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ExFadda/Nuove storie per antichi luoghi

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

28
FEB
2014
Come (ri)qualificare il territorio. La “sfida” di un gruppo di operatori culturali della provincia di Brindisi
 
Spesso capita di guardare quel che resta di grandi edifici dismessi con un pizzico di tristezza, immaginando l’alacre operosità che li ha caratterizzati un tempo e confrontandola con un presente fatto di ruderi. Ciò rende le esperienze di conversione e riqualificazione urbana preziose e, spesso, istruttive, come per l’ExFadda di San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi.
L’ExFadda, gestito da un gruppo di organizzazione locali che operano nell’ambito della comunicazione, della cultura e del sociale, (tra cui Sandei srl, Associazione Epifani Barbers, Associazione Magazzini Teatrali Dardagnam, Associazione Bendicò e le Stelle, Associazione Un Futuro a Sud e Associazione La Lanterna Magica) ha infatti una storia affascinante. L’ExFadda è nato nel luogo che ha ospitato lo stabilimento enologico Dentice di Frasso, immobile di grande pregio architettonico situato all’ingresso del centro abitato di San Vito dei Normanni. Il fabbricato fu realizzato ai primi del ‘900 dall’omonima famiglia allo scopo di costituire un opificio per la produzione vitivinicola a carattere regionale. L’edificio, che copre una superficie di circa 3.000 mq, si articola in tre corpi; la parte esterna, completamente recintata, si sviluppa su 15.000 mq. I due corpi di fabbrica principali presentano caratteristiche assolutamente peculiari: il primo, (circa 1.500 mq in muratura), ha 18 volte “a spigolo”, mentre il secondo (circa 1.000 mq) ha una copertura “a capriate” lignee di altissimo valore architettonico. 
Dopo che lo stabilimento è diventato di proprietà dello Stato, sono stati molteplici i tentativi di riutilizzo dello stesso, fino a quando, nel 2012, si è approdati agli investimenti per le politiche giovanili di Bollenti Spiriti, a cui si sono aggiunti il supporto del Comune di San Vito dei Normanni, raccolte fondi e investimenti privati. Ciò ha reso possibile il recupero dell’area che oggi, sotto il nome di ExFadda, dopo aver richiamato e attirato intelligenze da tutta la provincia, si propone come “contenitore culturale al servizio del territorio”, volendo costituire un aggregatore e catalizzatore di innovazione sociale per l’intera regione. Hanno scritto in proposito: «appena varcato l’ingresso ci rendiamo immediatamente conto di trovarci all’interno di un ganglio di creatività dove gli spazi che furono dedicati all’industria alimentare sono stati riutilizzati e ristrutturati con un’attenzione al riuso di materiali di scarto, sia di privati, sia di grosse fiere, come quella del Levante o della Biennale di Venezia. Un posto bello, dove il design e la cultura del riutilizzo dei materiali si sono fuse in una struttura aperta e accogliente, con un tasso di partecipazione importante». 
Le iniziative ospitate negli spazi dell’ExFadda sono molteplici, tra cui XFoto (laboratorio fotografico), XFarmer Market (mercato realizzato in collaborazione con Coldiretti e Fondazione Campagna Amica all’interno del quale i produttori agricoli vendono direttamente ai consumatori i propri prodotti), XF Teatro e Arti di Strada (luogo destinato alla formazione, produzione e allo spettacolo teatrale) e La Coccinella (centro ludico per bambini dai 6 ai 36 mesi).
Proprio in questi giorni, inoltre, apre i battenti XFood, ristorante che servirà i prodotti dell’orto biologico adiacente e il cui servizio in sala sarà affidato a ragazzi disabili, in un’ottica di inserimento sociale. Il progetto, realizzato in collaborazione con il Consorzio Nuvola, prevede il coinvolgimento di 32 soggetti , affiancati da un care-group, che supporta il disabile nel suo percorso di vita. In base alle abilità espresse dai ragazzi, questi verranno indirizzati nell’attività del ristorante o nella gestione degli agrumeti e frutteti per il confezionamento di composte e marmellate. Roberto Covolo, uno dei responsabili dell’ExFadda, ha dichiarato: «la regione Puglia ha messo a disposizione delle borse lavoro, e abbiamo avuto anche un buon rapporto con le altre istituzioni. I ragazzi stanno lavorando ora su un percorso formativo che li aiuti a individuare le attitudini che, al termine, ne porterà otto a lavorare nel ristorante. I restanti si divideranno nelle altre attività dell’ExFadda».
La chiave di volta di un progetto come ExFadda è rappresentata dal connubio tra gli investimenti istituzionali e il coinvolgimento degli attori locali, a cui è stata offerta l’opportunità di disporre di uno spazio efficacemente organizzato per dare corpo a idee e iniziative. In tal senso è stato fondamentale far sentire la comunità “padrona” di questo luogo, riuscendo nel delicato compito di trovare il proprio punto di equilibrio tra profit e no profit. Che sia questo il modello da imitare/replicare per segnare il riscatto del sud ponendo fine all’emigrazione di giovani menti?
 


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