MENU

Alessandro Basta: Datemi una rumba

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

25
MAG
2012

 

Tra una partita di calcio e un tango lui preferisce la prima, ma solo perché nella danza ama altri generi che non quello classico: mai sentito parlare di Son cubano e Afro yoruba? Ebbene, ve li spiega questo giovane martinese, campione nazionale di Salsa Cubana del 2012
 
 
Giovane e con la musica nel sangue, Alessandro Basta rappresenta un vero talento del nostro paese destinato a una carriera densa di successi e tanti riconoscimenti, comparsi già numerosi sin dai primi anni della sua professione. Un’incontro, quello col ballo, che avviene per caso e stravolge la sua vita: i brividi lungo la schiena, l’adrenalina, sogni, progetti e quella voglia di non fermarsi mai in una danza fatta di impegno e tanta bravura. E se già con le sue parole è capace di travolgerci nel suo ritmo, sicuramente gli basterà solo una vera e propria esibizione per rapirci completamente nel suo mondo dal sapore caraibico.
Chi ti ha trasmesso la passione per il ballo e quando hai mosso i primi passi?
 «Tutto è iniziato sei anni fa: avevo quattordici anni, quando tramite amici che già frequentavano questo mondo, ho iniziato a ballare. Ricordo il mio primo incontro con questa meravigliosa cultura, come se fosse ieri, devo ammettere che all'inizio ero un po’ scettico perché come spesso accade, non credevo che il ballo fosse adatto a me, poi però già dalla prima lezione ho avvertito un brivido lungo il corpo che mi ha spinto a fare di questa "tendenza" la mia passione per eccellenza.»
Quando hai capito che il ballo sarebbe diventato la professione della tua vita?
 «Più o meno sin da subito, è qualcosa che non comprendi, ti prende e basta. Te ne accorgi quando senti la musica scorrere nelle vene e inizi ad avvertirne il suo bisogno come una vera e propria dipendenza; quando ascoltando un brano musicale il tuo corpo comincia a muoversi per istinto, allora li ti accorgi di esserti "ammalato" di una malattia dalla quale non vorresti mai guarire.»
Che tipo di studi o di corsi hai svolto nella tua carriera?
«Il mio primo approccio alla danza è stato con le Danze Caraibiche e poi a distanza di un anno ho intrapreso gli studi in discipline come l'Hip Hop (New Style), la Danza Classica (Metodo RAD) e Modernjazz. Sicuramente importanti, per la mia formazione professionale, sono state le esperienze collezionate nella compagnia del maestro Arnay Ferreiro, l’Ahi-namà Dance Company, della quale ho fatto parte nel 2010. Da circa un anno, inoltre, studio anche canto e recitazione come avviamento al Musical, altra mia grande passione.»  
Attualmente in quale tipologia di ballo sei specializzato? 
«Sono specializzato, anzi, diplomato presso l'accademia "Metangala" di Verona del maestro Esmil Felix Diaz, nelle danze afro cubane e tutto ciò che ruota intorno al mondo caraibico, ovvero (oltre la Salsa Cubana, Bachata e il Merengue) la Rumba, il Son Cubano, Afro yoruba e il Reggaeton.»
Sicuramente per via di concorsi, gare e spettacoli sarai spesso impegnato anche fuori paese: com'è la vita di un ballerino?
«Sempre in viaggio con il trolley in mano. Scherzi a parte, effettivamente sono sempre fuori casa, tra competizioni, audizioni, corsi, e allenamenti vari non ho molto tempo da trascorrere con i miei familiari. Tuttavia ogni lavoro, o meglio, ‘stile di vita’ ha i suoi pro e i suoi contro, si tratta sicuramente di una vita dove il sacrificio, gli sforzi fisici e mentali e le difficoltà sono all'ordine del giorno, però d'altro canto quando si ottengono grandi soddisfazioni, ci si sente ripagati di tutto il lavoro svolto.»
La maggior parte delle varie forme di ballo sono nate tutte all'estero e col tempo sono arrivate anche qui da noi: cosa ne pensi di questo aspetto?
«E’ vero, la maggior parte delle danze che si studiano in Italia sono di origine estera. Penso che in parte sia un aspetto positivo, poiché questo significa che come popolo siamo pronti ad abbracciare culture diverse dalla nostra, dal punto di vista  professionale, invece, alcune forme di danza sono comunque poco valorizzate e non permettono ad un ballerino di "crescere", costringendolo il più delle volte a espatriare.»
Facendo riferimento alle tue esperienze ritieni che ci siano delle differenze riguardo alla figura del ballerino in Italia, rispetto agli altri paesi?
«A mio modesto parere, non credo che ci siano differenze tra ballerini italiani e stranieri. Le uniche differenze esistenti sono legate al vissuto, agli anni di esperienza e alle ore passate a grondare di sudore in sala prove o su un palcoscenico.»
Pensi ci sia ancora qualche forma di pregiudizio, per quanto riguarda la danza, nella mentalità meridionale?
«Purtroppo ci sono ancora dei pregiudizi, anche se sicuramente siamo in fase di miglioramento. Rispetto al Settentrione, noi meridionali nutriamo ancora pregiudizi nei confronti di quella che è la figura del ballerino nella società, e spesso questi pensieri sono legati a delle tendenze sessuali, a volte ho sentito commenti di persone che ancora pensano che la danza sia per gli omosessuali, oppure c'è chi pensa di essere troppo ‘anziano’ per poter iniziare a ballare.»
Cosa pensi delle carriere propinate dai talent show?
«Premetto che non seguo molto la TV, ma non ho una bella considerazione dei Talent Show. Sicuramente sono un'ottima vetrina per chi vuole sfondare nel mondo dello spettacolo, però molto spesso non è il talento vero a fare carriera, ma chi è più telegenico o che comunque è più raccomandato, ovviamente non faccio di tutta un'erba un fascio.»
Hai mai pensato di partecipare a una trasmissione di questo tipo?
«Non nascondo di averci pensato, anche su richiesta dei miei insegnanti, però sinceramente preferisco concentrarmi sulla mia crescita artistica, focalizzando la mia attenzione sui miei progetti futuri.»
So che ti occupi anche di Reggaeton, una forma di ballo che nasce a Porto Rico: illustraci questa danza.
«Il Reggaeton ha origine a Panamà e Porto Rico e successivamente si è sviluppato a Cuba e nei paesi circostanti. Nasce dalla commistione delle movenze e le musiche hip hop con ritmi dell'America Latina. Sarebbe sbagliato definire questo genere come la versione latina dell'Hip Hop, poichè il Reggeton ha un suo specifico beat e un suo ritmo e capita spesso che diventi bersaglio di polemiche e critiche, a causa dei testi e delle movenze dai tratti sessuali espliciti. Con il passare del tempo il Reggaeton si è sempre più avvicinato come musicalità all'Hip Hop, infatti in molti brani musicali di oggi è presente il beat dell'R&B, e a questo proposito approfitto per pubblicizzare il mio nuovo spettacolo, "WHITE EYES", un mix di Hip Hop,  reggaeton, e non solo!» 
Negli ultimi tempi il ballo è stato riconsiderato come una forma di libertà e di espressione alla quale tutti possono dedicarsi come antidoto anti-stress, confermi?
«Certo! Come dico sempre: "Non è mai troppo tardi per poter imparare a ballare". E' ovvio che più si è grandi e meno si potrà aspirare al professionismo, ma essendo la danza una forma di espressione, tutti hanno il diritto di praticarla, ognuno con i propri obiettivi e le proprie motivazioni. C'è chi si annoia in palestra e decide di usare la danza come pratica finalizzata al dimagrimento, c'è chi invece ha lo scopo di fare nuove conoscenze, chi come me si appassiona e decide di farne una professione o chi dopo una giornata di lavoro decide di rilassarsi tra le mura di una sala da ballo.»
Nel tuo caso, quando la danza diventa un mestiere come si fa a conciliare l'aspetto propriamente liberatorio e divertente con una fervida attenzione alla tecnica e ai passi? «Credo che questi due aspetti, per quanto possano sembrare inconciliabili, vadano abbastanza bene a braccetto. Si può essere meticolosi e maniacali nel pretendere la precisione dei passi, ma allo stesso tempo ci si può divertire e soprattutto far divertire la gente che segue la lezione. Tutto questo potrà sembrare molto difficile, ma basta essere sé stessi e il resto vien da sé: adoro fare di una lezione uno ‘show’, vedere i sorrisi della gente e condividere la mia passione con chi mi segue.» 
Meglio una partita di calcio o un tango? 
«Una partita di calcio (ride, ndr).»
Stato d'animo prima, durante e dopo un'esibizione.
«Prima di un'esibizione sicuramente tantissima ansia ma altrettanta adrenalina, durante un'esibizione non penso a nulla e dopo sicuramente, tanta soddisfazione e sollievo, perché comunque sia andata è sempre bello esibirsi per un pubblico.»
Meglio una coreografia di gruppo o di coppia?
«Adoro fare entrambe, ma se dovessi scegliere tra le due, preferirei una coreografia di coppia, più che altro per una questione di comodità: in due è certamente più semplice produrre uno spettacolo.»
I tuoi modelli artistici.
«Sicuramente i miei insegnanti. Ognuno di loro ha lasciato un'impronta dentro di me e grazie a loro sono cresciuto sotto l'aspetto umano e professionale: mi hanno sostenuto e mi sostengono ancora oggi nelle mie scelte quasi come se fossero i miei genitori acquisiti. Ovviamente ho anche altri modelli artistici come ad esempio il grande Manuel Frattini, per quanto riguarda il mondo del Musical, e Maykel Fonts e altri artisti appartenenti al mondo delle danze caraibiche.»
Il tuo cavallo di battaglia.
«Non saprei citarne uno in particolare, anche perché cerco di essere il più completo possibile in tutto quello che faccio, perciò non c'è una materia nella quale mi sento più portato rispetto ad un'altra.»
Che progetti hai per il futuro?
«I progetti sono tantissimi. Qualche mese fa ho vinto una borsa di studio di 2000 euro che mi permetterà di frequentare l' "MTS Musical The School" di Milano, una delle accademie più prestigiose d'Italia per quanto riguarda l'avviamento al Musical; quindi il progetto più imminente è quello di trasferirmi (ad Ottobre) a Milano per poter proseguire questa strada. Inoltre continuerò sicuramente a studiare e insegnare nel mondo caraibico. Poi ci sarebbero altri progetti di cui, essendo molto scaramantico, preferisco non parlarne adesso, pieno di grinta e determinazione con la speranza che questi progetti possano diventare realtà.»
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor