, senza badare al fatto che sia domenica o estate; per lui non esisterebbe nemmeno una vita privata se non avesse avuto la fortuna di avere accanto una compagna che capisce e condivide la sua missione. Umberto deve fare i conti con un budget limitatissimo che copre appena le spese e all’occorrenza si trasforma in idraulico, operaio e tuttofare per tenere pulita e decorosa una struttura che ha bisogno di manutenzione continua e che viene presa in considerazione dagli amministratori quasi sempre in tempi di campagna elettorale e dai privati solo quando c’è odore di business, ma per il resto solo pochi cittadini si spingono fino lì o fanno qualcosa di utile. Tempo fa partì un’iniziativa di donazione da parte del gruppo Facebook Vox Populi e apriti cielo! dietrologia a iosa, sospetti e obiezioni, e tutto per trovare il pelo nell’uovo di un atto generoso e sentito da parte di questi ragazzi che avrebbero potuto spendere tempo ed energie in altro modo, magari più divertente. Ogni volta che si parla di canile a Martina c’è sempre qualche polemica e d’altronde il posto di Umberto è ambitissimo: evidentemente non si conoscono i sacrifici che comporta, le emergenze a cui è chiamato, i ritmi di lavoro massacranti e la dedizione necessaria per fare cose che proprio gradevoli non sono.
 Ora c’è l’emergenza delle pulci e bisogna ricorrere ad antiparassitari più potenti del solito visto che quelli ordinari non sono abbastanza efficaci. Oltre ai medicinali però, è necessario anche che l’amministrazione provveda alla pulizia del terreno circostante. Auspico che a Umberto venga riconosciuto e apprezzato il suo impegno dall’intera comunità cittadina e che l’amministrazione presti la giusta attenzione al problema, fornendo risposte e risorse adeguate. 


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