MENU

Confronti /NON E´ PROIBITO PARLAR D´AMORE

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

27
DIC
2013
“Il libro dell’amore proibito”, oggetto di discussione con alcuni studenti e studentesse dell’Istituto “Motolese”.  Devozione, grazia e silenzio le parole-chiave che connotano la poetica di Desiati
 
 
Parlare d’amore è un’esperienza che crea legami. E se questo “parlar d’amore” avviene a scuola, in un percorso pensato e strutturato che abbia come snodo di fondo un romanzo, gli esiti non possono che essere positivi. E’ quello che è accaduto in una classe dell’IPS “Motolese”, la quarta ad indirizzo commerciale con opzione comunicazione pubblicitaria che ha “adottato” l’ultimo romanzo di Mario Desiati, “Il libro dell’amore proibito” per farne esperienza di lettura individuale e terreno di confronto, di condivisione su un tema che sta molto a cuore agli adolescenti: quello appunto dell’esperienza amorosa, legandolo a tre aspetti che nel romanzo di Desiati troviamo pregnanti: la devozione, la grazia e il silenzio. Elementi che nel percorso letterario dell’autore ci sembrano essere quasi delle pietre miliari, degli indicatori di senso. Insieme ad essi troviamo lo sguardo  talora languido e nostalgico, talora disilluso, ironico e amaro,  con il quale il protagonista di questo romanzo, Francesco detto Veleno, che ha lo stesso nome del protagonista de “Il paese delle spose infelici” e che probabilmente tornerà ancora in un futuro romanzo di Desiati, sottopone il paesaggio del nostro territorio, i suoi riti, le sue tradizioni, le sue convenzioni.
 
L’Istituto “Alfonso Motolese” già dal 2001, con l’allora Dirigente prof. Francesco Semeraro, quando ancora non era noto come adesso nel panorama letterario nazionale, tenne un incontro con il giovanissimo  Mario Desiati, centrato sulla potenza espressiva della parola poetica e sul suo rapporto con la costruzione dell’immaginario. Da quel momento l’istituto ha continuato a proporre ogni anno attività di promozione della lettura, facendo intervenire tante voci significative  del mondo della parola scritta (Michelangelo Zizzi, Antonio Errico, Cosimo Argentina, Maria Pia Romano, Giancarlo Liviano D’Arcangelo, Antonio Leotti, Flavia Piccinni, Andrej Longo, Rossano Astremo, Alcìde Pierantozzi), tenendo sempre d’occhio la produzione letteraria di Mario Desiati che nel 2004 con la raccolta di liriche “Le luci gialle della contraerea” offrì alla scuola un nuovo input: l’integrazione dei linguaggi. “Metamorfosi della parola” fu il nome scelto per il nuovo progetto che, partendo proprio dalla produzione poetica di Desiati, sviluppava un percorso visivo che si tradusse nell’allestimento di una mostra ospitata al Palazzo Ducale e al “Fondo Verri” a Lecce. Correva l’anno 2007.  L’Aula Magna della scuola conserva traccia di quell’esperienza, sulle sue pareti, infatti, spiccano le trasposizioni grafiche realizzate dagli studenti e ispirate alle poesie di Desiati. 
Ma veniamo all’oggi. “Il libro dell’amore proibito” (Mondadori) è uscito due mesi fa e a Martina Franca sarà presentato questo 27 dicembre. Con l’ironia scherzosa che lo contraddistingue, Desiati ha annunciato che la presentazione avverrà rigorosamente “in dialetto martinese”. E, non sarebbe una cattiva idea. Anzi. Non c’è infatti elemento che meglio del dialetto permette di penetrare lo spirito di un territorio, il suo umore, le sue tendenze, i suoi moti interiori. Una presentazione in dialetto martinese di un romanzo, ambientato a Martina Franca,  che rispetto ai precedenti libri (“Foto di classe- U uagnon se n’asciot”, “Il paese delle spose infelici” e “Ternitti”) ha meno espressioni dialettali, sarebbe un esperimento interessante: permetterebbe di sdoganare in ambito culturale una prassi, quella delle presentazioni dei libri, più vivace e coinvolgente, veicolando un aspetto  fondamentale:  quello della finzione legata alla costruzione dei personaggi. In questo modo scopriremmo qualcosa in più di Francesco detto Veleno, il tredicenne introverso e insicuro che s’innamora della propria insegnante di educazione tecnica Donatella Telesca e degli altri personaggi presenti nel romanzo.
Il nucleo de “Il libro dell’amore proibito” non è un tema che ci sorprende. Tutt’altro: la letteratura pullula di storie d’amore fra personaggi divisi da questioni legate all’età. Ma, come Desiati stesso ha spiegato nel corso della prima presentazione avvenuta a Locorotondo, “Il libro dell’amore proibito è nato male: in realtà io avevo progettato una serie di racconti legati dal tema dell’amore non convenzionale…” Il seguito ce lo mettiamo noi: il mondo editoriale spinge nella direzione commerciale, i racconti non si vendono e allora… Allora prendiamo il meglio di questo romanzo di Desiati. Prendiamo l’empatia che riesce a creare con i lettori che hanno la stessa età o giù di lì di Veleno, prendiamo le riflessioni che sollecita. 
Ne abbiamo raccolte alcune, provenienti appunto dalla quarta dell’Istituto “Motolese”, ve le proponiamo.
Vanessa Amico: «Del romanzo mi ha colpito questo passaggio: “Può succedere che si somigli al proprio nome con il passare degli anni, che nei nomi si articoli una biografia”. Le esperienze, le conquiste, le sconfitte che nel tempo viviamo costruiscono la nostra identità, però non riusciamo mai a capire fino in fondo chi siamo e finiamo per credere che la risposta sia contenuta nel nostro nome».
Emanuele Caramia ci dice: «Del romanzo mi ha colpito questa frase: “La timidezza è una malattia. Ha sintomi feroci”. Mi sono riconosciuto nel protagonista, Veleno. Noi adolescenti, al di là delle apparenze, siamo timidi e viviamo questa timidezza come una malattia».
Maria Pia Miali: «”L’amore è una cosa che non si vieta”. E’ così che dice Veleno a Donatella quando sa che le loro vite si sarebbero divise.  Veleno è un sognatore, che coltiva un amore indissolubile che va oltre i pregiudizi, i malintesi e le dicerie della gente. Veleno è la dimostrazione che tutti abbiamo il diritto di amare e di essere amati e che sono gli amori impossibili quelli che rimangono dentro».
Sara Nessa: «“E’ saggio il silenzio”. Ritroviamo spesso nelle pagine del romanzo questo elemento, il silenzio appunto, soprattutto nella seconda parte, quella che vede il protagonista giunto alla maturità che incontra il suo amore così proibito e desiderato, così vero da non riuscire  a farlo parlare. Si ritrova così a biascicare qualche parola, con il cuore in tumulto, per poi ricadere nel silenzio apparentemente imbarazzante, ma significativo; così significativo da far trasparire le emozioni, da mettere in risalto il motivo del cuore, riuscendo a scandire magicamente il tempo, i battiti, incorniciando un momento che si ricorderà come un momento perfetto».
Antonella Palmisano: «Io penso che lo scrittore abbia voluto far capire ai lettori che ogni tipo d’amore è possibile. Anche quando c’è differenza d’età e tutti sono contro e ci disprezzano. Mi hanno colpito nel romanzo le lettere che Francesco Veleno scriveva da solo immaginando che fossero scritte da Donatella».
Marzia Prete: «Il libro mi è piaciuto molto, in fondo il proibito piace a tutti. Anche Adamo ed Eva, annoiandosi nel Paradiso, mangiarono il frutto proibito. Il proibito fa parte di noi. Ciò che non incontra ostacoli non dà piacere. Ciò che è proibito infiamma».
------------------------------------------------------------------------------------------
 
“La via nera di pietra lavica sale verso il porticato, sulla sinistra uno spigolo di calce bianca sorvegliato da un lampione di ferro battuto. La porticina somiglia a una bocca e la facciata a un tetragono monolite dll’Isola di Pasqua. Varcato l’ingresso della chiesa, nella navata spicca la sobria solennità dei semplici: stucchi, noce e incenso. I banchi smaltati scintillano, l’altare di pietra d’Apricena acceca, un pulpito di legno nasconde una scaletta. Percorrendola si arriva alla postazione dell’organo elettrico. La chiesa è dedicata all’Addolorata.” 
Da “Il libro dell’amore proibito” – Mario Desiati, pag. 11
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor