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Per coerenza/ Fini e l'infante

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

14
MAR
2014
L'ex Presidente della Camera, Gianfranco Fini,  a Martina Franca per presentare il suo ultimo  libro "Il ventennio". Tutti d'accordo tranne l'assessore Donatella Infante
 
Arriverà domani alle 16:30 nella sala consiliare di Palazzo ducale, l'ex Presidente della Camera Gianfranco Fini. L'occasione è la presentazione del suo ultimo libro "Il ventennio", quello berlusconiano, non quello mussoliniano. Non una semplice presentazione, ma l'occasione per analizzare questi ultimi anni di vita politica italiana. L'incontro è stato moderato dal consigliere comunale Martino Miali, che ha fortemente voluto la presenza di Fini a Martina Franca, e ha visto gli interventi dell'assessore Antonio Scialpi, del consigliere comunale Michele Muschio Schiavone e del professor Vito Fumarola. 
L'evento si è svolto sotto l’egida del Patrocinio del Comune di Martina Franca concesso, con voto unanime dei presenti, con la delibera di Giunta n. 82 del 25 febbraio scorso. Tra i presenti però non figura l'assessore in quota SEL, Donatella Infante, che al momento della trattazione ha pensato bene non parteciparvi. Sicuramente tale decisione non nasce da un astio contro la "persona", ma per motivi puramente politici visto il passato di Gianfranco Fini che, come tutti ricorderanno, nasce politicamente nel M.S.I. di Giorgio Almirante, ministro del Minculpop del precedente ventennio. Così l'ala sinistra dell'amministrazione comunale ha deciso, con un rigurgito di coerenza, di dire no al "fascista" Fini  e non ha partecipato al voto. Bene, ci piace. In fondo la coerenza è coerenza e da SEL di esempi ce ne vengo tanti. E' coerenza: quando siamo dalla parte dei lavoratori ILVA per poi chiamare sghignazzando all'amico Girolamo; quando, in spregio al dolore di centinaia di famiglie, preferiamo "una diagnosi tumorale" a un rinvio a giudizio; quando in giunta o in consiglio comunale accettiamo i voti di chi ha condiviso gran parte del cammino politico di Fini. O forse no, perchè era ancora più a destra.     
 


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