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Riconoscimenti LA MAGICA SCUOLA DI AMALIA

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

17
GEN
2014
Sostenere studenti e studentesse, valorizzare i talenti, incoraggiare l’impegno e la volontà di fare dello studio lo strumento per migliorarsi individualmente e contribuire alla crescita del Paese, sono azioni necessarie per contrastare la deriva fatalista, il pericoloso stereotipo dell’inutilità dello studio, molto diffuso fra i giovani, vittime innocenti di un ventennio devastante che ha radicalizzato la convinzione che “a farcela” sono i “furbi”, che la cultura in fondo non serve a nulla, che è il denaro l’unica forza che muove le sorti dell’umanità, che la scuola non è che la rotella  di un ingranaggio che perpetua le differenze, specchio di una società carica di contraddizioni, all’interno della quale per i giovani è sempre più difficile trovare una collocazione. Smontare tali paradigmi non è facile anche perché dal Governo non arrivano azioni concrete per il rilancio dell’istruzione pubblica, ma solo segnali, richiami simbolici che hanno effetti mediatici ma nessun impatto concreto nella realtà dei fatti. Anzi, i fatti nella scuola sono i tagli, la logica spietata dei numeri che penalizza quelle realtà più deboli che, invece, meriterebbero di essere rilanciate con azioni coraggiose e controcorrente. 
Coraggiosa, aperta al nuovo, appassionata del suo lavoro era Amalia Pizzigallo,  docente di Materie letterarie che sul finire degli anni ’60, scelse di trasferirsi dall’Istituto Tecnico Commerciale “Leonardo da Vinci” di Taranto a Martina Franca, per svolgere il ruolo di vicaria nelle sezioni staccate formatesi  negli anni del boom economico e che avrebbero poi fatto nascere quello che oggi è l’Istituto Professionale di Stato “Alfonso Motolese”, situato in Via Carmine. Ad Amalia Pizzigallo stavano molto a cuore le sorti degli alunni di quei corsi di studio che, spesso, pur dotati di notevoli capacità, non avevano alle spalle famiglie che li invogliassero a proseguire gli studi.  Alla scuola, sita in Via Fogazzaro, era annesso anche un asilo nido, istituito  per permettere alle alunne del Corso “Assistenti all’infanzia” l’effettuazione del tirocinio poiché a Martina, in quel tempo, non vi erano tali strutture educative; oggi, invece, grazie anche al ruolo di promozione svolto dall’Istituto Professionale “Alfonso Motolese”, ve ne sono ben cinque.
Questo ci racconta la professoressa Anna Magli, docente di Psicologia della Comunicazione, presso il “Motolese”: «Nell’a.s. 1976-77, quando io ho iniziato a insegnare in quella sede scolastica, ho avuto la prof.ssa Amalia come guida e ho avuto modo di apprezzarne le qualità umane e professionali. Tutto ruotava intorno a lei che, lungi dall’incutere timore, riusciva a creare un clima di serenità e di collaborazione spontanea, mai imposta. Grazie all’infaticabile e preziosa opera da lei svolta, quella piccola scuola ha avuto modo di crescere, di radicarsi nel territorio divenendo prima sede coordinata del “Lentini” di Mottola e poi sede autonoma,  trasformandosi in Istituto Professionale di Stato ”A. Motolese”, con molteplici indirizzi di studio».
Ma perché oggi parliamo di Amalia Pizzigallo? Perché nei giorni scorsi nell’Aula Magna dell’IPS “Motolese” si è svolta la consegna della borsa di studio a lei intitolata.
«La ricorrenza dell’attribuzione del Premio “Amalia Pizzigallo” – prosegue la prof.ssa Magli - risulta ogni anno quanto mai opportuna per permettere una riflessione sulla storia del nostro Istituto e per ripercorrere le tappe più significative che l’hanno caratterizzata. 
Occorre ripensare alle  proprie radici per progettare adeguatamente il futuro e in questa operazione  di recupero delle esperienze passate bisogna iniziare proprio da Amalia Pizzigallo. Infatti l’Istituto Professionale  a Martina in passato era indicato, spesso, come la “scuola di Amalia”.  Era una sede coordinata dell’Istituto Professionale Femminile “Cabrini” di Taranto, costituta da alcune classi dei Corsi di “Sartoria” e di “Assistenti all’infanzia”. 
Esempio di incessante desiderio di apprendere e di accrescere il proprio, pur vasto, sapere, la professoressa Amalia si preoccupava di inculcare nei suoi allievi l’idea che l’acquisizione di una cultura è uno dei valori più importanti della vita e, perciò, li spingeva sempre a proseguire gli studi.
Bene ha fatto, quindi il figlio, prof. Michele Conserva, a istituire questa borsa di studio in ricordo della madre quando, purtroppo, è venuta a mancare, e a riservarla agli studenti della scuola in cui ella, per tanti anni, ha profuso il suo impegno».
Tanti sono stati gli alunni che, a partire dal ’97, hanno ricevuto il Premio “Amalia Pizzigallo” e che si sono distinti frequentando i corsi dei Servizi Sociali, del Turismo nonché della Grafica, dopo l’accorpamento al “Motolese” della sede distaccata del “Don Milani”. Quest’anno per la prima volta la borsa di studio è stata assegnata a un’alunna dell’indirizzo dell’Abbigliamento e Moda, dal momento che anche la sede distaccata dell’”Archimede”, con i suoi corsi di Moda e Meccanica, è stata annessa all’Istituto “Motolese”. 
Si tratta dell’alunna Barbara Martucci, che ha riportato il massimo dei voti agli esami di Maturità e ha deciso di proseguire gli studi presso l’Accademia di Moda a Lecce.
Questo il profilo che i professori hanno tracciato di Barbara: «Ragazza esemplare, riservata, corretta e garbata nei modi di fare, ha saputo mettere a frutto ciò che i docenti le hanno elargito sul piano didattico riuscendo a far suo quanto studiato, con logica e metodo, nelle varie discipline. Ha evidenziato sin da subito predisposizione per le materie professionalizzanti, manifestando ottime capacità grafiche, pratiche ed operative che le hanno fatto conseguire a pieni voti la maturità e l’hanno  convinta a proseguire gli studi per accrescere i suoi saperi da un punto di vista professionale».
Dal fascicolo personale di Barbara inoltre risulta che, oltre ad avere riportato ottimi risultati nel profitto scolastico, ha cercato sempre di ampliare le sue conoscenze frequentando diversi corsi di Informatica e un corso sullo sviluppo del costume nel teatro e distinguendosi nell’ambito delle attività di stage, come si evince da un attestato rilasciatole “con gratitudine” dal sindaco Franco Palazzo, in cui si evidenzia l’ottima professionalità, l’estrema cortesia, la naturale eleganza dimostrata  svolgendo il ruolo di addetta all’accoglienza in occasione della cerimonia del 150° Anniversario del’Unità d’Italia promossa dal’Amministrazione Comunale il 17 marzo 2011 presso il teatro “Verdi” di Martina Franca.
«A lei vanno le nostre congratulazioni – ha concluso la prof.ssa Magli - e un particolare apprezzamento dal momento che ha invertito una tendenza:  negli ultimi due anni, infatti, si era verificato nel nostro Istituto il preoccupante fenomeno di alunni che, pur essendosi maturati con 100/100,  avevano deciso di non proseguire gli studi, mostrando, così, di non credere più  in quel valore del continuo accrescimento delle conoscenze tanto caro ad Amalia Pizzigallo».
Queste le parole di Barbara sulla sua personale esperienza: «Per me la scuola è stata determinante sia dal punto di vista culturale che sociale: mi ha insegnato a crescere, molte volte mi ha aiutato a superare le difficoltà adolescenziali, soprattutto con l'appoggio degli insegnanti che oltre a farmi crescere culturalmente mi hanno fatto rafforzato. Io, come ogni ragazzo\a, a conclusione del primo ciclo di studio ero  davanti al dilemma di cosa fare da grande e che scuola scegliere, un liceo o un professionale, ho optato per il professionale perché mi sembrava una realtà più vicina al mondo del lavoro e quindi ho scelto di frequentare l’indirizzo Abbigliamento e Moda dell’istituto professionale. E oggi, terminato questo ciclo, sono molto sodisfatta della scelta fatta. Ai ragazzi che rifiutano lo studio  direi che, invece, è proprio la scuola, indipendentemente dalle materie, a essere un’esperienza fondamentale nella costruzione emotiva e professionale e di non arrendersi alle prime difficoltà».
 


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