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Martina Franca/Sotterrate i tablet di guerra

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

8
GEN
2015

In vista del FORUM cittadino organizzato dall'Amministrazione Comunale per sabato 10 gennaio, dai Giovani del Partito Democratico arrivano interessanti spunti di riflessione su politica, comunicazione e partecipazione.

 

"È inutile negarlo, a ciascuno di noi tocca vivere un’epoca unica, con i suoi pregi e i suoi difetti, ciò può stare bene a qualcuno e male a qualcun altro, ma di fatto è una condizione che non si può cambiare;  quello che resta da fare è cercare di viverla al meglio.

A noi è toccato vivere la nostra vita in un momento preciso nella cronologia tecnologica, quando social network, blog, chat, wiki e siti di condivisione video o foto hanno iniziato la loro inarrestabile crescita. Sempre connessi, smartphone perennemente in mano, abituati a condividere più o meno tutto all’instante e a non aspettare troppi minuti per ricevere una risposta. Siamo i facebookiani!

Consideriamo questa nostra condizione, non un male (se utilizzata con equilibrio), se pensiamo che questo ci permette in pochi secondi di avere accesso, praticamente, al TUTTO. Si calcola che in una sola uscita domenicale del New York Times ci siano più informazioni di quante potesse conoscerne un uomo colto del Rinascimento nel corso di tutta la sua vita.

Questo fa si che ci serviamo di mezzi virtuali per alimentare le nostre speranze di recuperare ciò che ci manca, nella vita reale. Aggiungiamo amici alle nostre liste per allungarle all’infinito, poi li cancelliamo a piacimento. La verità è che a nessuno di noi basta un “mi piace” e la rete non può sostituire la comunità reale. La prima è il luogo della libertà, la seconda della sicurezza. Sulla comunità si può contare come su un vero amico: è più affidabile. Ma anche più vincolante, ti controlla. La rete è libera, ma serve soprattutto per i momenti di svago. E per uscire dalle relazioni, in fondo, basta spingere il tasto delete. Però siamo tutti d’accordo sul fatto che tra abbracciare qualcuno e mettergli un “like” ci sia una certa differenza.

 

Sarà forse per questo che spesso, però, per definire il nostro tempo si utilizza il concetto di “modernità liquida”, noi crediamo però che liquidità non voglia dire leggerezza.

Anche il mercurio, che è liquido, ha un peso specifico maggiore dell’alluminio!!! E allora ?!

Sappiamo che Aristotele si interessò alla politica come “pratica” tipicamente umana, estranea sia agli dei che agli animali: solo gli uomini, a suo avviso, erano capaci di “agire” politicamente in quanto la politica è parola e azione comune, che richiede necessariamente la presenza di altri.  Definizione, questa, che coglie  la relazione che esiste tra l’azione politica e la condizione umana di “essere insieme nel mondo”: la politica diventa una risposta al fatto di “essere nel mondo”. Tale risposta passa attraverso la partecipazione di uomini liberi e uguali alle discussioni nell’arena pubblica. La capacità di organizzarsi e prendere decisioni collettive in modo pubblico era alla base della vita democratica della polis aristotelica, e deve essere anche adesso, proprio nel nostro tempo, il fulcro portante del nostro vivere civile.

La domanda a questo punto dovrebbe essere: cosa s’intende per democrazia virtuale? Può esistere la democrazia nella rete? E se si, in che modo si concretizza?

E’ davvero auspicabile vivere in un mondo in cui l’unico modo che conosciamo per esprimere il nostro dissenso sia quello di affidare le nostre riflessioni e soprattutto lamentele alla tastiera di un computer o di un touchscreen ?

Dove le tematiche più significative, che meriterebbero riflessioni, discussioni, studio e approfondimenti, vengano affidate solo a pseudo referendum online? A nostro avviso NO!

Il rischio non è tanto dettato dal fatto che, ad ogni modo, si tratta di profili che portano il nome di persone che potenzialmente potrebbero non esistere; false identità che potrebbero fare capo ad un’unica mente che voglia solo manipolare l’opinione pubblica, facendo credere, magari, supportata da consenso qualcosa che è voluto da uno solo.

Il pericolo è un altro: un eccesso di presunzione di democrazia, costruita sulle fondamenta d’argilla del web e non sul confronto diretto e la partecipazione, anche fisica, alla vita politica.

Sarebbe troppo semplice per noi, che abbiamo scelto di tesserarci in un partito, dire che il luogo giusto in cui far confluire le nostre idee e proposte, un luogo di in cui ricercare soluzioni condivise sia il PARTITO.

Troppo scontato (forse) anche perché potreste controbattere dicendoci che i partiti nel corso del tempo hanno cessato di essere strumenti nelle mani dei cittadini organizzati per divenire sempre più centri di interesse, percepiti dai cittadini come occupanti abusivi dei luoghi del decidere. Ok!

E’ vero (forse) anche  se personalmente crediamo che le cose vadano cambiate dall’interno.

Bene, non parliamo di partiti  ma parliamo di PARTECIPAZIONE ATTIVA, quella vera!

Per il prossimo Sabato 10 gennaio alle 18, presso il Salone di Cristo Re in Piazza Marconi, l’Amministrazione comunale, ha organizzato un forum cittadino per avere la possibilità di incontrare noi cittadini, dialogare, e soprattutto per ascoltare le varie problematiche, esigenze, proposte e perché no, anche le critiche.

I giorni passati, come tutti sappiamo, sono stati caratterizzati da polemiche, disappunti a volte manifestati con toni molto accesi e soprattutto esternati tramite l’utilizzo dei social.

L’invito che noi Giovani Democratici vogliamo fare a tutta la cittadinanza è quello di PARTECIPARE per dialogare, confrontarsi, criticare e proporre.

Altrimenti saremo costretti a rassegnarci alla triste conclusione  che , in realtà, siamo bravi solo a lamentarci, per giunta stando comodamente seduti sul nostro divano , solo al sicuro dietro questo maledetto schermo che ci fa da scudo, forti della convinzione che ci siamo creati che se le cose non vanno come vorremmo di certo non è colpa nostra, ma loro! Dimenticandoci che democrazia rappresentativa non è sinonimo di delega in bianco ma che diritti e doveri non possono viaggiare su binari separati perché quando cresce la cittadinanza responsabile aumenta, contemporaneamente alla consapevolezza dei propri DIRITTI , il DOVERE di contribuire ad una migliore qualità della vita, lavorando fianco a fianco con le istituzioni.

PARTECIPIAMO, quindi, ma facciamolo facendo sentire la nostra voce, guardandoci negli occhi e soprattutto collaborando per la risoluzione dei problemi, non solo limitandoci a sfogare la nostra rabbia utilizzando toni troppo accesi contro qualcuno, perché così facendo, stiamo solo perdendo l’opportunità di  costruire qualcosa di positivo per tutti noi e, soprattutto, per quelli che verranno dopo di noi.  Grazie."

Foto: Valentina Lenoci




Commenti:

Tristan 8/GEN/2015

Ascoltare le varie problematiche? ma durante la campagna elettorale di cosa si è parlato, di pizze e fichi. Come se il web fosse il problema e non l'incompetenza di chi governa.

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