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Quanto vale la vita di Chiara

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

7
NOV
2015

Aveva sempre gli occhi tristi Chiara nelle foto che la ritraggono prima di quel giorno di febbraio, quando il suo fidanzato, operaio drogato e violento, la picchiò selvaggiamente con il pretesto di quello che lui chiamava amore ma che amore non era affatto. Da quel maledetto giorno, con l'ultima di una serie di violenze passate sotto silenzio, gli occhi di Chiara sono rivolti al cielo su un viso riverso dall'incoscienza in cui è condannata a vita. Vedono ma non guardano più quegli occhi, come se volessero proteggersi ancora dalla vigliacca ferocia dell'uomo che diceva di amarla. “Non volevo ucciderla”, ha piagnucolato davanti ai giudici, ma un pestaggio così brutale non poteva portare altro se non morte.

 

È in stato vegetativo Chiara, da quasi un anno. Non potrà mai sapere della riduzione di pena inflitta a colui che l'ha uccisa, anzi peggio, che l'ha lasciata in vita così. Non potrà mai provare sdegno per quei quattro anni tolti ai venti della condanna di primo grado.

“Mio figlio merita l’ergastolo”:  quando uscirà di galera, quel mostro disconosciuto dai suoi stessi familiari avrà cinquantadue anni e una vita disgraziata davanti a sè. Chiara invece no. Lei rimarrà rannicchiata in quella sedia a rotelle, umiliata in un corpo straziato e ormai inutile,  vigliaccamente colpita in quello che doveva essere il suo nido d'amore di diciannovenne: la casa, il luogo della fiducia, il posto dove tutti i cuori dovrebbero essere al sicuro.

Maurizio Falcioni è stato condannato in appello a 16 anni di carcere per aver ridotto in coma colpendola violentemente, nel febbraio 2014, la sua fidanzata, Chiara Insidioso. In primo grado era stato condannato a 20 anni. I soccorritori rimasero inorriditi dallo stato in cui trovarono la ragazza: i calci erano stati inferti con scarpe antinfortunistica. Nelle stesse ore, Michele Buoninconti è stato condannato a 30 anni per l'omicidio della moglie, Elena Ceste.




Commenti:

Francesco Lupoli 7/NOV/2015

Credo che a volte la legge dovrebbe lasciar spazio alla giustizia...amara riflessione!

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