MENU

Festival della Valle d´Itria /Più vicino alla città

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

2
AGO
2013
La prospettiva futura è nell’opportunità di valorizzare un indotto culturale capace di generare nuove forme di economia, anche in tempo di crisi
 
Quello del Festival della Valle d’Itria con la città di Martina Franca è uno strano rapporto di Odio/Amore. Un rapporto che si articola nell’Amore di coloro che vedono nel Festival il gusto del bello (in senso Etico ed Estetico, ndr), la passione per l’Opera, l’orgoglio per una città, che non a caso è definita città del Festival. Poi c’è l’odio di coloro che lamentano qualche zero di troppo nella voce di bilancio “Festival della Valle d’Itria”, con le casse comunali povere per altre iniziative culturali e di intrattenimento.
Ma la questione non è quindi l’ammontare dei fondi comunali destinati al “Festival”, che quei soldi se li merita tutti, quanto la scarsa destinazione di risorse per le altre iniziative. Una questione, insomma, di visione politica; strategica diremmo oggi. Non è il Festival che prende troppi soldi, ma le altre iniziative che ne prendono troppo pochi, ditelo alla politica e agli amministratori.
Il Valle d’Itria è patrimonio della città, come il Duomo per Milano, come il Vaticano per Roma, come i Sassi per Matera. Non possiamo più farne a meno.
Impossibile varcare la soglia dell’atrio di Palazzo Ducale, assistere a un’opera, e non sentire un irrefrenabile bisogno di ritornarci ancora. Ecco perché non è vero che la lirica non è per tutti. È solo una questione di comprensione, di codice linguistico, di sintassi grammaticale.
Imperativo categorico è divenuto così l’impegno della “Fondazione Paolo Grassi” che in questi anni ha inteso puntare sulla formazione del pubblico con tutta una serie di iniziative sul territorio, diluite nel corso dell’anno solare, con una necessità da soddisfare: portare la manifestazione fuori dalle mura di Palazzo Ducale, perché se Maometto non va alla montagna, allora è la montagna che deve andare da Maometto.
Da qui l’impegno dell’ex direttore artistico Sergio Segalini nel portare il Festival fuori dai confini geografici della città, a cui si aggiunge in questi ultimi anni, sotto la direzione di Alberto Triola, la volontà di portare la manifestazione in giro per la città, in maniera quasi itinerante, senza mai dimenticare le radici a Palazzo Ducale. Sono diventate nuove location la Basilica di San Martino, i conventi e le chiese, il chiostro del Carmine e quello di San Domenico. Quest’ultimo è divenuto ormai secondo palco della manifestazione, sede della Fondazione che porta il nome di Paolo Grassi, uno dei padri del Festival, che seppe valorizzare l’intuizione geniale di Alessandro Caroli e che oggi grazie al lavoro del Presidente Franco Punzi e dei suoi collaboratori ha fatto del Festival della Valle d’Itria una manifestazione di così grande interesse, biglietto da visita per l’intera città.   
Un Festival più vicino alla sua città, prezzi accessibili a tutti, e la mission di rappresentare opere inedite, rispolverando titoli più originali che i grandi “classici”: sono questi gli ingredienti di quello che la manifestazione è divenuta oggi sotto la presidenza di Punzi e la straordinaria direzione artistica di Triola.
Sono stati in molti a coglierne la svolta, e alcune iniziative recenti ne sono da testimone. 
Sicuramente positiva l’iniziativa promossa dall’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Martina Franca  che assieme a Confcommercio ha proposto delle vetrofanie da esporre negli esercizi commerciali della città durante il periodo del Festival.
Un’iniziativa di marketing territoriale e culturale che vedrà l’esposizione, nelle vetrine di molte attività commerciali, di materiale (oggetti di scena, abiti, strumenti musicali, foto) messo a disposizione della Fondazione Paolo Grassi relativo alla 39° edizione del Festival e alle quelle precedenti. 
La seconda è quella che Martino Carriero, titolare dello storico Super Bar, ha voluto lanciare con “Aperitivo aspettando il Festival”. Due ore prima dell’inizio dell’opera i musicisti dell’Orchestra Internazionale per un aperitivo a pochi passi dalla “casa” di Palazzo Ducale.
La novità di quest’anno è stata l’iniziativa “MartinaOpera” che Giulio Dilonardo ha voluto portare nel sempre affascinante Teatro Verdi riscuotendo un grande interesse  e curiosità da parte del pubblico.
Iniziative, queste, che contribuiscono a creare indotto, che muovono una nuova forma di economia culturale, che caratterizzano l’identità e la vocazione culturale della città, alla faccia di coloro che ancora guardano al Festival con occhi vergini, perché mai hanno provato l’esperienza di varcare la soglia di Palazzo Ducale.
 
*Direttore Puntoradio
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor