Super Mario (Bergoglio)
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Super Mario (Bergoglio)

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

15
MAR
2013

 

Il vantaggio di avere una sorella a Roma è che si apprende in tempo reale della fumata bianca, almeno telefonicamente. 
«E perché bla bla… Uh, perché sento tutte queste campane?». 
«Hanno eletto il nuovo Papa, Francesco». 
«Ma Francesco chi? Totti?».
«No, Francesco I, un argentino».
«Bene, l’inizio pare interessante e se il buongiorno si vede dal mattino…».
«Ma è sera, però».
«Ah, ok. Bene, dicevo bla bla e ancora bla…».
La notizia è dunque arrivata così, come una bandiera bianca e gialla infissa in un momento storico mai così grigio e deprimente. Abbiamo un Papa, non abbiamo ancora un governo, e se la Chiesa ha dimostrato di saperci fare con le resurrezioni (anche stavolta), lo stesso non si può dire della politica, incapace di risorgere dalle ceneri elettorali. Questo Francesco, già primo nel nome, compensa e lenisce l’epifania profana di Grillo, già rumoroso nel nome, che continua a infastidirci con le sue trovate che non hanno nulla da invidiare a quelle di certi totalitarismi evidentemente non ancora digeriti. Siamo andati a prendere il nuovo Papa dalla fine del mondo, o meglio, dall’inizio del nuovo mondo, e quella fumata bianca ha avuto l’effetto di non chiudere gli occhi della vecchia Europa, ma anzi di aprirli verso prospettive altre e più ampie, più vigorose nel brulicare demografico e più rampanti nelle potenzialità produttive. E il Grillo urlante invece ci riporta in una dimensione piccina, avara come il suo essere genovese, tutta concentrata nel proprio orto, quando mai come in questo momento sarebbe necessario invece uscire verso nuove realtà, nuove culture, nuove economie. La novità di un Papa che ha avuto modo di esprimersi sulla vetustà di certi atteggiamenti della Chiesa verso temi etici e sociali si scontra con l’avventura della grillina neo eletta che, impacciata e un po’ cafona come quel personaggio di Sordi alla Biennale di Venezia, dopo aver consumato alla bouvette di Montecitorio, icona della casta per eccellenza, fa per andarsene senza pagare: 
«Signora, mi scusi, ci sarebbe il conto…».
«Ah, ma io pensavo che fosse gratis, credevo che fosse un locale a disposizione dei parlamentari!»
«No, signora, siamo una ditta di catering esterna. E questo è il conto».
 
P.S. Tutte le notizie riportate in questo editoriale sono vere, dall’elezione del Papa, l'argentino Jorge Mario Bergoglio,  alla deputata-gnorri, dalla telefonata a mia sorella all’insopportabilità di Grillo. Forse solo le battute di Totti e del buongiorno “ma è sera” sono una finzione letteraria.
 
 


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