MENU

Pace in terra alle donne di buona volontà

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

11
GEN
2013

Per un cuore allegro ogni erba è un fiore, dice l’adagio. Oddìo, dipende pure dall’erba, ma grosso modo sì, è una gran bella verità. In questi giorni di meteo grigione, poi, l’ideale sarebbe vestire il cuore allegro con un Allegri (che non è l’allenatore, ma una griffe di impermeabili). E se il budget non lo permette, che importa? Un cuore allegro è allegro anche senza Allegri. Ben venga l’allegria, quindi, anche se le prospettive del governo che verrà non promettono nulla di buono, qualunque sia il colore di bandiera. Si indugia in temi che non interessano il benessere degli italiani, ma che sono buoni solo per assicurare la sopravvivenza di un microcosmo egemone e parassita. Ormai è sparita anche la parola programma, sostituita da quell’agenda che indica sì le cose da fare, ma sbagliate nelle modalità di realizzazione e negli obiettivi. Monti si è pronunciato sulla statura accademica di Brunetta, con una gaffe tanto geniale quanto involontaria, ma non ha mai parlato di valorizzazione dei beni culturali, indispensabile nell’opera generale di ripensamento dell’intero sistema Italia. E mentre l’industria si contrae nelle capacità occupazionali ma non negli spazi fisici occupati, i luoghi di pregio architettonico, archeologico e paesaggistico vengono abbandonati al caso e alle Soprintendenze devitalizzate di mezzi e professionalità. La scellerata esperienza ministeriale di Bondi, Galan e Ornaghi non è sfociata nell’happy end tecnica, e se una parte politica continua purtroppo a pensare alla cultura come a un lusso superfluo (ma è un vizio della sola destra italiana), anche nelle altre zone dell’emiciclo parlamentare l’attenzione dimostrata non è certamente maggiore. Eppure, e qui il cuore torna allegro, mai come ora è stata così viva e partecipe la sensibilità collettiva, in forme spontanee o articolate in maggiore organizzazione. Una presa di coscienza che non riguarda solo il bistrattato patrimonio culturale ma che traguarda anche altri orizzonti in un mondo ancora troppo maschio-oriented. Lo sdegno della società civile indiana di fronte a un caso crudele e tragico di violenza riesce a lenire almeno un poco l’orrore che non può essere narrato. L’accanimento maschile, rancoroso e brutale, si traduce in una declinazione funesta dell’atto procreativo: come sale sulla terra è la punizione per chi osa sfidare una cultura che ha dominato per troppo tempo. Chissà se una maggiore partecipazione femminile nei governi distrarrebbe dagli investimenti nelle armi, nel nucleare, nei programmi spaziali e tutte quelle espressioni di un’aggressività prettamente testosteronica che non ha più motivo d’essere in una società più globale, più equilibrata, più armoniosa. Una società migliore rispetto ai regni arcaici dove l’uomo partiva, conquistava, distruggeva, razziava e tornava a casa da una moglie rimasta a fare la tela. Insomma, pur con tutte le tristezze, i drammi, le contraddizioni di questa umanità dolente, che vi avevo detto? c’è di che star comunque allegri. 

 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor