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Mrs. Politica, tossisca. Flebili sintomi di ripresa nella partecipazione

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

4
MAR
2019

Un medico lo direbbe così: la malata è ancora in stretta osservazione e la prognosi è riservata. Ok, la tosse forse non è l’immagine migliore per segnalare la gravità della situazione, ma parlare di coma sarebbe suonato mortuario ed inutilmente tragico. L’Italia ha vissuto le primarie del Partito Democratico con un sentimento duplice: da un lato lo stupore generalizzato per l’alta affluenza della consultazione, con 1,8 milioni di cittadini che si sono espressi, a fronte di previsioni che paventavano il mancato raggiungimento del milione di votanti; dall’altro lato vi è il disincanto verso la malata e la malattia.

Nei giorni scorsi era stata la piazza antirazzista di Milano a sollevare gli stessi dubbi: oltre 200 mila persone, secondo stime abbastanza concordi, avevano detto che il mondo è uno e uno è il popolo che lo abita. Anche qui però, si era giocato l’equivoco: esiste ancora la politica, quella legata ai riti di massa, alle piazze, alla partecipazione massiccia alle scelte dei partiti?

La domanda si presta sicuramente ad approfondite disquisizioni. Nell’epoca del populismo imperante e dominante, è certamente difficile esultare per dei sintomi di ripresa così flebili, ma forse una parte dell’Italia, nel giro di una settimana, ha lanciato un segnale capace di travalicare una parte e farsi promotore di un ritorno a un modo di concepire la politica slegato dalla pancia della gente e più vicino alle menti e ai cuori. Non è questione di sinistra o destra, di questo o quel partito: è la piazza, è il voto, è la partecipazione, che indica una strada.

Ora, per consolidare una stagione migliore della malata, serve dare peso e forza ai giovani, investire sulla loro leadership, ridare fiducia ai loro movimenti e farne il perno del nostro futuro. Non è possibile salvarsi guardando al passato: solo invertendo i teoremi che hanno relegato i giovani al traino dei vecchi si potrà finalmente ridare fiducia e speranza a chi oggi è deluso dalla sfera pubblica della nostra esistenza. 



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