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Nessun dorma/Requiem per i conservatori

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

8
NOV
2013
Solo le eccellenze artistiche, la condotta dei docenti e una esemplare programmazione concertistica caratterizzano la bontà e la buona nomea di un Conservatorio Statale e/o di un'Accademia Privata. In questi ultimi anni, sbagliando palesemente, un gran numero di direttori e docenti di Conservatorio hanno egoisticamente voluto accentrare tutto a loro favore, vedi legge 508/99, calpestando tutto e tutti coloro che ruotavano intorno al sistema degli studi ministeriali musicali. Non si sono assolutamente preoccupati di cosa potesse accadere a tutti quei colleghi musicisti e didatti con partita IVA (a dir il vero pochi) che in taluni casi hanno fatto scelte di percorso professionale differente dall’insegnare in conservatorio e che artisticamente e professionalmente si sono dimostrati anche migliori in carriera, esternando e assumendo un comportamento umano ancor più basso di quello espresso nell’avanzamento professionale. Mi permetto certe affermazioni perché sono stato per oltre vent'anni commissario agli esami di stato e/o di compimento nei conservatori e ho sempre notato una certa non buona disponibilità nei confronti degli allievi privatisti, peraltro ben nota, anche se questi per lo più delle volte risultavano avere una più opportuna preparazione tecnica-interpretativa. Tornando al vecchio discorso, in tanti del mondo conservatoriale hanno gioito per il nuovo che arrivava e soprattutto per il sogno di poter essere considerati finalmente “docenti universitari”. A dire il vero rammento pochi colleghi, solo i migliori musicisti che conosco e che insegnano in conservatorio, a preoccuparsi di noi, liberi professionisti con partita IVA. Persino, col sorriso sotto i baffi, alcuni ritenevano che dovessimo cominciare a inventarci un altro lavoro. Tutto ciò non mi ha mai scalfito e non mi sono mai spaventato! Ho sempre tranquillizzato tutti i miei docenti e tutti i miei allievi, perché ho imparato che in Italia il nuovo porta solo svantaggi alla popolazione e vantaggi alle casse dello Stato (anche per questo, ritengo che nel giro di 10/15 anni una percentuale altissima di conservatori saranno dismessi. A conferma di quanto premesso, già quest’anno diversi conservatori sono a rischio chiusura) e così come dissi qualche anno fa, confermo che questa legge favorisce solo il privato perché oggi ci consente l’autonomia liceale e universitaria oltre ai grandi Conservatori. Cosa inimmaginabile fino a qualche tempo fa. Comunque, anche per tutte queste notizie, che avvantaggerebbero le istituzioni private, io imprenditore della cultura musicale non riesco a gioire. Concludo augurando di cuore i migliori successi a quella moltitudine di eccellenti allievi musicisti italiani, perché, purtroppo in tutta questa bagarre, le vere vittime sono loro. Mi corre l’obbligo mettere in risalto che il vigente programma ministeriale dei Conservatori non consente di formare preparati musicisti e tanto meno di pianificare un largo repertorio. Lunga vita!
* Pianista, clavicembalista e compositore. Direttore dell'Accademia Musicale Mediterranea di Taranto, è art-director del Premio Italia Olimpo Pianistico.
 


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