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Martina Franca/Il cadavere del nemico

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

4
GEN
2015
Mentre tutti sono con il naso all'insù aspettando la nevicata prevista tra il 5 e 6 gennaio, Pino Fedele, il coordinatore cittadino di Sel, pur ammettendo qualche carenza nella gestione dell'emergenza neve, stigmatizza il comportamento dell'opposizione e di quanti in un momento di difficoltà, piuttosto che dare una mano e unire la città, hanno fatto di tutto per dividerla. Oggi 3 Gennaio 2015 la città di Martina Franca è ritornata alla normalità. Una nevicata in poche ore ha fatto cadere 50 cm di neve che nella nostra città non si vedevano dal lontano 1987. Questa emergenza ha fatto scoprire una città DIVISA soprattutto nell'approccio politico, con da un lato l'amministrazione che ha lavorato per dare immediata soluzione e dall'altro l'opposizione che ha fomentato e stimolato i più inutili, e pericolosi, malcontenti fini a se stessi. Ci piace ricordare come in tanti anni di storia la nostra città si sia distinta, riuscendo nelle avversità a far fronte comune per contrastare eventi che hanno colpito la cittadinanza in maniera anche più grave di quest’ultimo. L’evento eccezionale ha creato disagi ma ciò è inevitabile. La macchina organizzativa si è trovata ad affrontare un enorme lavoro, in poco tempo e con risorse contingentate. Ha mostrato problemi e, va riconosciuto, anche un po’ di inesperienza ad affrontare tali fenomeni . Si può migliorare, facendo tesoro delle cose che non hanno funzionato al meglio. Fra queste mettiamo anche la mancanza di un piano organizzato e preciso di protezione civile, che credo dai prossimi giorni si possa iniziare a pianificare, finanziare e realizzare. Noi diamo la nostra disponibilità politica ad affrontare tali tematiche anche all’interno del Piano di Rigenerazione Urbana che andrà a definirsi, al fine di rendere la città pronta a fronteggiare le future emergenze che possano verificarsi sia con riferimento al centro urbano che con riferimento all’agro. Se da un lato abbiamo riscontrato le problematiche, dall’altro abbiamo visto, con un livore senza precedenti politici, dividersi e cavalcare l'emergenza arrivando a definire la nostra città “una barzelletta”, contrapponendo la “cittadinanza pura" ai “bambini” stranieri nati in Italia, addirittura sospettando la “malafede” sottacendo il più classico dei "si sapeva” (utile solo a posteriori). Si è aperto un teatrino di comunicati, conferenze stampa e dichiarazioni di esponenti politici, cittadini e nazionali, mentre ancora per strada gli operai sono impegnati a rimuovere i cumuli di neve e i cittadini a cercare di ritornare alla normalità. Su questo modo di intendere la dialettica politica il nostro giudizio è in netto disaccordo. La nostra è una comunità che non deve farsi spaventare, ne tantomeno strumentalizzare, da 50 cm o da anche un metro di neve. Quello che a noi piace vedere è l’infaticabile gente di sempre, quella che sa che anche se è San Silvestro alcuni lavorano e devono lavorare comunque e che non si arrendono ne si scoraggiano. Martina è quella gente che si da una mano sempre e soprattutto nelle emergenze, e che non ha tempo da dedicare a polemiche strumentali e strumentalizzate. Quell’agro che si definisce dimenticato sa come ci si comporta quando nevica, meglio di chi abita in città, e sa che per dare da mangiare agli animali deve mettere il fieno a riparo. Questa gente non ha mai chiesto il sale per il proprio campo, questa gente sa come far fronte alle difficoltà e non aspetta lo spazzaneve per darsi da fare in prima persona. Questa gente di instancabili lavoratori non ha mai aspettato che spargessero il sale sulla SS 172 per andare a dare il cambio ai propri colleghi all’ILVA la notte di Natale o di San Silvestro. Questa gente non arriva a dire che potranno mangiarsi i loro figli se non arrivano i mezzi del Comune. Tutta la gente di Martina Franca sa che in un’emergenza ci si da una mano e che sicuramente gli altri stanno facendo lo stesso, compreso l’amministrazione e la politica. Quella politica che vedeva uniti un tempo in simili situazioni e che dava l’esempio per contrastare le avversità. Abbiamo perso l’opportunità questa volta di dimostrarlo, se non altro per recuperare quello spazio che sempre più ci sta allontanando dalla gente e dai loro problemi. Se vogliamo essere classe dirigente di un Comune, o aspiriamo ad esserlo, in futuro cerchiamo almeno di assomigliare lontanamente all’animo di questa meravigliosa terra e all’instancabile voglia di andare avanti, nonostante le avversità, dei suoi cittadini. FINIAMOLA UNA VOLTA PER TUTTE DI ASPETTARE, a scapito dei Martinesi, IN RIVA AL FIUME IL CADAVERE DEL NOSTRO NEMICO.


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