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Niente di nuovo sotto il sole di fine agosto

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

31
AGO
2017

Una tiepida notte di fine estate al termine di una piacevole serata trascorsa in buona compagnia. La mente sgombra, il fisico rilassato. Al ritorno a casa, sul lastricato c’è una sdraio aperta, una di quelle che si tramanda per generazioni, in legno di faggio con il telo a righe che sembra arrivata da uno stabilimento termale degli anni ’30. L’ora tarda e il passo da diritti a distesi è breve un attimo.
Il cielo stellato, la Luna che scolpisce i contorni della vegetazione, il frinire di grilli e cicale, una leggera brezza. Il pensiero si trasforma in sogno. Si susseguono le immagini oniriche in rapida frequenza e sembra quasi di ascoltare le grida gioiose di bambini che saltellano, sotto il sole alto, con le magliettine zuppe per le pacifiche battaglie d’acqua. L’odore suadente dei Fiori di cera e dei Gelsomini dirotta la mente in un racconto di Beatrix Potter, dove il coniglio Peter è la guida di un’avventura nella campagna inglese di fine ‘800. Il verso di una civetta cambia lo scenario, trasponendolo al centro della foresta dove, fra fate e folletti, si celebra il matrimonio fra Teseo, duca di Atene, e Ippolita, regina delle Amazzoni.
Un sussulto, il risveglio improvviso. Ancora impressa l’immagine di un quadro bucolico Rococò, negli occhi la Luna immensa rubata alle notti di Istanbul. Il sogno, magico, folle ma sereno, è svanito.
Ormai è quasi l’alba e le agenzie di stampa trasmettono gli ultimi comunicati. Ci sono altre morti, violenze, abusi sulle donne. La media di un episodio ogni tre giorni con picchi di quattro in meno di quarantotto ore. Un dato statistico cui non ci si può abituare. Ancora incidenti stradali e molti di essi classificati fra gli omicidi dovuti all’alta velocità, all’imperizia, all’abuso di alcol, all’assunzione di sostanze stupefacenti prima o durante la guida.
Le lunghe giornate calde, i paesaggi mozzafiato, le migliaia di turisti che affollano le strade, la moltitudine di manifestazioni culturali, d’arte e spettacolo, l’ottimismo delle ferie, il desiderio di lasciarsi i problemi alle spalle, non riescono ad arrestare il lato opaco della vita. L’estate ha molti poteri ma non questo. Per quanto si tenti d’ignorarli gli avvenimenti continuano a susseguirsi. Non è sempre possibile coprirsi le orecchie e chiudere gli occhi o nascondersi sotto le coperte per sfuggire dai mostri dell’oscurità come fanno i bambini per proteggersi.
Nel pomeriggio del 17 agosto si ricevono le prime segnalazioni di nuovi attentati terroristici rivendicati dall’Isis. I nuovi assalti hanno adottato metodi tristemente consolidati: le cellule terroristiche sono composte di giovani e giovanissimi soggetti, privi di precisi riferimenti sociali che, dopo un breve periodo di pseudo istruzione jihadista, sono instradati all’uccisione di massa della popolazione. In alternativa, individui singoli, armati in modo elementare, assaltano la folla in luoghi pubblici, ferendo o uccidendo vittime casuali.
Sulla Rambla, a Barcellona, un furgone guidato da un ventenne ha travolto la folla causando la morte di 13 persone e il ferimento di 86. Dopo poche ore e a breve distanza, a Cambrils, sempre in Spagna, un autoveicolo con a bordo 5 attentatori investiva i passanti uccidendone 1 e ferendone 6.
Il giorno precedente, l’esplosione di alcune bombole di gas, fra le 120 custodite in un appartamento di Alcanar, aveva causato la morte di due occupanti ferendone un terzo oltre alcuni residenti vicini.
I tre episodi sono tutti riconducibili a un’unica cellula terroristica di matrice jihadista composta da circa 12 persone di diversa nazionalità, alcune morte durante gli scontri con la polizia e in parte tratte in arrestato.
Da una ricostruzione degli inquirenti, le bombole di gas rinvenute nell’appartamento di Alcanar sarebbero servite a generare l’esplosione di alcuni edifici simbolo della Spagna. La finalità degli assaltatori, infatti, era quella di colpire proprio località di notevole valenza e valore simbolico della regione catalana.
È evidente come gli atti terroristici pianificati dall’Isis riescano a sortire i risultati auspicati. A fronte della perdita di pochi militanti immolati alla causa, si colpisce la popolazione inerme incutendo timore. Per quanto si professi la normalità per combattere il terrorismo, la popolazione impaurita è quasi impotente verso il rischio di attentati. Possono essere portati a termine ovunque e da chiunque. È, infatti, improbabile distinguere gli attentatori o adottare metodi di prevenzione specifici. La lotta al terrorismo jihadista si è rivelata inefficace in tutto il mondo così come gli attacchi aerei americani nei territori controllati dallo Stato Islamico, che colpiscono prevalentemente la popolazione. Anche l’Italia è nel mirino degli attentatori almeno a giudicare dal messaggio apparso sulla chat Telegram “Lone Mujahid” che riportava il seguente testo affiancato al tricolore italiano: "Bruxelles, Parigi, Stoccolma, Berlino, Nizza, Spagna, Finlandia, Russia... Who's next?" (chi è il prossimo?).
Neppure il tempo di assimilare questa tragica notizia che, il 21 agosto, perveniva quella di un terremoto nell’isola di Ischia. Nonostante i valori della magnitudo non fossero elevati, si sono registrati moltissimi crolli con il bilancio di 2 morti e 42 feriti. A circa un anno dal sisma di Amatrice, la terra in quell’isola ha tremato dopo 134 anni. Come negli altri luoghi colpiti da sisma, anche in questo, le vittime sono il risultato della quasi totale inosservanza delle normative antisismiche e dell’abusivismo edilizio. A Ischia gli immobili sono un provento e raramente una necessità. Morire in nome della speculazione è davvero insensato. Eppure, nel mondo politico c’è chi continua a sostenere l’edilizia indiscriminata al solo scopo di ottenere consensi elettorali. Fortunatamente, a seguito dell’intervento dei Vigili del Fuoco, gli unici sempre efficienti e qualificati, sono state salvate diverse vite fra le quali quelle di tre bambini.  
In tema di emergenza abitativa, in Italia, le politiche sulla casa si sono sempre rivelate fallimentari e utili solo a scopi propagandistici. Il bisogno primario di una casa è una necessità imprescindibile per chiunque risieda sul territorio italiano. Capita che l’esasperazione di non avere un alloggio porti anche all’occupazione delle unità immobiliari inutilizzate, soprattutto nelle città ad alta densità demografica. L’edilizia popolare e quella residenziale pubblica sono misure insufficienti e inadeguate in una pesante condizione di crisi come quella vissuta attualmente. Con tutte le possibili motivazioni adducibili, è difficile accettare che ci sia una vasta parte della popolazione che si affanni a cercare un alloggio e, contemporaneamente, ci siano interi stabili completamente inutilizzati. C’è, evidentemente un’eccessiva disparità fra bene comune e proprietà. La stessa divergenza che vuole poche centinaia di ricchi fautori delle sorti della restante popolazione, più o meno, povera.
La classe politica, quasi all’unisono, tende a ritenere un diritto quello di pochi influenti e considerare pretese le necessità di tutti gli altri. Al fine di preservare l’immagine, però, si prodiga spesso in iniziative lodevoli cui non da mai una concreta conclusione. È così che avviene con la sanità, la disoccupazione, la crisi abitativa, con l’accoglienza dei profughi e degli immigrati. Si propagandano misure di sostegno che non sono realmente attuabili e le cui conseguenze ricadono proprio sui destinatari. Così è accaduto, ad esempio, a Roma, dove sono stati accolti migliaia di profughi provenienti da territori di guerra e, pertanto, titolari dello status di rifugiato. Giusto, sacrosanto e dovuto ma gli uomini non sono pacchi e chi decide di prendersene cura deve farlo davvero. Nel 2013 un migliaio di profughi ha occupato uno stabile di Roma, Piazza Indipendenza, di proprietà di IDeA FIMIT sgr (Gruppo De Agostini, Inps e Fondazione Carispezia) che fino al 2012 era sede di Federconsorzi e Ispra. In forza di un decreto di sequestro del 2015, la mattina del 19 agosto scorso, la Polizia ha proceduto allo sgombero degli occupanti che, privi di scelte, si sono accampati nei giardinetti vicini. Il 24 agosto, le Forze dell’Ordine, in assetto anti sommossa e con l’uso d’idranti, hanno attaccato i rifugiati per sfollare la piazza procedendo all’inseguimento dei fuggitivi. Tutti erano abusivi e non aventi diritto d’uso, esattamente come i militanti di Casapound quando, nel 2003, occuparono uno stabile governativo al quartiere Esquilino. Le spese per l’uso abusivo dell’immobile furono poste a carico del Comune di Roma che, in seguito, pensò bene di donare l’intero stabile all’associazione neofascista.
Il sogno, magico, folle ma sereno, di una tiepida notte di fine estate svanisce bruscamente ancora una volta per volontà dell’uomo, unico e solo responsabile dei suoi mali.



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