MENU

Il problema delle nuove generazioni sono le vecchie generazioni / di Paolo Bruni

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

7
GIU
2019

Sottovalutati, redarguiti, sottopagati, sfruttati, sminuiti, raggirati, sfiduciati. È questo quanto subiscono i giovani esponenti delle nuove generazioni dalle precedenti che esternano le loro frustrazioni verso chi da loro avrebbe dovuto ricevere sostegno e sicurezza mentre, al contrario, esterna ostilità oltre i fisiologici conflitti generazionali che, normalmente, sono rappresentati dall’eccesso di protezione, nella diffidenza verso i nuovi usi e costumi e dal rifiuto verso le innovazioni.

Ciò cui è soggetto chi ha un’età compresa fra l’adolescenziale e i quarant’anni circa è il tentativo di condizionamento da parte delle generazioni precedenti che, per egoismo, false convinzioni e mancanza di fiducia, non intendono abdicare il controllo dell’intero sistema sociale.

Questo accade in molti ambiti, da quello scolastico a quello del lavoro, dove i ”saggi” si esibiscono in esercizi di potere senza offrire il meglio della loro esperienza che celano gelosamente. Eppure, è sufficiente accedere alle sfere dove le nuove generazioni si esprimono liberamente, per individuare una concentrazione di pensieri tutt’altro che astratti, dove emerge positività, raggiunta nonostante il clima sterile che li circonda. Per affermarsi, devono superare barriere e ostacoli, anche ingiustificati ma, nonostante le ostilità, cercano di autodeterminarsi e formare uno stile e un’identità personale.

Fra essi emergono vere eccellenze in tutti i settori che, nonostante la loro giovane età, sono capaci e motivati come nessuno nel passato. Giovani medici, studiosi, insegnanti, musicisti, scienziati, tecnici, sono incredibilmente preparati e fattivi, senza esternare tracotanza e superiorità al contrario di molti predecessori. Lavorano con turni massacranti, sono sottopagati, subiscono i soprusi dei loro superiori eppure, anche lamentandosi per la loro condizione, producono, creano, inventano quanto e come le vecchie generazioni non sono state neppure capaci d’immaginare anche avendo fruito di mezzi e opportunità. I fattori che li accomunano sono la determinazione e la costanza, cui alternano spontaneità e normalità disarmanti. Si è formata in loro la capacità di avvalersi solo delle componenti migliori del passato, rigettandone gli errori e proiettandosi verso il futuro con notevole senso del dovere verso il proprio ruolo e il bene del prossimo. Sono seri ma socievoli, cortesi e disponibili, molto professionali ma spontanei, spigliati, liberi da tabù ma limpidi e corretti. La loro esistenza dimostra come l’omologazione imposta forzosamente dai dettami del passato, si sia dimostrata inadeguata e inutile.

Laddove le menti si sono liberate dai legacci del perbenismo e delle ataviche convenzioni, l’estro e le attitudini personali sono emersi lasciando spazio ai singoli talenti che, così, hanno potuto e possono esprimersi al meglio e con alti livelli qualitativi. Loro osano e sperimentano ma con criterio e tralasciando di tessere eccessive elici e volute. Chi, al contrario, ha deciso di ricalcare gli stili del passato, rifacendosi a modi e tendenze delle precedenti generazioni, tende a riprodurre un modus operandi fatto di molte parole e poche certezze, rischiando di divenire brutte copie di brutti originali. Le cause sono riconducibili all’eccessiva sicumera delle vecchie generazioni sulle nuove, riscontrabile nella scuola, istituzione finalizzata all'istruzione collettiva, dove al contrario, l’eccessiva verticalizzazione dei ruoli, contrappone gli insegnanti agli alunni, impedendo lo sviluppo e l’emersione dei singoli talenti che sono soffocati dal nozionismo inconcludente, o come avviene nel mondo del lavoro e della ricerca, dove dirigenti e manager, collocati miracolosamente ai vertici, ottengono risultati solo per l’intraprendenza, la volontà e le capacità di giovani dipendenti sottopagati, ai quali è sottratto ogni merito.

In questo panorama sconfortante, simile a un cielo prossimo alla burrasca, appaiono intensi fasci di luce che riescono a forare qualsiasi coltre. Sono i talenti delle nuove generazioni, sviluppati anche in giovanissima età che, ringraziando cortesemente, si dissociano dalle inconcludenze e le improvvisazioni per concentrarsi nella costruzione di un futuro solido e duraturo. La bellezza, quella vera, avanza e non è tardi per sperare.



Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor