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IL GRANDE IMBROGLIO (terza e ultima parte)

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

5
SET
2014
In anteprima per i lettori di EXTRAMAGAZINE la terza ed ultima parte del primo capitolo del nuovo libro di Vito Pietro Corrente
 
E in tutto questo tempo le donne che cosa hanno fatto?
Hanno continuato a fare ciò che le caratterizza dall’avvento della nostra specie sulla Terra: hanno generato figli forgiandoli, temprandoli ed educandoli a vivere l’età adulta; si sono prese cura dei loro uomini lenendo le ferite fisiche e morali, spronandoli nelle difficoltà ed esaltandone i successi, scaldando i giacigli e rendendo piacevoli le notti; hanno accudito i loro congiunti malati e gli anziani; hanno lavorato dentro e fuori le mura domestiche, superando le difficoltà con uno spirito di servizio ed una determinazione spesso sconosciuta ai loro partner; hanno lottato per se stesse, per migliorare la loro condizione e per rivendicare pari dignità, pari diritti e pari opportunità, e lo hanno fatto senza dichiarare guerre, che a quanto pare è prerogativa esclusivamente maschile, ma con la forza del lavoro e delle idee, senza far mancare l’adempimento dei doveri quotidiani.
Proviamo a immaginare quali conseguenze, devastanti per l’intero genere umano, se le donne portassero a oltranza l’originale strategia bellica di Lisistrata.
Le donne non sono angeli, e una idealizzazione troppo edulcorata farebbe ugualmente torto alla loro umanità vilipesa tanto quanto la sopraffazione di cui sono vittime.
Le donne sono fatte di carne e sangue così come gli uomini, hanno sentimenti e provano gioia e dolore ne più ne meno degli uomini, ma per fortuna hanno una forma esteriore e una sostanza interiore ben diverse, che trovo superfluo esplicitare.
Tutto questo insinua in me innanzitutto un dubbio e, di conseguenza, un sospetto.
Il dubbio, plausibile, è che le donne siano strutturalmente e psicologicamente più attrezzate, se non più forti, ad affrontare il percorso lungo e accidentato della vita rispetto agli uomini.
Il sospetto, credibile, è che un ancestrale e inconscio complesso di inferiorità abbia sedimentato il pensiero unico maschile cristallizzando nei secoli la supposta subalternità femminile.
Vi invito allora a salire con me su quella prodigiosa macchina del tempo che è la Storia e viaggiare, come moderni argonauti, alla riscoperta di quel grande continente dello spirito, la donna, nella speranza di trovare certezze al dubbio e risposte al sospetto. Come unico equipaggiamento porteremo l’energia positiva della nostra curiosità e lasceremo a casa la zavorra del pregiudizio.
Non ci resta che accendere i motori dell’immaginazione, allacciare le cinture di sicurezza della prudenza intellettuale e partire.
 
 


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