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Siamo tutti Matti

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

29
DIC
2016
Non ho mai sentito nessuno augurarsi un bis dell'anno appena passato. Questo poi, bisesto funesto, esasperante nella campagna elettorale del referendum e -oltreoceano- preoccupante per l'elezione a presidente degli Stati Uniti dell'uomo più zotico, sgradevole, ignorante, sessista e buffamente cotonato in circolazione, ebbene questo 2016 non credo saranno in molti a rimpiangerlo. 
Arrivati agli ultimi giorni, ci scopriamo sopraffatti dalla routine, bisognosi di una data, di un evento che ci serva per ricordare e per rinnovare. È un'occasione di speranza quella di cui abbiamo bisogno, una ricorrenza per proiettarci in avanti. Nonostante tutto. 
È stato l'anno delle donne questo, donne che ce l'hanno fatta (e molte delle loro storie sono diventate nostre copertine) e donne che invece hanno versato lacrime di sconfitta e frustrazione (come quelle di Hillary Clinton, e le nostre con le sue se pensiamo al Trump che verrà, o quelle di Virginia Raggi, povera anima in pena il cui sguardo vuoto assomiglia sempre più a quello di Annamaria Franzoni). 
È stato anche l'anno della consapevolezza: siamo stati finora rimpinzati dall'industria alimentare come le oche dal fegato grasso, senza la minima preoccupazione per la salute e per l'impatto ambientale. Le grandi aziende che producono carne in allevamenti intensivi sponsorizzano programmi di cucina in cui a giudicare i concorrenti sono chef (tutti uomini, fateci caso), ben lontani dalla tradizione mediterranea -la nostra- delle donne, fondata sui prodotti della terra: prima il maiale, nutrito bene e non imbottito di antibiotici, veniva ucciso una volta l'anno, ora ci ritroviamo a guardare con orrore quanta sofferenza e smania di profitto c'è dietro ogni cotoletta.
È stato un anno di travaglio, di cambiamenti, di umane sofferenze, paure collettive e dolenti migrazioni: a questo aggiungiamo le nostre microscopiche vicende esperienziali, le stesse che costituiranno il bagaglio che ci porteremo dietro come il Matto, la prima carta dei tarocchi, l'unica senza numero, dotata di una grande energia senza direzione, capace di "caricare" e dare spinta propulsiva alla carta successiva, quella che la nostra mano -o quella del caso- sceglierà per noi.
 


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