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A SINISTRA C´E´ BISOGNO DI UMILTA´

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

24
FEB
2019

Che a sinistra ormai ci siano poche idee e per giunta confuse è un fatto assodato. E che queste poche idee europeiste, buoniste e giustizialiste non piacciano ai più è certificato dalle percentuali irrisorie raggranellate nelle varie tornate elettorali.

Forse saremo contro corrente ma non crediamo che le idee sbagliate siano il peggior difetto della sinistra. C’è qualcosa di più che ne consacrerà l’annullamento e la sparizione dalle cartine geografiche.

Si chiama antipatia ovvero quel rancore cieco contro l’avversario, quella bava alla bocca con cui costoro pensano di fare opposizione schiumando rabbia e saccheggiando la società palmo a palmo pur di criticare, polemizzare, chiedere dimissioni e screditare come se gli altri fossero un branco di coglioni e loro dei geni.

Sembra che la società dorma a legislature alterne. Quando ci sono loro al Governo possono anche abolire l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori senza che ci sia troppo frastuono. Quando ci sono gli altri al Governo si muovono tutti, da Emma Marrone che chiede la riapertura dei porti, ai parroci barricaderi passando per i giornalisti di inchiesta che indagano a legislature alterne e per i magistrati che ogni cinque anni diventano improvvisamente iperattivi.

Il metodo ebbe un favoloso effetto con Silvio Berlusconi allungandone la vita politica di almeno un ventennio: loro lo avversavano politicamente, mediaticamente e nei tribunali mentre lui aumentava il consenso. Ed appariva più simpatico e umano il Cavaliere che nel frattempo si godeva ganzissimo le sue cene eleganti piuttosto che la sinistra, gialla in viso, rancorosa e smunta che cuoceva le salsiccette alla Festa de L’Unità ossessionata dal belzebù di Arcore.

Adesso il nemico è Matteo Salvini e tutti coloro che gli danno guazza: ne deriva che Berlusconi a sinistra è stato quasi riabilitato, Di Maio è un pessimo ceffo, la società è malata di razzismo, Roberto Fico è l’unico statista (incredibile!) in grado di evitare la deriva pentastar mentre Di Battista è un bravo guaglione perché si atteggia a Che Guevara ma è comunque troppo vicino a Giggino Di Maio.

Il quale Di Maio ha la grossa colpa di aver salvato le terga a Salvini che stava per essere impallinato dal solito giochetto tribunalizio facendo saltare tutto il crescendo operistico che, dal Papa in giù, aveva indicato nel Ministro dell’Interno il pericoloso fascista da epurare.

E quindi, da bravi ragazzi e “costola della sinistra che dovrebbe farci riflettere sulla nostra incapacità di parlare alla società”, adesso sono diventati monnezza (per me lo erano anche appena nati).

Dal canto suo Matteo Salvini è diventato il soggetto più attenzionato del momento: basta aprire i giornali gauche per notare quanto inizi a montare l’ossessione nei suoi confronti, basta contare i fascicoli che le procure stanno cominciano ad aprire a suo carico, basta accendere la tv (non per forza quella impegnata che si occupa di politica) per capire quanto la resistenza antisalvinista sia diventata una fissazione, basta accedere alla rete per ammirare la cascata monotematica che dagli influencer arriva fino all’ultimo utente sfigato. Adesso ci si sono messi anche i cittadini comuni ad avvicinare Salvini facendo video in cui lo definiscono una merda e altre robe simili.

Vorremmo fosse chiaro: a noi poco importa scrivere un pezzo pro Salvini sia perché ci pensa la sinistra a farlo crescere nei sondaggi sia perché reputiamo che ognuno debba essere libero di giudicare l’operato del leader leghista come meglio crede.

Questo è un pezzo apertamente contro la sinistra e quella sua dannata voglia di fare casino pur di imporre il proprio modello culturale.

Quell’ipocrita reiterazione dell’aggettivo democratico dietro cui si cela una poco democratica concezione di opposizione, ruolo che la manda in acido rendendola antipatica e poco credibile.



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