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Martina Franca/Mancata pubblicazione Piano Triennale: salta il Segretario Generale?

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

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LUG
2014

 

Sarà arrivata sulle note del festival della Valle d’Itria oppure con i profumi di questa pazza estate, fatto sta che una strana sindrome viaggia per le stanze di Palazzo ducale colpendo, senza distinzione di ruolo, chi è incaricato a pagare le bollette della luce, chi deve pubblicare all’Albo Pretorio il Piano Triennale delle Opere Pubbliche, oppure chi è tenuto a controllare che tutto ciò sia stato fatto. Quanto successo in questi ultimi giorni a Martina Franca, non ha precedenti, forse in tutta la nazione e questi sì che saranno “fatti che rimarranno nella storia”.

Ma cosa sta succedendo per davvero a Palazzo ducale? Se il mancato pagamento delle bollette Enel, relative alla fornitura di energia al Cimitero, ha provocato un disagio di circa 48 ore, anche se la figuraccia avrà vita molto più lunga, la “dimenticanza” della pubblicazione del Piano Triennale delle Opere Pubbliche oltre ad avere un effetto negativo immediato, ovvero amministrare ancora per altri due mesi in dodicesimi, poteva averne uno davvero devastante: lo scioglimento del Consiglio Comunale.

Chi ha sbagliato, e perché? Molti vedono in quanto accaduto un maldestro tentativo di far saltare l’Amministrazione Comunale con il sindaco Franco Ancona che, nonostante qualche onda anomala, riesce a tenere saldamente dritta la barra del timone.

Ora, cercare di scaricare le responsabilità sul “più fesso dei monaci” (che nel proverbio è quello che porta la croce, mentre in questo caso è il dipendente che materialmente doveva pubblicare il Piano Triennale all’Albo Pretorio), è un ridicolo tentativo di scaricabarile.

I maggiori indiziati del pasticcio, come già scritto ieri, sono in tre: il dirigente ai lavori Pubblici Giuseppe Mandina, la dirigente di ragioneria Maurizia Merico e il segretario generale Eugenio De Carlo che, secondo voci di corridoio, ha già le valige pronte.

Al sindaco Franco Ancona resta il dovere morale di fare piena luce su quanto accaduto perché, anche se ipoteticamente non si è trattato di un maldestro tentativo di colpo di mano, siamo di fronte a una “leggerezza” commessa da chi in un’azienda privata sarebbe già stato presi a calci nel sedere, mentre al Comune di Martina Franca vede, con la condiscendenza di chi amministra, lievitare contro legge il fondo premialità (premiare per cosa poi… sigh!) fino a 300mila euro.  



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