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Quando l'amore non sta solo nel cuore

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

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LUG
2016
Che l'amore non stia solo nel cuore lo avevamo capito da tempo e ora ce lo conferma anche la Cassazione. Una recente sentenza ha dato infatti ragione a due mogli alle prese con i rispettivi maleodoranti coniugi. I mariti sono stati condannati perchè hanno costretto a un approccio intimo le loro signore nonostante il rifiuto di queste ultime, disgustate dal virile fetore. Insomma: si tratta di violenza sessuale a tutti gli effetti. 
A parte il fatto che sarebbe stato certamente più conveniente e ragionevole farsi subito una doccia piuttosto che risultare violenti con le mogli e colpevoli di fronte alla legge, i due rozzi e cavernicoli mariti non sapevano evidentemente che per le donne l'odore sia una delle variabili più importanti nella scelta del partner. Ma parliamo di uomini e si sa che il loro senso dell'olfatto è rimasto piuttosto primitivo: innumerevoli le prove di questo ritardo evolutivo. Se nella ruralità dell'Austria di un tempo le ragazze conservavano una fetta di mela sotto l'ascella per offrirla al corteggiatore prescelto durante un ballo, anche nelle élite sociali e culturali le cose non cambiavano molto. Si dice di un sultano che sceglieva le proprie favorite dal profumo del sudore lasciato sulle tuniche e che Enrico VIII avesse perso la testa (di solito era lui che la faceva perdere alle donne, nel vero senso della parola) per la nobile Marie de Clèves, di cui aveva respirato l'odore della biancheria in un gabinetto dove la fanciulla si era cambiata. E che dire di Goethe il quale, al limite dello stalking, rubò un corsetto della signora von Stein per poterlo annusare a piacimento. 
Noi donne facciamo spallucce di fronte a queste bizzarre preferenze e da sempre, come si dice, leghiamo l'asino dove vuole il padrone: anche la Stregata di Barbey d'Aurevilly tenterà di sedurre il suo terribile abate inviandogli una delle proprie camicie, un po' come fanno quelle ragazze che on line vendono biancheria usata per estimatori. Cambia il fine ma non l'olezzo.
 


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