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ROSA POULIMENOU: Con l´Italia nel sangue

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

11
MAG
2012

 

A raccontarsi è una famosa soprano e docente di canto lirico, greca ma “per un quarto italiana”
 
Ho appreso dal curriculum che la tua formazione artistica si è svolta soprattutto all’estero e ancora oggi, sia come docente che come artista, è prevalentemente all’estero che lavori. A fronte della tua personale esperienza di vita, quanto pensi sia importante il confronto con paesi, culture e lingue differenti?
«Ritengo che sia necessario, soprattutto per chi sceglie la strada dell’arte e della musica. Per un cantante lirico, per esempio, è indispensabile conoscere culture differenti per arricchire quanto più possibile il repertorio, ma anche per impararne le lingue, così da poter comprendere al meglio e interpretare il senso di ciò che si canta. Proprio per questo motivo invito i miei studenti a studiare all’estero, perché credo che un’esperienza di studio e di vita al di là dei confini nazionali abbia un valore senza pari, a livello formativo e umano.»
 
Nel caso specifico della formazione di un cantante d’opera, quanto credi possa incidere un percorso formativo di tipo interculturale?
«Di sicuro ha un peso determinante perché, al di là della specializzazione che ogni cantante d’opera matura durante il percorso di studi, credo sia importante farsi un’idea “generale” sull’intero repertorio della musica lirica: dal Lied tedesco alla musica sacra, dal repertorio belcantistico alla grande opera francese, passando per culture e lingue tra loro differenti. In questo senso, credo che la formazione di un cantante d’opera non possa che essere “interculturale” nel senso più ampio del termine.»
 
Quanto affermi trova conferma in quello che è stato il tuo percorso umano e professionale; proprio a proposito delle lingue, noto con ammirazione che parli un ottimo italiano: in che modo lo hai appreso?
«Ho origini italiane: mio nonno, il cui cognome è Cappon, era di Venezia; lui sposò una donna greca e per questo motivo mia madre è per metà italiana; questo fa di me “un quarto di italiana”!» [Sorridiamo]
 
Nonostante le tue origini italiane, è in Grecia che hai scelto di vivere e di insegnare stabilmente; ma qual è lo stato attuale della musica in Grecia?
«La Grecia, così come molti paesi dell’Europa, sta vivendo un momento di crisi economica e sociale molto grave, che, ovviamente, ha colpito anche la musica… Nonostante sia un paese dalla lunga e prestigiosa tradizione, oggi la Grecia sembra non avere ampie prospettive culturali perché mancano teatri, fondi, possibilità… E questo, chiaramente, costringe tutti coloro che vogliono lavorare nel mondo del teatro e della musica ad andar via dalla Grecia; io stessa, anche un po’ a malincuore devo dire, consiglio ai miei studenti di cercare fortuna all’estero dopo aver terminato gli studi, perché sono ben consapevole dalla mancanza di opportunità lavorative.»
 
In questo momento ti trovi in Italia in qualità di docente Erasmus in trasferta dalla Ionian University di Corfù al Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli: qual è il bilancio di questa tua esperienza italiana?
«Assolutamente positivo! L’Italia è un Grande Paese: ha una tradizione operistica d’inestimabile valore storico e artistico e credo che i cantanti italiani di oggi riescano a mantenerne vivo il prestigio. Durante questo soggiorno in Italia ho avuto la possibilità di lavorare con gli allievi del Conservatorio di Monopoli e sono rimasta colpita dal livello della loro preparazione, che reputo essere davvero molto alto! Per me è stato un vero piacere lavorare con loro perché preferisco lavorare con voci “mature”, già abbastanza formate, e qui in Italia ne ho trovate parecchie!


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