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Un, due, tre, STAFF

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

14
SET
2012

 

Giunti a palazzo Ducale i curricula di oltre un centinaio di aspiranti staffisti che speravano in tre posti in realtà già “predestinati”. Messo in atto dall’Amministrazione Comunale, ecco un grossolano tentativo di “trasparenza” che, deficitario dal punto di vista della comunicazione, richiede ora almeno due semplici gesti: le scuse ai partecipanti e la restituzione dei soldi spesi per le raccomandate
 
Scade alle ore dodici di oggi, venerdì 14 settembre, il termine utile per presentare il curriculum di chi volesse partecipare alla selezione “per il conferimento di incarico di collaborazione da assegnare all’ufficio staff del Sindaco” cioè quello che più comunemente viene conosciuto come “staffista”. Che il neo primo cittadino avrebbe costituito il suo staff così come fatto, in termini e modi diversi, dai suoi predecessori era più che certo, tanto che la cosa non destava particolare attenzione e curiosità se non nel nome di uno dei papabili in circolazione. In fondo era noto a tutti che, già dai primi giorni del suo insediamento, con Franco Ancona erano saliti a palazzo Ducale almeno tre  persone che in seguito avrebbero fatto parte ufficialmente del suo staff. Ma come un mare in bonaccia che all’improvviso viene scosso dalla tempesta, è bastato che all’Albo Pretorio del comune venissero pubblicate la delibera n. 83 e i due avvisi pubblici per la “ricerca” di tre staffisti, che tutto assumesse aspetti completamente diversi e cangianti, chiaramente a seconda della “sponda” giudicante. Si è parlato a vario titolo di: “trasparenza” (più o meno ampia - più o meno scarsa), “bufala”, “presa in giro”, “atto dovuto”, “rapporto fiduciario” sic et simpliciter, “tanto rumore per nulla”, “di quelli di prima” e via discorrendo. Chi avrà ragione? Le ipotesi come le “controindicazioni” sono tante, ma non possiamo non partire se non dalla considerazione che il ruolo di staffista non può prescindere da uno stretto rapporto di fiducia con il Sindaco così come, in fondo, non può non essere di “fiducia” il rapporto con i dipendenti, i funzionari e i dirigenti comunali. Così dando per buona l’ipotesi che l’avviso pubblico, per via del “Regolamento sull’ordinamento degli uffici comunali e dei servizi” approvato dal Commissario Straordinario il 12 gennaio scorso,  fosse un atto dovuto e che non si è voluto prendere in giro nessuno, anche se sarà difficile spiegarlo a chi ha presentato il curriculum (e di conseguenza in questi giorni ha tanto sperato nel cosiddetto “nuovo corso”), qualcosa da chiarire resta e i dubbi avanzati da più parti, dopo la lettura degli avvisi pubblici, restano intatti e in attesa di risposta. Procediamo con ordine iniziando da quello che ancora “non è” ovvero i ruoli di “indirizzo e controllo in materia di urbanistica” e di “indirizzo e controllo in materia di procedimenti amministrativi complessi” che sembrerebbero tagliati su misura per l’arch. Giancarlo Mastrovito e l’avv. Bruno Semeraro. Nulla da eccepire sulle persone e sulla loro preparazione e professionalità, ma perché proprio loro? Nel caso di Bruno Semeraro, che il giorno del giuramento ha donato ad Ancona la sua fascia di Sindaco indossata dal 1998 al 2011, si può parlare della ricostituzione della “squadra che vince non si cambia”. Infatti in quella esperienza amministrativa oltre allo stesso Bruno Semeraro, a vario titolo c’erano proprio Franco Ancona, Lorenzo Micoli, Tonino Scialpi e Pier Domenico Gallo Per Giancarlo Mastrovito, staffista di Semeraro per poco tempo, si tratterebbe invece di ricoprire  in maniera “anomala”, in quanto non in giunta, il ruolo di Assessore all’urbanistica, incarico che a tutt’oggi viene svolto a interim dallo stesso Sindaco (così come fatto con effetti devastanti dal suo predecessore) il quale, secondo i ben informati, già da tempo si avvale con una certa frequenza della volontaria e gratuita collaborazione dell’arch. Mastrovito. A complicare le cose e a rimescolare le carte del mazzo però starebbe per arrivare il “No, grazie” dei due designati che vedrebbero, sotto certi aspetti, compromessa la professione svolta. Veniamo ora a quello che “è”, ovvero all’avviso pubblico che richiede tre staffisti e al quale hanno risposto oltre un centinaio di persone. Iniziamo con il Capo di Gabinetto, ruolo notoriamente destinato a Lorenzo Micoli, grande “pasionario” della sinistra martinese che a palazzo Ducale, a dispetto del ruolo assegnatogli, sarebbe più una mente (e che mente), che un braccio. Una sorta di cardinale Richelieu della Valle d’Itria. E che il suo compito non sarà esclusivamente quello previsto dall’avviso pubblico, lo si può intuire anche dal compenso stabilito che, al lordo supera i tremila euro ed è superiore a quello dello stesso Sindaco. Di certo un buon compenso che lascerebbe soddisfatte diverse persone, soprattutto quelle che hanno entrate incerte a fronte di spese certe. Chi invece, a giudizio di chi scrive, da questa vicenda esce bistrattato, oltre agli ignari depositari di curricula, sono le due giovani laureate, perché trattasi di laureate, chiamate per: “gestione degli appuntamenti, telefonate, relazioni interne e esterne; organizzazioni riunioni, incontri, convegni, cerimonie, inaugurazioni, ecc,; disbrigo corrispondenza del Sindaco e degli Assessori Comunali, rapporti istituzionali, rapporti con la stampa, collaborazione istruttoria atti politici a valenza generale ecc.” e tutto questo in venti ore settimanali. Roba da non crederci. E infatti non ci crediamo, perché se si vuol fare davvero un buon lavoro, di ore lavorate ne servono molte di più. Le due poverette, che già stanno lavorando gratis da giugno (questa non è cosa buona in generale, figurarsi per un’amministrazione di centrosinistra che teoricamente più di altre dovrebbe tutelare i diritti dei lavoratori  - attendiamo presa di posizione della CGIL locale), per “ipotetiche” venti ore settimanali di lavoro, percepiranno mensilmente un compenso netto vicino ai seicento euro, cioè quanto compete a un lavapiatti che in più ha diritto anche alla quattordicesima (sempre se il lavapiatti è assunto e pagato secondo contratto). In tutta la vicenda si è fatta un po’ di confusione ed è mancata la comunicazione  sprecata a iosa, per esempio, per la venuta a Martina Franca di Erri De Luca che, solo per poco, non ha sostituito la statua di San Martino a cavallo che sormonta l’arco di Santo Stefano. Forse uno dei punti cardine della campagna elettorale di Franco Ancona, ovvero “l’investimento sui giovani”, si è trasformato in “giovani investiti” a partire dall’illusione di una selezione/non selezione fino ad arrivare a un compenso mortificante per le professionalità messe a disposizione. E se qualcuno alla fine, per evitare ulteriori polemiche, tentasse di “rovesciare il tavolo” procedendo a una selezione vera, farebbe ugualmente delle “vittime” proprio in quelle persone che illuse dal miraggio di un “posto da staffista”  hanno per mesi lavorato gratuitamente. Signori, la frittata è servita.


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