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GINO MONTANARO: Quei magnifici sei

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

27
APR
2012

 

GINO MONTANARO
Quei magnifici sei
 
Dopo il congresso che lo ha consacrato coordinatore provinciale del Pdl, con l’amico e vicario Perrini ha già fatto un ottimo lavoro: sei colleghi di partito scelti come candidato a sindaco in ogni comune della Terra Jonica sotto elezioni
 
«Cos’è un amico? Una singola anima che vive in due corpi.»
(Aristotele)
 
Un mese fa veniva celebrato il congresso provinciale del Popolo delle Libertà; il primo, dopo la tragica dipartita del deputato Pietro Franzoso (figura chiave del PdL tarantino), che ha visto un totale rinnovo dei vertici. Allora si confrontarono due mozioni: l’area Fitto proponeva l’ex sindaco di Ginosa (per due mandati consecutivi) Luigi Montanaro, detto Gino (48 anni), come coordinatore e il consigliere comunale crispianese Renato Perrini (40 anni) in veste di vicario. Tale formazione batté con distacco enorme quella proposta dall’onorevole Mantovano, più vicina alle istanze della destra sociale.
Gino Montanaro, avvocato, ha operato talmente bene nella propria cittadina che i ginosini hanno voluto, nel 2011, riconfermare la propria fiducia al simbolo del Popolo delle Libertà, oggi guidato dal sindaco Vito De Palma. Egli è, all’interno del coordinamento provinciale, l’anima AN della coppia, mentre Perrini rappresenta l’altra metà Forza Italia: l’affiatamento tra i due sta a significare che, in fondo, tra Alleanza Nazionale e Forza Italia non c’è stata una fusione a freddo totale e che, anche se non alle sfere alte (dove vediamo contrasti sempre più crescenti tra ex alleanzini ed ex forzisti), la formula del PdL può ancora funzionare bene. 
 
Chiudiamo il bilancio di questo primo mese da nuovo coordinatore provinciale del PdL?
«Sì. Beh, questo ricambio di vertice è arrivato un po’ tardi per la campagna elettorale, ma sia io che il mio collega, Renato Perrini, abbiamo cercato di accelerare quanto più possibile e ci siamo messi al lavoro già dal giorno successivo alla nostra elezione. Con l’amico Perrini abbiamo individuato subito altre sei persone da porre come candidato in ogni comune della Terra Jonica in cui si andrà a votare tra poco tempo: questi “magnifici sei”, oltre che amici, sono tutti esponenti validissimi, tutti appartenenti al Popolo delle Libertà. E posso inserire questo tra i successi del nuovo coordinamento: l’aver indicato un membro del PdL a capo di ogni coalizione di centrodestra, avendo pur sempre cercato di allargare quanto più possibile le coalizioni anche ad altre forze e alle istanze civiche…»
 
Martina Franca, dopo Taranto, rappresenta una grande opportunità per il Popolo delle Libertà, essendo la seconda città per importanza dopo il capoluogo. Andando oltre i simboli politici, mi piacerebbe che esprimesse un suo pensiero sull’uomo Marraffa.
«Conosco Michele Marraffa da oltre quindici anni, sempre per merito delle nostre esperienze amministrative. Michele è una persona estremamente seria, coerente e che ha un forte carattere. Queste caratteristiche personali non solo lo rendono il candidato migliore per il centrodestra di Martina Franca, ma ne faranno di lui il sindaco per tutti i prossimi cinque anni del mandato. Marraffa ha esperienza, capacità e carattere; requisiti ideali per governare efficacemente una comunità.»
 
Prima di arrivare al nome di Marraffa, però, il percorso è stato un tantino difficile. Arrivare alla metà fu un po’ un travaglio…
«Certo, ma è naturale che in ogni comunità che si accinge a votare esistano più aspiranti alla carica di sindaco. Succede a Martina come succede a Taranto, come anche in tutti gli altri comuni. E’ chiaro che, al momento della scelta, un partito serio deve stabilire dei parametri e delle regole che valgano per tutti.
Abbiamo scelto Marraffa per le sue caratteristiche, intrinseche ed estrinseche; abbiamo esaminato le sue esperienze sia da un punto di vista amministrativo, e ne possiede davvero a sufficienza per governare Martina, sia quelle caratteristiche personali di cui dicevo prima. Per esempio, quando gli fu chiesto di fare un passo indietro per il bene del partito, lui l’ha fatto. Oggi è arrivato, per Michele, il momento di realizzare un sogno: mettersi alla guida della città Martina Franca, la seconda nella provincia di Taranto per importanza e immensamente strategica per il centrodestra in Puglia.»
 
Abbiamo parlato dei successi del nuovo coordinamento targato Montanaro-Perrini, ma c’è qualcosa che avevate intenzione di portare a termine per queste amministrative e che non siete riusciti a fare?
«Noi, in tutti e sei i comuni, e in particolare a Taranto, abbiamo, come ho detto, cercato di allargare quanto più possibile il perimetro naturale del centrodestra. A Martina, insieme al candidato sindaco, possiamo contare sulle liste simbolo del centro destra italiano, Popolo delle Libertà e Puglia prima di tutto, e su quella civica, Idealista, ma non dimentichiamo che c’è stato anche un tentativo di dialogare e coinvolgere le forze del cosiddetto Terzo Polo e le altre liste civiche. Non ci siamo riusciti, ma non abbiamo nulla da rimproverarci; continuiamo a tenere le porte aperte e chiunque non abbia voluto aderire al progetto si prenderà le sue responsabilità: noi non abbiamo imposto veti di alcun genere; al contrario, abbiamo sempre fatto intendere di andare oltre i simboli del solo centrodestra. Questo, comunque, sarà lo spirito delle prossime tornate elettorali: cercheremo il dialogo con tutte le forze politiche, eccezion fatta, naturalmente, per quelle che fanno capo alla nostra avversaria storica: la sinistra.»
 
Bene. E su cosa il coordinamento punterà una volta terminate elezioni ed eventuali ballottaggi?
«Ecco, sulla base di quanto ho detto, noi siamo aperti a tutti, tranne che alla sinistra. Lasciamo la porta aperta a tutti, ma, soprattutto, siamo interessati al confronto dei programmi. Di solito, in prossimità delle elezioni, si parla di calcoli elettorali, accordi di coalizione… per noi, prima d’ogni altra cosa, si deve parlare di programmi! Io credo che un’alleanza sana si debba fondare innanzitutto sui valori e sui punti programmatici, ben determinati e precisi, da proporre all’elettorato come vera alternativa a quelli dei nostri avversari.»
 
E circa il suo rapporto col vicario Perrini? Com’è lavorare fianco a fianco con lui?
«Anche con Renato, il rapporto d’amicizia tra di noi nasce più di quindici anni fa; risale ai tempi della nostra permanenza presso la Comunità Montana di Mottola e, da allora, è nata un’amicizia vera, tra due persone leali, trasparenti e dal carattere determinato per le quali basta una stretta di mano per capirsi e intendersi alla perfezione. Poi Renato è l’uomo della mediazione, sempre attento a unire piuttosto che a dividere.
Vado d’accordissimo con lui e lo dico senza paura di smentita perché lo abbiamo dimostrato egregiamente durante questo primo mese di coordinamento. Non abbiamo mai trovato punti non convergenti: siamo sempre andati avanti insieme, con lealtà reciproca. E ritengo che questi siano caratteri che fanno, prima ancora del buon politico, una brava persona. E poi Renato ha un legame fortissimo con Martina Franca.»


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