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GIOVANNI CALIANNO:«Ben vengano i giovani»

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

5
MAG
2012

E lo dice lui che è un candidato ventiseienne, ma poi aggiunge: «che non siano degli sprovveduti». E per chi non ha mai lavorato e non ha mai fatto una campagna elettorale ed è già in lista, avvisa: «così “bruciate” il vostro nome»

Giovanni Calianno, 26, diplomato al liceo classico Tito Livio, è di certo uno dei giovani protagonisti dell’agone elettorale. Si candida con Idealista per Michele Marraffa. Conosce la situazione dei cittadini e le problematiche sociali in quanto responsabile di un patronato a Martina Franca: conosce le istanze dei più deboli e ha tutta l’intenzione di mettere in atto quelle strategie necessarie per far fronte e stare vicino alla gente bisognosa. A questo si aggiunga che non è completamente un neofita della politica: ha avuto un’esperienza politica già in passato, che lo ha portato ad avere un certo esercizio acquisito sul campo.

Essendo tu molto giovane, parliamo di queste tanto decantate nuove leve della politica. A Martina, quest’anno, sono tantissimi i candidati al di sotto dei trent’anni, così come a Taranto. E’ un fatto nazionale che si parli di “più giovani in politica”. Commentiamo insieme questo trend.
«I giovani devono essere, sì, inseriti nella politica purché si mantenga un anello di congiunzione tra vecchio e nuovo. Il “vecchio” è importante perché porta esperienza amministrativa che difficilmente un giovane ha. E’ difficile immaginare un giovane che si sappia destreggiare se catapultato di punto in bianco nella macchina amministrativa: passerebbe i cinque anni del mandato solo per capire come funziona. Dev’esserci un tramite tra il vecchio che porti esperienza e il giovane che porti proposte e istanze.
E’ bello vedere in tutte le liste martinesi così tanti giovani, ma allo stesso modo mi dispiace quando leggo nomi di persone che non hanno né esperienze lavorative né esperienze politiche alle spalle, non avendo mai militato in partiti o avendo fatto mai una campagna elettorale. Questi verranno bruciati tutti.»

E’ un po’ la strategia dei politici più scafati, no? Mandare avanti i giovani, che sono quasi sempre serbatoi di voti (un PR di diciannove anni ha potenzialmente più elettori di un pensionato), e poi magari abbandonarli per strada o usarli quando fa più comodo. Sono come carne da macello…
«Sì, il concetto di giovani in politica di oggi è un po’ come la questione “quote rosa” di ieri. E già era sbagliato parlare di quote rosa: se la donna è competente, deve stare in politica; se non lo è, è bene che ne stia fuori. Una volta che la questione femminile è stata superata, si è passati a strumentalizzare la questione giovanile.
Alcuni politici non fanno crescere i giovani: li utilizzano come strumenti parlanti. Non è pensabile che ci siano candidati classe ’92 o ’93. Non è accettabile! E’ palese che siano solamente dei burattini nelle mani di altri: non hanno alcuna esperienza nella politica e nell’amministrazione; come possono essere candidati credibili?»

Parliamo adesso della lista Idealista e del politico Marraffa.
«La scelta della lista deriva un po’ dal suo stesso nome: Idealista… data anche la mia età, mi sento ancora molto idealista, vicino alle idee del centrodestra. Per quanto riguarda il candidato sindaco, Michele Marraffa ha avuto sia forti esperienze amministrative, e quindi è “vecchio”, ma possiede anche uno spirito propositivo tipico di un “giovane”.
Michele è un imprenditore che, dal nulla, è riuscito a dare lavoro a centinaia di dipendenti (nella sola Martina) e a estendere le sue aziende sul territorio, portando il nome della città sia a livello nazionale che internazionale. La città deve puntare su Michele Marraffa. Sarò un po’ utopista, ma Martina ha le potenzialità per competere con altre realtà mondiali! E se da imprenditore lui è riuscito a fare questo, immaginiamo cosa potrebbe fare da sindaco. Michele Marraffa è la sintesi! Sintesi tra giovane e maturo e tra idee e concretezza.»

Ma anche l’aspetto umano è molto importante…
«Come persona lo apprezzo tantissimo: ha un grande senso di umiltà e non ho ancora incontrato, in questa campagna elettorale, un cittadino che si sia lamentato del suo comportamento poco gentile. Non è un politico lontano dalla gente e la dimostrazione sta nel fatto che nelle sue esperienze scorse ha sempre avuto un bacino elettorale che gli ha portato lo stesso risultato per anni. E’ un politico che non è mai sceso al di sotto, e tutte le critiche che gli muovono derivano da persone che non lo hanno mai voluto conoscere veramente. Non lo hanno voluto conoscere né come persona né come politico. E poi, diciamocelo, parecchie critiche sono solo strumentali e demagogiche, come quelle che di tanto in tanto spuntano da Facebook: facile nascondersi dietro un falso profilo…»

Va bene, le liste di Marraffa sono forti. Ma non trova nessun altro candidato sindaco che potrebbe stare alla pari con lui?
«Alla pari credo proprio nessuno, e per un semplice motivo: La coalizione di Marraffa è composta da tre liste, facendo solo in queste sintesi dell’operato di forze di professionisti e giovani. Non abbiamo voluto aumentare le liste per far vedere che siamo i più forti, come qualcun altro ha fatto (e alcuni hanno messo in campo anche cinque liste, colme di personaggi che riusciranno a malapena ad avere il voto proprio e, seppure, quello della moglie!). Confido molto nella nostra forza e per questo non riesco a vedere un avversario capace di tenerci testa. Potrei azzardare che si possa anche vincere al primo turno!»

Interessante la faccenda del “più liste ho, più forte sono”. E’ una tecnica simile a quella usata dalla mangusta: quando questa lotta contro un serpente, rizza il pelo per infoltirlo, così apparire più grossa di quanto non sia veramente. Tornando a noi, secondo Lei quanto influirà il fatto che il PdL era parte della maggioranza la scorsa amministrazione?
«C’è un dato: tutti coloro che hanno sostenuto strenuamente il sindaco uscente, oggi sono  in un altro partito. Tutti coloro, invece, che gli hanno fatto opposizione, oggi sono presenti nel PdL. Se facciamo un'altra analisi, vedremmo che quelli del PD che si un tempo gli furono opposti oggi sono fuori dallo stesso Partito Democratico, e ciò non rende chiaro se il Partito Democratico fosse pro o contro quell’amministrazione. Ed è stato mortificante per un giovane cittadino martinese vedere che le persone che criticavano fortemente il vecchio sindaco fino all’ultimo gli hanno poi votato il bilancio pur di rimanere ancorati alla poltrona.
Il PdL, quello di oggi, ha sempre mantenuto la sua coerenza e, nel momento in cui si sono accorti che così non poteva andare avanti, ha fatto un atto di umiltà ed è tornata sui suoi passi togliendo la fiducia. E Marraffa adesso dice: “Se non ci saranno le condizioni per governare, come ho tolto la fiducia a Franco Palazzo, così mi dimetterei io stesso”.»

Quali sono i punti principali del suo programma personale?
«I punti fondamentali sono tre: anzitutto bisogna permettere alla città di sbloccarsi. Non è possibile vedere dei giovani disoccupati. Martina deve sbloccare la sua economia, snellendo la burocrazia, facendo un piano regolatore e dando la possibilità ai giovani di fare impresa.
Il secondo punto è migliorare la situazione economica, dato che c’è troppa gente che si affida ad ammortizzatori sociali, e questo è umiliante. E non è accettabile che il politico si faccia garante di cose ce non può promettere. Non si può scherzare sulla dignità delle persone, così come non si può fare demagogia su queste cose.
Il terzo punto riguarda ancora i giovani: un tempo c’era InformaGiovani; oggi non c’è nemmeno più lo sportello per orientarsi nell’istruzione. Abbiamo ragazzi appena diplomati che escono dalle scuole in balia delle onde. Non sanno come districarsi all’università e non sanno nemmeno da dove partire per cominciare un impresa. InformaGiovani faceva un po’ di tutto questo, ma poi è sparito. Bisogna che qualcuno gli ascolti. E bisognerebbe dare ascolto anche alle associazioni, collaborando con loro. Potremmo creare una forma di coordinamento per loro, ma senza strumentalizzarle nella campagna elettorale. Il sociale non può sottostare alle logiche di elettorato e bilancio.»

Salvaguardare i giovani frenerebbe l’emigrazione giovanile, che ogni anno costa al Sud miliardi (10 all’anno per l’esattezza). Un ultima cosa: la parola chiave di queste elezioni.
«Speranza. Per me la parola chiave è speranza.»

Speranza per cosa?
«Speranza nel rinnovamento politico e speranza nel poter ridare a Martina ai martinesi. Questa è la prima cosa che mi viene in mente.»



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