MENU

Dalla "colonia" Taranto ai Marò

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

17
DIC
2014

 

 

Doppio intervento dell’onorevole Gianfranco Chiarelli che stigmatizza il comportamento del Governo centrale sulle vicende “Tempa Rossa” e “Marò” così diverse tra loro, ma così tanto importanti per il territorio ionico. 

 

 

Per l’onorevole Gianfranco Chiarelli “l'emendamento alla legge di stabilità, che di fatto spiana la strada alla realizzazione del progetto Tempa Rossa, ignorando completamente la volontà della comunità tarantina, conferma ancora una volta come il governo, nonostante le tante dichiarazioni sulla centralità di Taranto e   la sua presunta rilevanza nazionale,  in realtà consideri il territorio ionico una sorta di colonia.

E' evidente – continua Chiarelli -che, vuoi nel caso Ilva, vuoi per l'Eni, si stiano adottando provvedimenti che tutelano solo interessi economici, mascherati da ragion di Stato, ignorando la volontà dei tarantini e negando qualsiasi forma di dialogo.

Rispetto alle questioni di fondo, che riguardano il rapporto lavoro-ambiente-salute, è bene chiarire che da parte di Forza Italia non vi è alcuna posizione precostituita, nè si intende opporre un no preconcetto a qualunque iniziativa; anche per Tempa Rossa l'attuale valutazione negativa può cambiare se si verificassero due condizioni irrinunciabili: garanzia assoluta sull'impatto ambientale e adeguate compensazioni. Non si può pensare di liquidare la questione con poche decine di posti di lavoro o qualche mancia.”

Sull’affaire “Tempa Rossa” Chiarelli conclude: “Basta con le decisioni calate da Roma senza confronto con il territorio. In Parlamento daremo sicuramente battaglia.”

 

Per la vicenda Marò, invece, “non basta lo sdegno: soluzione politica da ricercare sul piano internazionale; blocchiamo le missioni italiane all'estero.” E’ questo in sintesi il pensiero di Chiarelli. Per l’onorevole di Forza Italia “il 13 gennaio scade il semestre di guida italiana della Unione Europea; quello stesso giorno Massimiliano Latorre dovrà fare ritorno in India, raggiungendo l'altro militare pugliese, Salvatore Girone. Una coincidenza emblematica che dice come neppure la circostanza favorevole della guida dell'Europa sia servita a sbloccare una situazione che, gestita malissimo dal governo Monti, non ha avuto migliore esito con Letta e oggi con Renzi.” Per Chiarelli, “non basta lo sdegno, nè si può pensare ad un soluzione sul piano dell'azione giudiziaria. Che il ministro Pinotti alzi la voce reclamando il diritto di Latorre a curarsi in Italia, può starci, ma una tale istanza è plausibile se proveniente dai familiari dei due militari, non dal ministro della difesa. E' evidente che ormai la questione si possa risolvere solo sul piano della mediazione internazionale; vista l'inerzia finora registrata occorre una azione forte: l'Italia blocchi tutte le missioni internazionali.”



Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor