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Sindaco comanda bellezza

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

8
MAR
2017

Aspirare al potere è legittimo, ma un conto è comandare, un altro conto è amministrare: comandare è certamente più facile, non sono indispensabili grandi qualità e di solito manca la lungimiranza progettuale a vantaggio degli interessi di pochi; amministrare invece presuppone una dote di virtù che conta prima di tutto la preparazione, che si può millantare ma non improvvisare, e a seguire poi la volontà di lasciare le cose in uno stato migliore rispetto a come le si è trovate. Necessaria anche la capacità di circondarsi di persone adeguate e possibilmente ognuna eccellente in un proprio campo, insieme al pregio di risultare autorevole e talvolta – ma con parsimonia – anche autoritario.

Il nostro futuro amministrativo, soprattutto in ambito locale, non è ancora nitido in quanto sono ancora in pieno svolgimento le trattative di alleanze politiche e di costruzione delle liste.
A ogni modo, il punto cardine di ogni programma (e finora non ne abbiamo visto neanche uno a fronte di molti candidati) dovrebbe essere rendere gradevole, sicura e vivibile la propria città, il che migliorerebbe notevolmente anche l’educazione e l’attenzione dei cittadini stessi verso la cosa pubblica. Un recente studio, condotto in un istituto penitenziario, ha dimostrato come gli episodi di violenza erano notevolmente diminuiti dopo aver dipinto tutte le pareti di rosa; gli stessi benefici risultati erano seguiti dopo aver tinteggiato di bianco. Morale della favola: non era il colore a influenzare lo stato d’animo dei carcerati, ma la sensazione di pulizia e di decoro.
Il contesto è fondamentale per lo sviluppo tanto del singolo quanto della comunità. L’individuo tende a conformarsi all’ambiente in cui vive e al comportamento del gruppo: se ciò che ci circonda è brutto, sporco o cattivo, volens nolens diventeremo noi stessi un po’ più brutti, sporchi e cattivi. Per questo Dostoevskij scriveva che la bellezza salverà il mondo ed è per questo che è necessario circondarsi di cose e persone belle, stimolando per quanto possibile il proprio senso estetico e mutuando comportamenti singoli o collettivi virtuosi fino a divenire noi stessi motivo d’esempio. 



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