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Marco Salamina/Fotografo o son desto

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

25
OTT
2013
Partecipa a un concorso fotografico di una famosa casa automobilistica e viene selezionato fra migliaia di partecipanti, ma preferisce rimanere con i piedi per terra 
 
Marco Salamina è un ragazzo come tanti altri. Negli ultimi anni dell'adolescenza ha la passione per la musica, ama viaggiare ed è in cerca di lavoro, l'utopia per ogni giovane di oggi.
Ma la fortuna, o un talento nascosto in lui, ha bussato alla sua porta. Un giorno, navigando per caso su Internet, si imbatte nell'inserzione di un concorso indetto dal colosso francese delle produzioni automobilistiche Renault. E un po' per gioco, un po' per sfidare la sorte, Marco invia un suo scatto. 
Pochi giorni fa, Marco è tornato a casa, catapultato da Martina Franca a Berlino, grazie al viaggio ha vinto con questo concorso, ed entusiasta, ci ha raccontato della sua esperienza.
Chi è Marco Salamina agli occhi del mondo?
«Marco Salamina è un semplice ragazzo come gli altri, come molti in cerca di occupazione. Amo viaggiare e ascoltare musica, e cucinare ovviamente, avendo compiuto studi nell'ambito culinario e lavorato come chef».
Parlaci del concorso che hai vinto.
«Ho partecipato davvero per caso a questo concorso. Ho trovato l'inserzione su Facebook, riguardante questa selezione della Renault, allora ho deciso di iscrivermi e ho inviato le foto che poi mi avrebbero portato a vincere una settimana di viaggio a Berlino e Milano».
Fra migliaia di scatti, il tuo è stato selezionato come vincitore. Te lo saresti mai aspettato? 
«All'inizio, in realtà, pensavo fosse tutto uno scherzo! Le cose sono andate in maniera particolare, e di certo non mi aspettavo di vincere. Mi sono iscritto a questo concorso in aprile, e dopo quasi un mese ho ricevuto una telefonata, nel bel mezzo del sonno. Al telefono mi ha accolto questa voce femminile che mi annunciava di aver vinto, e un attimo dopo mi sono ritrovato dal dormire al saltellare per casa dalla felicità! E la consapevolezza vera è arrivata solo quando mi sono ritrovato con i biglietti aerei in mano».
Il fatto di aver vinto questo concorso ti ha spronato a continuare la strada della fotografia?
«Premetto che in campo fotografico non ho competenze, e non ho una passione vera e propria per la fotografia! Difatti la gente rimane sorpresa di questo, ma è così. E molti si chiedono come io abbia fatto a vincere un concorso del genere, dove anche fotografi professionisti hanno inviato i loro scatti. Diciamo però che qualcosa si è smosso in me.».
Cosa significa  questo scatto per te? 
«Non ha un significato particolare, riflette il mio amore per Parigi, e ciò che ho dentro, lo stato d'animo che ho in questo mio periodo di vita. Molti giornalisti e critici hanno cercato di paragonarmi a fotografi celebri, ma per me è un paragone inesistente. Molti mi hanno chiesto cosa esprimesse per me, e ho semplicemente risposto che non volevo comunicare nulla, ma solo rappresentarmi in uno scatto.
Ed è stato incredibile venire a  sapere che a Milano ci sono stati critici e giudici che si sono battuti affinché il mio scatto risultasse come vincitore, avendoci trovato un'energia e un'atmosfera particolare. Che dire, da quel punto di vista provo un'immensa soddisfazione».
E così questo concorso ti ha portato fino a Milano e Berlino. Cosa ti ha donato di positivo questo viaggio?
«E' stata un'esperienza magnifica, soprattutto il soggiorno a Berlino, a discapito di chi non tiene conto di questa città e la denigra rispetto ad altre capitali europee. Ho avuto un'impressione fantastica. 
A Milano hanno esposto il mio scatto in una galleria, dove esimi esperti nel campo, compreso il celebre Martin Parr, si sono conglaturati con me e mi hanno fatto sentire davvero una persona importante. Ero sbalordito ed estasiato al tempo stesso. Un'esperienza che auguro a tutti quanti!»
Qual'è adesso il tuo obiettivo nella vita?
«Dopo quest'esperienza...non lo so più! Prima avevo la certezza del lavoro nel campo della ristorazione. Ma pensavo anche di poter cominciare davvero a fotografare qualcosa. 
Sentire persone dai nomi celebri che ti lodano ti riempie di orgoglio, ma ti smonta anche tutto quanto, visto che hanno instillato in me il pallino della fotografia.
Solo che sono combattuto dalla certezza del lavoro, un lavoro monotono ma di sicuro retribuito, e la bellezza del riuscire a esprimersi artisticamente, senza una solida certezza finanziaria. E' una diatriba difficile da sciogliere. Penso che alla fine la vivrò, potrò anche sbagliare, ma dagli sbagli si impara. Andrò avanti senza rimorsi né rimpianti, scegliendo la strada che, alla fine, sembrerà quella giusta».
 


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