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Priorità /CENTRO STORICO O PERIFERIA?

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

10
GEN
2014
Proposte concrete arricchiscono il dibattito sulla parte più antica e maltenuta della città. Alle promesse non mantenute si contrappone l’azione spontanea di cittadini che vogliono valorizzare questo nucleo urbano
 
 
Dopo l’articolo di Piero Marinò pubblicato sul numero della scorsa settimana (vedi anche pag. 5), continua la presa di posizione della nostra testata affinché si crei un dibattito propositivo e non fine a se stesso sulla valorizzazione del centro storico. Questa settimana, in ideale continuità con quello di Marinò, pubblichiamo un intervento del Comitato per il centro storico.
  
Conosciuto ed apprezzato a livello internazionale il centro storico di Martina è il vanto del paese, è la meta dei turisti stranieri, il patrimonio ereditato da quanti hanno operato, e bene, soprattutto nel cosiddetto “secolo d'oro”.
Questo scrigno ricco di arte barocca e rococò, questo “oggetto prezioso”, gioiello di famiglia, è divenuto, paradossalmente, un fardello, un gingillo di cui non si sa bene quale uso fare.
Abbandonato da gran parte della popolazione, dalle banche e dalle farmacie, privo di scuole e di ufficio di polizia locale, non appetibile per i commercianti, il centro storico è ridotto a sede di 'struscio' nel tratto che va dall'arco di san Martino al bar Tripoli. 
Tutto il resto è... noia. Anzi: non esiste.
Il centro storico, il cuore del paese, oggi è periferia, sempre meno frequentato dai martinesi. Poco amato.
Eppure in campagna elettorale tutti i partiti, nei propri programmi, avevano inserito e previsto attenzione  per il cuore antico del paese:  da chi (La Destra) aveva programmato “un controllo delle aree del centro storico” e “luce, pulizia stradale, pulizia dei muri dalle scritta vandaliche, intonaci, deposito spazzatura, fioriere alle balconate”, a chi (Io Sud) prevedeva “piano dei servizi, piano delle facciate, piano delle insegne e regolamento degli interventi edilizi, riduzione IMU per le residenze stabili e creazione di una rete wi – fi”. Il PD aveva progettato di creare “un regolamento del centro  storico, degli ambiti e degli immobili di valenza storica” per una “rivitalizzazione del centro storico attraverso un'azione urbanistica che definisca la centralità di questo patrimonio rispetto all'intero sistema urbano anche con piano delle facciate, piano delle insegne e incentivi per i residenti stabili”. 
A oggi si può dire che troppo poco è stato  fatto di quello che era stato sbandierato. A eccezione di alcune lodevoli iniziative (“Chiostri aperti”, utilizzo di casa Cappellari) intraprese dall'assessore Scialpi, non si può citare molto altro. Quello che manca, soprattutto, è un progetto chiaro, una visione d'assieme che miri al recupero e alla valorizzazione di questo nucleo di pregevoli manufatti artistici.
Comprensibili quindi, le lamentele avanzate da coloro che abitano nella parte antica del paese e che sono state rappresentate dai comitati sorti spontaneamente nell'ultimo anno.
Nelle ultime settimane si sono tenuti alcuni incontri, presso la sede dell'associazione “Voglia di Martina”, del comitato voluto e presieduto da Mario Motolese, che hanno delineato un vero e proprio “cahier de doléances”.
I cittadini lamentano la mancanza di parcheggi. Si chiede che lungo le vie dell'antica cinta muraria siano riservati degli spazi per i residenti all'interno del paese. Non appare, questo, un provvedimento impopolare, né ingiustificato. Qualcuno ha proposto, anche, dei parcheggi sotterranei (in Piazza Mario Pagano).
La pulizia sistematica delle strade può essere effettuata con un mezzo, adeguatamente attrezzato, idoneo a svolgere questa funzione anche nei vicoli  e nelle strade più anguste.
Il centro storico ha bisogno impellente di una presenza stabile della polizia locale. E' un segnale importante da dare alla popolazione.
Occorre facilitare la permanenza nel centro antico attraverso agevolazioni fiscali (raccolta rifiuti, IMU, etc.).
E' auspicabile il recupero di case in disuso da affidare a cooperative di giovani disposti ad operare nel e per il centro storico.
Manca un regolamento che indichi dei criteri relativi a ristrutturazioni, uso dei materiali appropriati.
Occorre dotare il centro antico di una farmacia, di plessi scolastici (sia pure con poche classi), di un ufficio postale adeguato.
Un'attenzione particolare va data anche al Palazzo Ducale: così come si intende, giustamente, procedere alla ristrutturazione di alcuni ambienti, del lastrico solare, si abbia il coraggio di abbattere le palme (reminiscenze di una lontana politica coloniale), gli abeti e la magnolia che, cresciuti a dismisura, impediscono di ammirare frontalmente la prestigiosa sede della famiglia Caracciolo. Abbattere degli alberi è sempre un'operazione difficile e poco piacevole, ma in questo caso  si rende necessaria. Il Palazzo Ducale, ormai, può essere visto tutto intero, solo stando ai suoi angoli laterali, ma non è il modo migliore per fruire di questa costruzione seicentesca.
 
Queste sono solo alcune delle misure possibili, ma tanto altro si può fare se si intende davvero affrontare, in maniera sistematica, il recupero e la rivitalizzazione della città angioina. 
E' necessario riportare attività e gente, facilitare la permanenza dei residenti. Un'operazione inversa a quella voluta dal sindaco Alessandro Fighera, alla fine dell'Ottocento, il quale aveva la necessità opposta: far uscire da ambienti malsani, angusti, privi di servizi igienici, gran parte della popolazione che era addensata nella vecchia cinta muraria. 
Grande attesa si ripone, da parte della cittadinanza ancora impegnata su questa problematica, nell'Amministrazione Ancona che è chiamata a rispettare quanto promesso in campagna elettorale e a dimostrare di credere nelle potenzialità del nostro patrimonio artistico.
 
IL COMITATO PER IL CENTRO STORICO 
 


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