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Dante Capriulo/«Sindaco, non sia zavorra»

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

14
FEB
2014
Intervista al Consigliere comunale, rivale di Stefàno alle ultime comunali: «Il Borgo antico che crolla è lo specchio di una amministrazione decadente»
 
Consigliere Capriulo, ci dia un giudizio a caldo dell’operato di questa Amministrazione comunale?
«Credo assolutamente insufficiente a governare le gravi difficoltà sociali, ambientali, lavorative, di sviluppo che attanagliano Taranto».
Quali, secondo lei, sono stati i temi non risolti da parte di questa giunta?
«Innanzitutto si è balbettato sul tema ambientale, sempre rincorrendo la Magistratura penale. Poi sul tema dello sviluppo non ci sono state idee realmente efficaci. A cui bisognerebbe aggiungere alcune questioni sulla qualità della vita dei cittadini come la mancanza dei servizi primari (acqua, luce, fogne) ancora per migliaia di cittadini. Il Borgo antico che crolla, credo sia lo specchio di una amministrazione decadente».
Crede che oramai sia arrivata l’ora di voltare pagina e di dare alla comunità tarantina un governo migliore?
«Lo credevo due anni fa (quando scelsi di rompere con la mia parte politica candidandomi a Sindaco) e lo credo ancor di più oggi: Taranto ha bisogno di un nuovo governo cittadino, più forte, più illuminato, più adeguato alle micidiali sfide che ogni giorno deve affrontare». 
Su quali scelte e iniziative la città di Taranto dovrebbe puntare?
«Premettendo il necessario e ineludibile risanamento ambientale, che possa farci affermare che nessun tarantino dovrà più essere esposto a un rischio irragionevole per l’inquinamento industriale, credo che allo sviluppo alternativo che punti alle risorse naturali del territorio (il mare, il territorio, la laboriosità di tanti) senza tralasciare la piccola e media impresa manifatturiera, che può avere nella logistica il volano fondamentale di sviluppo».
Vuol lanciare un appello al Sindaco Stefàno e ai suoi collaboratori?
«Auguro al Sindaco di superre al più presto i suoi problemi di salute, per poi poter liberare la città dall’ingombro della sua presenza e dei suoi fedelissimi, per far sì che Taranto possa volare, senza zavorra, verso un futuro migliore».
 


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