MENU

Si fa presto a dire voto di scambio

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

1
GIU
2017


Ultima settimana di una campagna elettorale brutta al di sopra di ogni aspettativa. Il lancio d’accuse a casaccio, l’immodestia e le offese personali, hanno ben presto preso il posto di proposte e contenuti

Mancano per fortuna, pochi giorni alla fine di questa campagna elettorale che, a memoria di chi scrive, è la più brutta degli ultimi 150 anni (mi si consenta di ispirarmi all’intramontabile cavalier Silvio Berlusconi). Le classiche schermaglie che generalmente sostituiscono il vuoto di idee o servono per roboanti proclami, sono state pian piano rimpiazzate da offese personali e illazioni non pesanti, ma pesantissime. Alle accuse di tradimento, slealtà, cambio di casacca, mancanza di coerenza ci siamo oramai abituati perché hanno sempre fatto parte del gioco e soprattutto sono state lanciate da chi è esperto in materia. Così sentirle urlate da chi fino a pochi giorni prima della campagna elettorale del 2012 era un affezionato fiancheggiatore di Forza Italia salvo poi candidarsi in SEL (alle comunali), con Emiliano (alle regionali 2015) con il PD (comunali nel 2017) ora non può far altro che farci sorridere.
Diverso invece è il discorso delle offese personali, soprattutto quando queste vengono lanciate da chi si candida a diventare sindaco o amministratore di una intera collettività composta anche dalle migliaia di anime disprezzate. E se le parole le porta via il vento, a ricordarcele ci sono le registrazioni video o le schermate dei “leoni da tastiera”.
In questi giorni abbiamo letto e sentito di tutto, come per esempio: “Molti martinesi sono un buco nero mentale”; “Tutte le persone leali stanno qui, tutto il resto del mondo sta dall’altra parte”; “nelle nostre tre liste ci sono persone perbene, persone competenti, persone appassionate. Allora vi chiedo di guardare nelle nostre tre liste perché i candidati delle nostre tre liste hanno scelto una persona perbene appassionata e competente come Franco Ancona. Quindi il nostro e vostro impegno per le prossime due settimane è di andare a strappare il voto agli altri candidati sindaci che non valgono niente, non valgono niente.”
Ma se “l’io sono io e voi non siete un c….” lascia il tempo che trova, fa riflettere e tanto un post pubblicato su Facebook dalla giovane candidata del PD, Valentina Lenoci (da anni validamente impegnata nel sociale e nell’associazionismo), che tenta di strappare una promessa al suo candidato sindaco Franco Ancona.
Scrive la Lenoci: “…mi devi PROMETTERE che faremo di tutto per non consegnare Martina nelle mani di chi oggi, facendo leva sulle sofferenze della gente, pone come "piacere" quello che un cittadino dovrebbe avere come diritto (una tac, una radiografia...in tempi certi e non biblici), mi devi PROMETTERE che riusciremo a tenere lontano da Palazzo Ducale chi affamato di potere, oggi, mette insieme "minestroni" (di traditori, di politicanti triti e ritriti, di gente con forti interessi economici ed urbanistici) pur di mettere le mani sulla città, mi devi PROMETTERE che Martina non sarà di chi prendendosi gioco delle fragilità dei ragazzi della mia generazione in cambio di voti promette posti di lavoro che non potrà dare.”
Parole pesanti come macigni che subito vengono così commentate dal professor Antonio Scialpi. “Coraggiosa denuncia del diffuso voto di scambio. Ti fa molto onore Brava.”
Ma Scialpi da sempre avvezzo a delegare ad altri le denunce (Denunciate la SOGET, deve andare via da Martina. Noi non la vogliamo.  – ExtraMagazine del 5 maggio 2014) sa bene che una “coraggiosa denuncia di voto di scambio” non va fatta sui social, ma va fatta, prove alla mano, nelle opportune sedi (Carabinieri, Polizia, Procura della Repubblica) altrimenti è solo aria fritta e il tentativo di ammantarsi di purezza parolaia.
Che alle parole quasi sempre, purtroppo, non seguono i fatti è cosa risaputa. Tutti vogliamo la legalità, tutti notiamo storture, ma generalmente preferiamo siano altri a esporsi. In fondo, ci vuole coraggio e la consapevolezza di essere davvero immacolati.   
Accusare gli avversari di voto di scambio, perché crediamo che la Lenoci non stia facendo “outing”, è non grave, ma gravissimo. Farlo senza nomi e solo sui social, lo è ancora di più. Chi sa parli, altrimenti taccia.
Se cercate la definizione di voto di scambio, troverete: “Il voto di scambio è un fenomeno che, nell'ambito della politica, si riferisce all'azione di un candidato il quale, in cambio di favori leciti o illeciti, prometta ad un elettore di ricambiare il voto da parte di quest'ultimo con un tornaconto personale.”
E proprio di tornaconto personale parla un componente del direttivo del Partito Democratico che il 21 maggio del 2016 si rivolge così al proprio segretario: “Vincenzo (Angelini ndr) non prenderla come un fatto personale nei tuoi confronti. Io sono tre (dovrebbero essere “anni” ndr) che mi metto a disposizione del PARTITO e l’ho presa sempre in quel posto. Ho visto la massima presenza nelle riunioni di direttivo solo quando si trattavano temi che riguardavano sistemazioni varie. Questa volta non mi va di fare il trasportatore per chi si preoccupa non del PARTITO e soprattutto della città  ma si preoccupa di offrire "questo o quest'altro" a chi ha sempre e solo pensato a se stesso.”
Ecco, prima di promettere di tenere fuori da Palazzo ducale questo o quello, Franco Ancona prometta di tenere fuori da Palazzo ducale e al suo partito… questi.

Foto: lineadiretta24.it



Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor