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Parole che contano

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

27
SET
2013
Le novità in uscita in questo mese. Si sono scelti libri che in qualche modo potrebbero interessare i martinesi. Il criterio?  Michele Monina offre ai lettori un’obiettiva biografia di Roberto Saviano, ormai divenuto icona pop,  di recente ospite a Martina Franca. A seguire Silvia Avallone ed Erri de Luca, anch’essi passati in quel di Martina. Della serie: “vi teniamo d’occhio”. 
 
RICOMINCIO DA ZERO ZERO ZERO, Roberto Saviano una biografia
di Miche Monina (Barbera Editore)
Certamente non abbiamo dimenticato cos’è accaduto il 14 luglio:  non ci si riferisce alla presa della Bastiglia, ma a qualcosa di molto recente e meno impegnativo: 14 luglio 2013 Martina Franca, un pubblico numerosissimo e attentissimo, nella palestra dell’Ateneo Bruni,  ha accolto e ascoltato dal vivo Roberto Saviano. Ed ora del tanto discusso scrittore campano abbiamo anche la biografia, “Ricomincio da Zero Zero Zero” (Barbera Editore) di Michele Monina che nella Prefazione tra l’altro scrive: “Saviano è un intoccabile…attaccarlo significa prestare il fianco a critiche più pesanti…quella di essere invidioso della sua fama e del suo successo, da una parte, quella di non essere solidale con uno che, la si veda come si vuole, da ormai sette anni passa la sua vita dormendo in caserme, lontano dai suoi cari, isolato e costretto a farsi proteggere dalla scorta, insomma una sorta di martire ancora in vita…Roberto Saviano, come Salman Rushdie è diventato una icona, anche in questo caso una icona planetaria, per questa condanna, e per questo suo essere una icona planetaria è diventato ben altro rispetto alle sue parole. Una rockstar. Mi ripeto. Una sorta di leggenda vivente. “  L’aspetto  che rende interessante la difficile operazione condotta da Michele Monina, con la stesura della biografia di  Roberto  Saviano, consiste nell’aver messo a fuoco un concetto fondamentale, che ahimè sfugge ai lettori, un concetto che Monina espone con chiarezza:  “Roberto Saviano nasce come scrittore, quindi la sua ambizione prima è la letteratura, ben più che l’informazione” e per argomentare la tesi riprende  il momento letterariamente più riuscito di “Gomorra”, quello che mostra il protagonista del romanzo, Roberto Saviano, che se ne sta avvinghiato ad una lavatrice urlando: “Maledetti bastardi, sono ancora vivo!”. Solo un lettore ingenuo crederebbe che l’episodio narrato sia davvero avvenuto. 
 
MARINA BELLEZZA
SILVIA AVALLONE
E’ tornata Silvia Avallone con un nuovo romanzo (ben 509 pagine) nel quale questa volta, a differenza del primo, “Acciaio”, sono di scena non adolescenti ma giovani che tentano di diventare adulti. Protagonisti Marina ed Andrea. A pag. 272 abbiamo pescato un passaggio, in linea con il nome della nostra rubrica; a parlare è il protagonista maschile, Andrea: “Non c’era niente che lui potesse dirle lassù, niente che non fosse stupido e senza importanza. Eppure andava detto. Perchè le parole esistono, come esistono le montagne, la terra e il cielo. Le parole esistono per essere usate, per farci sbagliare, per farci cadere…” La protagonista del romanzo è una ragazza, Marina appunto,  dalla  bellezza ingombrante unita al talento per il canto a cui si accompagna un pizzico di sfacciataggine e tanta voglia di emergere nel mondo dello spettacolo; Andrea, è all’opposto. Non ne può più della corsa al successo, ma soprattutto è stufo di sentirsi dire che cosa deve desiderare; e così ritorna ai luoghi dell’infanzia (un casolare in mezzo alla natura e lontano da tutto), e si mette a fare il mestiere di suo nonno: produzione di latte e formaggi di latte vaccino, dando vita all’azienda agricola Caucino-Bellezza. Con questo nuovo romanzo Silvia Avallone ci dice che “il destino non è già segnato e la vera rivoluzione sta nel rimanere, nel riappropriarci della nostra terra pezzo per pezzo, senza mai arretrare, perché anche se scalzi, furiosi e affamati, è certo che ce la faremo. Le regole del gioco sono cambiate quando i padri hanno divorato il futuro dei figli. Da oggi siamo tutti figli.” “Marina Bellezza” è, quindi, una storia sull’abbandono e la solitudine dei giovani, sul loro dolore, con il quale, tuttavia, devono confrontarsi: “L’unico modo di essere eroi è fare i conti con ciò che ti fa male” , si legge ad un certo punto. I protagonisti del romanzo della Avallone sono i figli degli anni ’80, del divertimento a tutti i costi, dello sballo, per loro il dolore è sinonimo di sconfitta, accompagnata dalla vergogna. Il dolore, pertanto, va rimosso, occultato dietro il divertimento sfrenato, la musica e il ballo, le droghe e l’alcol. Lo sfondo della vicenda narrata è la provincia piemontese (i luoghi natali della Avallone): la Valle Cervo che ha visto l’autrice crescere e nella quale i suoi coetanei hanno deciso di tornare. “L’appartenenza e l’abbandono,- scrive l’autrice nelle note conclusive -  il senso di confine e il radicamento sono stati i filtri attraverso cui ho raccontato Piedicavallo, Andorno Micca e le Alpi Biellesi.”
 
 
STORIA DI IRENE
Erri De Luca
Tre storie "di mare". "Storia di Irene l'anfibia". È la storia di Irene, cresciuta insieme a due delfini, e promessa in sposa a uno di loro, ed è la storia di una meravigliosa sirena che, non più accetta alla terra, sgualdrina incinta, si sottrae all'uomo che l'ha ascoltata e ora vorrebbe trattenerla, raccontandole a sua volta storie incantatrici. L'incontro fra mare e terra avviene su un'isola stordita dal sole di giorno, martellata di stelle la notte, un luogo miracoloso e crudele che non accetta il mistero di Irene, e della sua bellezza di pesce¬fanciulla. "Il cielo in una stalla". Cinque scampati alle rappresaglie tedesche si trovano in una stalla e devono guadagnare la salvezza attraversando nottetempo il mare che divide Sorrento da Capri (terra liberata). Prendono posto in una barca e a loro si unisce un ebreo che canta la sua preghiera mentre il profilo dell'isola appare nel buio. La storia di questa traversata è il racconto dell'intesa, che nasce fra quell'orante di religione ignota e il padre del narratore, ateo convinto. "Una cosa molto stupida". Un vecchio, magro magro, senza denti, mal tollerato dalla famiglia sgattaiola fuori dalla casa, malgrado il freddo vento dell'inverno, e va a cercarsi un posto riparato davanti al mare. S'è messo in tasca una mandorla e ora la apre e se la infila, beato, in bocca come un'ostia. Ricorda, a occhi chiusi, quando fu salvato dalle acque, in tempo di guerra, e restituito alla vita.
Non ci sono altre anticipazioni sul nuovo lavoro di Erri De Luca, anche lui transitato da Martina Franca, nell’ambito della rassegna Spiagge d’Autore lo scorso anno. Rassegna che quest’anno è stata sospesa. Erri De Luca, nato a Napoli nel 1950, è l’emblema dello scrittore autodidatta: in gioventù, infatti,  ha svolto diversi lavori, dall'operaio al camionista, dal muratore al magazziniere. E da  autodidatta ha studiato soprattutto le lingue straniere, tra cui lo yiddish.Il suo primo romanzo lo ha pubblicato a quasi quarant'anni, nel 1989, si tratta di “Non ora, non qui”. Grande amante della montagna, ne scrive spesso. Inoltre, collabora con importanti testate nazionali, come La Repubblica, Il corriere della sera, Il manifesto e Avvenire. “Storia di Irene” è arrivato ieri (25 settembre) nelle librerie. 
 
Sabato si celebra la nona edizione della FESTA DEI LETTORI ed allora ecco cosa scrive proprio Erri De Luca a proposito di libri e  lettura.
 
«Per me i libri sono lettere a nessuno, non so a chi le ho scritte, a chi le spedisco, so che stanno al fermo posta di una libreria e qualcuno passa di lì, cerca proprio quella casella in mezzo agli scaffali, sceglie nella posta la lettera che è stata scritta per lui, e comincia a leggere. Questo è quello che io cerco almeno nei libri quando li apro, il pezzetto che è stato scritto per me. Uno scarto, un brusco scarto di intelligenza e sensibilità che mi spiega qualcosa di me. Cosa che suppongo possedevo già sotto la pelle, ma che non sapevo dire». Erri De Luca
 


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