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Inferno Autostrade, ma per Isoradio: "State calmini"

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

7
GEN
2020

Dopo anni in cui sempre più gente si trasferisce nelle grandi metropoli del Nord, per studiare o lavorare, è normale che in particolare periodi dell’anno questi decidano di rientrare più o meno contemporaneamente a “casa”. Normale non è, invece, che le poche e vecchie infrastrutture presenti, figlie del dopoguerra, vengano ridotte nelle loro capacità. In questi giorni succede che sui treni non ci sia più posto, che i biglietti aerei siano tornati ai costi pre-liberalizzazioni (ricordate che solo 20 anni fa viaggiare volando costava mezzo stipendio?) cosi tocca riprendere la cara e vecchia automobile con buona pace di Greta e dell’ambientalismo. Purtroppo però questo è sempre di più il Paese della Giustizia (o dei giustizialisti?) e peggiorare un quadro difficile facendolo diventare drammatico è sport nazionale.

Lo scorso settembre la Procura di Avellino, titolare dell'inchiesta-bis su Autostrade per l'Italia, in seguito ad un incidente stradale avvenuto il il 28 luglio 2013 ha deciso di porre i sigilli su barriere sui viadotti dell’autostrada A14 nel tratto Pescara sud-Porto S.Elpidio tra i km 274 e 388. Risultato: per percorrere i 149 chilometri che separano Ancona da Pescara nel  weekend prefestivo non erano sufficienti oltre sei ore, in un tratto maledetto protagonista ormai da un paio d'anni di frequenti rallentamenti ma che negli ultimi giorni si è trasformato in un girone infernale. Ore e ore immobili su una sola corsia di marcia, e senza neanche la possibilità di percorrere strade alternative visto che la statale adriatica, che in quel tratto corre parallelamente all'autostrada, era ugualmente intasata. Una scelta giusta quella della Magistratura? Speriamo di sì, sicuramente una decisione che non ha minimamente considerato gli effetti che ha prodotto. Scegliere la cosa “giusta” infatti non comporta necessariamente le conseguenze migliori, anzi. Lo diceva Macchiavelli riguardo allo scopo ultimo della politica e cioè la ricerca delle soluzioni che comportassero le conseguenze migliori per la comunità. Ma quando la politica latita, la Magistratura si allarga e il danno è fatto. E così, dopo aver deciso che è “ingiusto” avere l’industria siderurgica in Italia, imponendo la chiusura immediata dell’altoforno 2 e di fatto facendo ricadere le pesanti conseguenze economiche/occupazionali della decisione sui soliti quattro gatti che la mattina si alzano per produrre in questo martoriato Paese, stavolta si decide che è “giusto” rendere impraticabile di fatto l’unica strada degno di questo nome presente sulla dorsale adriatica. Ma i magistrati sono certo si siano confrontati prima con il buon Dio che per fortuna, forse in occasione del suo compleanno, regala splendide giornate autunnali. Immaginate cosa sarebbe accaduto con piogge torrenziali o anche una semplice nevicata. Una tragedia. E’ giusto che a pagare (eventuali) colpe di concessionari o investitori privati alla fine siano sempre e solo i cittadini? E’ giusto metterli a rischio ulteriore? Questo è il frutto di epoca in cui va di moda l’ossessione del giusto ora e adesso e che dimentica completamente di considerare nelle decisioni le conseguenze che esse causano e su chi. Manzoni diceva “Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune”. Ma attenzione: un paese in cui giustizialismo e ossessione delle formalità vincono sul buon senso è un Paese che non ha futuro.

Per fortuna a tirar su di morale i poveri automobilisti c’è la radio IsoRadio e il pensiero d’augurio per il nuovo anno va a quella giornalista che afferma durante le ore più acute del disagio “ci state inondando di messaggi su situazione della A14, abbiamo capito che c’è qualche problema, ma suvvia sono giorni di festa, state raggiungendo le vostre famiglie per stare in vacanza. Che fretta avete? State calmini!” Ecco, non so se vale anche in questi giorni, ma, nel resto dell’anno si direbbe proprio “cornuti e mazziati”.



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