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Mangia, prega, ama(triciana)

Categoria: EDITORIALI

27
LUG
2017

Il silenzio dei paesi assolati e assonnati subito dopo pranzo. L'abbraccio al condizionatore. L'afa che la fa da regina. L'abbiocco post prandiale ci rivela per quello che siamo, creature deboli e imperfette, pronti ad affrontare 50 sbavature di amatriciana, salvo poi capire che si tratta solo del fritto della nostra immaginazione. Ma ve lo ricordate quando non si telefonava orario pasti per non disturbare?
E poi, come scriveva Guido Ceronetti, "questa gente che si trova insieme a pranzo per intrecciare cucchiai e scemenze, che mangiando discute, gesticola, litiga, racconta fatti, decide affari, giudica letteratura, condanna o assolve accusati, come si può sopportarla? È un supplizio da evitare, se non si è come loro". Peccato, perchè tutta la storia dell'umanità, a partire dal morso alla mela di biblica memoria, insegna che la felicità di noi poveri peccatori affamati dipenda soprattutto da quello che ci viene servito in tavola. E se quello che offre il desco non ci piace, possiamo sempre confidare nel libero arbitrio e chiamare una Margherita a domicilio. Perchè solo una pizza - e nessun altro - si fa in quattro per farvi felice.

 



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