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AFFETTI DA INSANA UMANITA´

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

6
MAR
2015
È invero molto spiacevole constatare che, sempre più spesso, facciamo un uso improprio delle parole per indicare situazioni, eventi, calamità o comportamenti anomali. L’associazione che più mi infastidisce, tra queste improprietà, è quella che lega ai barbari comportamenti propri dell’uomo l’aggettivo “bestiale” o il sostantivo “bestialità”. I delittuosi fatti di Ninive, di cui nei giorni scorsi abbiamo avuto la raccapricciante testimonianza televisiva, sono stati definiti come la prova della bestialità degli uomini. L’errore non è solo semantico ma sostanziale perché nulla di ciò che contraddistingue le azioni degli uomini può essere mutuato dal mondo animale. È pur vero che l’uomo è anch’esso una specie animale, la più evoluta in teoria, ma con una differenziazione macroscopica: il libero arbitrio che gli deriva dalle capacità più raffinate del proprio intelletto. Non vedremo mai un animale che scientemente distrugge il proprio habitat naturale, cosa che l’uomo persegue pervicacemente fin dalla sua comparsa sulla terra. Un animale, qualunque esso sia, uccide per cibarsi o per la propria sopravvivenza, per istinto di conservazione propria e della sua specie, mentre l’uomo uccide per libera scelta, per precisa determinazione, per odio, per vendetta, addirittura molti pensano che si possa impunemente uccidere per giustizia. Allora prendiamo coscienza finalmente della nostra volontaria crudeltà e sostituiamo l’improprio concetto associativo di “bestialità” con una più appropriata “insana umanità”. La criminale distruzione delle vestigia di una delle più grandi civiltà mesopotamiche bagnate dal Tigri e dall’Eufrate, gli Assiri, patrimonio artistico e culturale a cui tanto deve anche la cultura occidentale, perpetrata dai fondamentalisti islamici è solo l’ultima barbarie che ha attraversato la storia dell’Uomo. Ricordo a me stesso la “delenda Carthago” e la distruzione del Tempio di Gerusalemme di romana memoria, le orrende mutilazioni subite dalla stessa Roma nel corso dei vari “sacchi” che si sono succeduti nei secoli, la furia iconoclasta degli Ottomani ai danni dei capolavori sacri custoditi nelle chiese ortodosse della Grecia, la spoliazione dei templi delle grandi civiltà precolombiane da parte dei Conquistadores, per finire, solo pochi anni fa, con la distruzione dei giganteschi Budda del nord dell’Afganistan da parte dei Talebani. Ma nella ”insana umanità” hanno titolo anche i delitti contro il patrimonio intellettuale. Emblematico l’incendio della torre del convento Benedettino richiamato da “Il nome della rosa”, l’indice dei libri maledetti dalla Santa Inquisizione, il rogo dei libri scomodi perpetrato con lucida follia a Berlino dal regime nazista. Impossibile pertanto che le bestie, anche quelle considerate feroci, possano imitare il comportamento dell’uomo ed ancor meno esserne gli ispiratori. Rimane lo sgomento al pensiero che quanto è stato distrutto è perso definitivamente per noi e per tutte le generazioni che verranno da qui alla fine dei tempi. Purtroppo vedo solo rassegnazione ed accettazione quiescente di quanto sta accadendo, segno tragico della decadenza di tutti i valori etici ed estetici che pensavamo fossero parte ormai del nostro patrimonio genetico. L’immobilismo dei governi e delle popolazioni riguardo agli orrori di Ninive,  e di quanto altro di infame abbiamo visto e stiamo vedendo accadere accanto al nostro uscio di casa, ci rende complici e conniventi. La pandemia ormai è diffusa e si chiama “insana umanità”.    
 
 


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