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Dalla parte delle donne. Nessuna scusa per Brizzi e gli altri

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

16
NOV
2017

I miei dieci centesimi sulla decisione della Warner a proposito di Brizzi (il regista accusato di molestie da dieci attrici) con il quale l'azienda ha interrotto ogni collaborazione. A mio parere si tratta di una decisione assolutamente ineccepibile. Non perché si debba necessariamente prestare fede alla visione delle ragazze (sottoposte ad un paradossale "ribaltamento prospettico", quasi fossero le presunte colpevoli anziché le presunte vittime), ma perché la difesa di Brizzi riguarda solo la natura consensuale degli approcci, non la loro effettività. In altri termini si può dare per acquisito che abbia convocato le ragazze nel suo loft per ragioni professionali, che le abbia "provinate" con modalità finalizzate alla sua intenzione di avere rapporti sessuali con loro. Rimane -e rimarrà in perpetuo, temo- il dubbio che le ragazze si siano sentite abusate e se ne siano andate -come dicono loro- ovvero che abbiano accettato la proposta, come sembra dire lui. Anche nella versione di Brizzi, il suo comportamento è palesemente carente di professionalità. La Warner lo ha ingaggiato e lo paga un po' più di un netturbino perché faccia il regista; non per utilizzare questo incarico al fine di procurarsi "benefit" di natura genitale. Una gravissima scorrettezza, se non nei confronti delle ragazze, in quelli del proprio datore di lavoro, del quale è stata tradita la fiducia connessa a qualsiasi rapporto professionale. Scorrettezza aggravata dal legittimo sospetto che la selezione del cast dei film sia dipesa non dalla sagacia del regista e dalla sua sapienza cinematografica, ma dai livelli di svuotamento del suo scroto. Piantiamola quindi di versare calde lacrime sulle immaginarie cacce alle streghe, sulle denunce tardive/improprie/assenti, su quanto le ragazze siano state ingenue, disposte, promiscue. Qui c'è innanzitutto uno che non ha fatto correttamente il proprio mestiere; se poi sia anche un criptostupratore o uno affetto da satiriasi è tema inevitabilmente legato alle opinioni di ciascuno e alla sua coscienza, nelle cui profondità non mi permetto di entrare.
 



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