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Beati i poveri di "Pepe"

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

23
NOV
2012

Sono i poveri uruguayani ai quali il loro Presidente della Repubblica destina il 90% del proprio stipendio. E a Martina?

Come in un sogno o nel classico lieto fine di una favola, capita anche nella realtà di imbattersi in una notizia di quelle che ti apre il cuore. Nell’edizione di mercoledì 16 novembre scorso de “La Stampa”, Gian Antonio Orighi scrive di José “Pepe” Mujica, ovvero il Presidente della Repubblica uruguayana, che dona ai poveri il 90% del suo stipendio mensile che è di diecimilaquaranta euro. Non contento di ciò la residenza presidenziale di Montevideo l’ha destinata ai senza dimora, andando ad abitare nella casa di campagna di sua moglie che ancora continua a stiragli le camicie. Cura il suo orto e la domenica in un mercatino popolare ne vende i prodotti. José Mujica tra i poveri e con i poveri c’è sempre stato, infatti era capo dei guerriglieri Tupamaros,  e “Pepe” era proprio il suo nome di battaglia. Nel leggere la sua storia ho pensato: che bello, finalmente un politico che non solo parla di poveri ma fa qualcosa per loro. Poi il mio pensiero è tornato in Italia e ai nostri politici, soprattutto ai candidati alle primarie del centro-sinistra che in questi giorni, a turno, si sono affannati a tirare per la giacca Giovanni XXIII, Carlo Maria Martini e Nelson Mandela, uomini che per i poveri non hanno speso solo parole. Dai politici nazionali a quelli locali  il salto è stato breve, anche perché ancora “bruciavano” le parole dell’assessore Donatella Infante nel suo appello ai martinesi a destinare ai servizi sociali del comune il cinque per mille della propria dichiarazione dei redditi, (poco più di quattromiladuecento euro l’ultimo dato disponibile): “Ai Servizi Sociali pervengono continue segnalazioni di sostegno economico da parte di famiglie e di singoli cittadini che versano in condizioni di povertà, un numero che è destinato ad aumentare a causa della crisi economica. Utilizzare le risorse del 5×1000 per sostenere queste famiglie significa dar loro un po’ di respiro in più, una speranza maggiore, una condizione migliore. Donare il 5 per mille al Comune di Martina Franca è un atto di solidarietà verso i propri concittadini che versano in condizioni economiche difficili”. Questa dichiarazione, nei giorni successivi, veniva amplificata dalla stessa Infante che parlava di un fenomeno davvero preoccupante: “alcuni si rivolgono all’usura, ai prestiti a strozzo, pur di pagare la corrente elettrica. Siamo arrivati a questo”. Queste parole avranno fatto sicuramente breccia nel grande cuore dei martinesi, ma sarebbe bello che gli amministratori fossero d’esempio e non solo di “sollecito”. Pensate se i componenti della giunta che guida l’amministrazione di Martina Franca destinassero ai poveri il  90% di quanto percepisce così come fa il Presidente uruguayano, mensilmente ai servizi sociali andrebbero circa diecimilacinquecento euro. Ma chiedere di rinunciare al 90% del proprio compenso forse è chiedere troppo. Così spulciando tra statuti e regolamenti dei partiti, una rinuncia “indolore” salta fuori. Infatti gli eletti nelle liste del Partito Democratico, devono versare al partito un “minimo” del 15% delle indennità lorde percepite, mentre per quelli di SEL l’importo non deve essere superiore al 15% del netto. L’IDV non fornisce cifre, ma avendo il termine “valori” nel proprio nome, non dovrebbe neanche porsi il problema, così come la Puglia per Vendola dovrebbe andare a ruota dei cuginetti di SEL. A conti fatti, se questi soldi anziché andare, sempre se ci vanno (abbiamo contezza solo di Donatella Infante che li versa anche in misura superiore al dovuto), alle sedi locali dei partiti andassero ai servizi sociali del comune, viste le indennità percepite dai nostri amministratori, circa ventunomila euro cioè cinque volte tanto di quanto raccolto con il 5 x 1000 sarebbero a disposizione per le esigenze di chi ha bisogno. Alcuni gioni fa a una famiglia con due bambini piccoli è stata ridotta l’erogazione di energia elettrica perché morosa per poco più di cinquantotto euro. Meno di due gettoni di presenza di Consiglio Comunale. Un atto concreto da parte di chi amministra renderebbe molto più di cento comunicati; ma soprattutto farebbe girare meno le balle quando si viene a conoscenza che tre funzionarie, proprio dei servizi sociali, si sono divise un “premio” di oltre sessantamila euro per la realizzazione di un progetto del distretto socio-sanitario Martina-Crispiano.
 
 
 


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