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LUCIANA FUMAROLA: Scelta dalla danza

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

1
GIU
2012

 

Da Martina Franca a Roma, passando per New York e Pechino:
l’esperienza di una giovane e talentuosa ballerina di danza contemporanea,
allieva dell’Accademia Nazionale di Danza
 
 
Come e quando è iniziato il tuo percorso nel mondo della danza?
«È iniziato molto presto, all’età di 5 anni, e in maniera anche abbastanza giocosa direi! Ricordo infatti di aver chiesto ai miei genitori di iscrivermi a una scuola di danza soltanto per poter trascorrere più tempo con la mia amichetta di asilo, che, appunto, frequentava una scuola di danza. Un giorno andai a trovarla e per me fu un vero e proprio colpo di fulmine: ricordo che aprii la porta dell’aula di danza e, in un momento, mi fu subito tutto chiaro: mi voltai verso i miei genitori e dissi loro “Io voglio studiare danza”, con assoluta determinazione e fermezza!»
 
Insomma, hai avuto le idee ben chiare sin dall’inizio e credo che questo sia stato determinante ai fini della tua crescita professionale. …Ma ritieni di essere stata tu a scegliere la danza o credi sia stata la danza a scegliere te?
«…Se ripenso alla dinamica degli eventi che hanno determinato l’inizio di questo mio percorso, mi vien da pensare che sia stata la danza a scegliere me, anche se, comunque, si è trattato sin da subito di un “rapporto alla pari”, di un amore incondizionato e completamente ricambiato! Infatti l’amichetta che mi aveva spinto su questa strada lasciò la scuola di danza nello stesso momento in cui io iniziai, e questo non costituì affatto per me motivo di titubanza.»
 
Mi sembra di capire che hai iniziato a studiare danza all’età di 5 anni e non hai più smesso, è giusto?
«Sì, è così: ogni pomeriggio dall’età di 5 anni ho studiato danza (presso la Scuola di Pino Carrieri) e non ho mai smesso neanche per un anno, neanche per un giorno!»
 
Ci sono stati in questi anni momenti di crisi, in cui hai pensato di mollare tutto e cambiare direzione?
«Sì, ci sono stati, certo… La vita di un’aspirante ballerina non è facile, comporta sacrifici enormi e un allenamento continuo, estenuante, che mi è pesato soprattutto nel periodo dell’adolescenza… Non ho rimpianti, ma se ripenso a quel periodo mi rendo conto di non aver vissuto la vita di una ragazzina, perché io non uscivo praticamente mai (se non per andare a scuola o a danza), avevo pochissimi amici, ero sempre stanca e faticavo a reggere gli impegni scolastici… Insomma, è stata un’adolescenza abbastanza atipica e sacrificata, ma rifarei di nuovo tutto quello che ho fatto.»
 
Penso che non avessi fatto i sacrifici che hai fatto, non saresti riuscita a superare l’ammissione per l’Accademia Nazionale di Danza…
«Lo penso anch’io ed è per questo che non ho rimpianti! Entrare in Accademia era ciò a cui più ambivo e sono felicissima di farne parte.»
 
Le tue principali esperienze di formazione sono riconducibili all’interno dell’Accademia?
«La maggior parte sì: studiare in Accademia mi ha dato modo di avere come insegnanti alcuni tra i più grandi nomi della danza contemporanea, anche se considero assolutamente importante anche l’esperienza fatta nel 2007 con il Balletto di Toscana a Firenze, dove ho trascorso un anno. Altre esperienze ugualmente importanti sono state quelle all’estero, in particolare a New York e a Pechino, dove ho potuto confrontarmi con ambienti completamente diversi, soprattutto dal punto di vista linguistico e culturale.»
 
Oltre al sacrificio e al senso del dovere, cosa credi che ti abbia trasmesso la danza sin da piccola?
«La danza mi ha dato tante cose, tanti strumenti utili per comprendere ed affrontare “meglio” la vita, come, ad esempio, la determinazione, il coraggio, la perseveranza, ma anche la capacità di sopportare il sacrificio, che, a differenza di quel che solitamente si crede, ha un aspetto positivo, perché conduce quasi sempre a un miglioramento.»


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