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IL SOLE E LA GRANDINE

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

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LUG
2014
Finalmente pare che l’estate, quella vera, sia entrata nei nostri cieli. Era ora, così come è ora che gli italiani prendano qualche ora di vacanza dalle preoccupazioni e dagli affanni, per usare un eufemismo, di cui sono gravati da troppo tempo. Quindi immagino che non abbiate voglia di leggere cattive notizie. Purtroppo la vita reale del Paese, che si regge sui dati economici, non può andare in vacanza così come accadrà per la maggioranza dei nostri concittadini. La realtà, quella fatta di numeri e non di sterili promesse, ci parla di un crescendo rossiniano di povertà e di disperazione. L’ISTAT, in questi giorni, aggiorna il bollettino di guerra sugli indici di povertà: 10.048.000 italiani vivono in condizioni di povertà relativa, 16,6% della popolazione, e tra questi 6.020.000 sono poveri assoluti pari al 9,9% della popolazione. Ho usato di proposito le cifre e non le lettere perché i numeri rendono immediatamente l’idea della tragedia. Se volgiamo lo sguardo alla Banca d’Italia, i dati diffusi sul debito pubblico ci parlano di una situazione ormai fuori controllo, sì che il governo in carica sta riuscendo nella titanica impresa di fare più danni di Monti e Letta messi insieme (e già era una coppia da incubo!). Nuovo record assoluto per il debito pubblico che a maggio ha toccato quota 2.166,3 miliardi di euro. Dall’inizio dell’anno è aumentato di 96 miliardi con una crescita del 4,7% e con un rapporto debito/Pil del 138%. In considerazione del fatto che si prevede, su base annua, che il Pil si attesti su un misero +0,2% (il “ballista” Renzi ci parlava di una crescita miracolosa dell’1,7%!) il rapporto debito/Pil raggiungerà a fine anno il 143%. I dati macroeconomici così riportati su carta sembrano asettici, in realtà sono portatori di setticemie devastanti per il corpo vivo dei cittadini. Significa, detto in modo più prosaico, che non ci sono le condizioni per una diminuzione della tassazione ma questa aumenterà nei prossimi mesi; non potrà esserci crescita perché la spesa per investimenti sarà ulteriormente tagliata; è assai probabile che si vada incontro ad una manovra economica correttiva; c’è il rischio concreto di patrimoniali e di prelievi forzosi dai conti correnti. Mi chiedo: dobbiamo considerare Renzi, e i suoi predecessori, uno sciagurato, un incosciente, un criminale? Nulla di tutto questo, più penosamente è da considerare, come i suoi predecessori, un servo. Servo dell’egemonia tedesca, della BCE, dell’Unione Europea, del Fondo Monetario internazionale. Renzi lo dichiara quotidianamente “non c’è alcuna divergenza con la Merkel e con l’UE”. Renzi è quello che nelle aziende in fallimento viene chiamato “liquidatore”. Con l’elezione di Juncker alla presidenza della Commissione Europea e di Schulz alla presidenza del Parlamento Europeo, si conferma il mantenimento di una oligarchia e di una classe dirigente responsabile di tutte le politiche fallimentari che viviamo sulla nostra pelle. Che dire. Per ora godiamoci questo sole, ma attenzione perché le nuvole all’orizzonte dell’autunno sono gravide di grandine.
 


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