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UN TESORO FIN TROPPO NASCOSTO

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

13
LUG
2012

 

Sapevate dell’esistenza di una biblioteca di eccezionale valore presente a Taranto? No? Bene, se avete una tesi da terminare, fateci un salto!
 
Vi ricordate di Marco, il ragazzo di 22 anni che aveva avuto a che dire con dei cordialissimi signori nella Biblioteca Civica di Crispiano, qualche tempo fa? Ebbene, questa storia riguarda un altro Marco e un’altra biblioteca. Diciamo che il sottoscritto ha davvero troppi amici con quel nome che vanno per biblioteche. Dopotutto, i veri amici non sono mai troppi, qualsiasi nome abbiano.
Il mio amico Marco Zeta (chiamiamolo così) è a un passo dal laurearsi. La sua tesi tratta di storia moderna e, nello specifico, parla della città di Taranto ai tempi dell’occupazione francese, tra il 1799 (anno della tentata Repubblica Partenopea) e il 1815 (quando terminano definitivamente i postumi napoleonici nella Penisola). La Taranto di Laclos e Capecelatro, per intenderci.
 Gli manca tanto così dal terminare questa benedetta tesi, che più che altro sembra un travaglio! Non riesce a trovare abbastanza materiale che riguardi da vicino la città di Taranto, perché fino a questo momento è riuscito solo a scartabellare documenti su documenti che trattano del Meridione in generale e che tangono Taranto solo di sfuggita. Mancano davvero poche pagine perché la tesi possa dirsi completa, ma anche così l’intero scritto non approfondisce troppo bene l’argomento cui fa riferimento il titolo, nonostante Marco abbia scavato da cima a fondo le biblioteche e gli archivi di tutta Taranto. Tutti meno uno.
Un giorno, il buon Marco mi chiama, poiché gli serve un ultima mano per rivedere la tesi (essendo il sottoscritto un apprendista editor). Ci incontriamo, rivediamo lo scritto e scherziamo su alcuni punti da correggere e sulla mia pignoleria estrema. Alla fine gli dico «Marco, ma qui si parla poco di Taranto. Parli di Milano, di Napoli, ma Taranto è poco approfondita.»
«Lo so, lo so,» mi fa lui, «anche il professore me l’ha detto. Ma qui non c’è nulla! Ho controllato ovunque, ma questo è il massimo che ho trovato! E sono andato fino a Bari…»
Prima che la discussione deragli verso la solita invettiva contro la Città e le sue pochezze che potremmo riassumere con il verso di dantesca memoria “Ahi, serva Taranto! di menefreghismo ostello”, lo fermo e gli dico che avrei cercato di aiutarlo. Provare a risolvere i problemi ai miei amici è il mio passatempo preferito. E, in tal caso, a venirmi incontro è quell’altro mio grande amico e maestro che è lo scrittore tarantino Massimo Castellana: ci sentiamo, gli pongo il problema e Massimo, che conosce Taranto come la sua libreria, mi domanda «E’ andato alla Biblioteca Dipartimentale?»; io rispondo di no e gli chiedo dove sia. Il giorno dopo, io e il buon Marco Zeta ci rechiamo a questa biblioteca di cui né io né lui sapevamo nulla.
Raggiungiamo viale Virgilio e voltiamo a destra poco prima di immetterci su viale Jonio, al primo semaforo. In pratica, ci addentriamo in una zona militare, di proprietà della Marina. «Ma ci faranno entrare?» si domanda l’amico mio. Ci fermiamo alla sbarra, che era già aperta, e io faccio all’addetto nel gabbiotto «Salve. Siamo due studenti. Potremmo consultare la biblioteca?»
«Prego!» fa l’addetto in tono cordiale. «Andate al palazzo C.»
Troviamo il palazzo C e, sorpresa delle sorprese, c’è un parcheggio enorme e tutto libero! Per uno studente che perde ore preziose a cercare un posto nei pressi dell’Acclavio è come trovare un’oasi nel deserto, e, dato il forte sole che quel giorno batteva sulla città, il paragone è più che azzeccato. Entriamo in questo edificio dall’aria un po’ vetusta e trasandata: i muri interni sono maculati dall’umido, segno che le pareti non vedono un bel pennello da almeno vent’anni. Veniamo accolti da un cucciolone peloso che sonnecchia nell’androne e incrociamo una signora che va via. Gli addetti ci vengono immediatamente incontro. Ci sono Sergio, Cinzia, Mimma, Emanuele, Vito e Salvatore e tutti ci propongono l’aiuto necessario: si mettono subito a disposizione per dare una mano a Marco, che pone il quesito, e subito ci si mette in moto. Si cerca nel sistema di archiviazione digitale, su un computer che va ancora con Windows ’98, e infatti, due minuti dopo, Manuele porta Marco agli schedari cartacei, dove sicuramente si sarebbero mossi più velocemente. Mimma e Cinzia rintracciano i libri e si siedono col buon Marco a ricercare informazioni con lui. Nel frattempo, Sergio, che coordina il lavoro, mi fa fare un giro turistico nella struttura. E rimango stupefatto dalla quantità di libri ivi contenuta! Scaffali su scaffali di volumi, alcuni anche molto antichi, risalenti al ‘700. La costruzione risale agli anni ’30, e, donazione dopo donazione, il suo contenuto si è arricchito in modo spropositato. Ora, qualcuno giustamente potrebbe pensare che una biblioteca dipartimentale della marina militare contenga esclusivamente volumi su sottomarini atomici e bollettini di guerra. Beh, diciamo che si può trovare anche roba su questi argomenti, ma la Biblioteca Dipartimentale di Taranto ha tutto! Romanzi, storia, geografia, linguistica italiana e straniera, diritto, economia, gastronomia e perfino sessualità! Sergio mi conduce alla parte opposta, dove è contenuta tutto ciò che rimane della Biblioteca Dipartimentale Napoletana, che fu chiusa. E anche qui, se possibile, si apre un mondo: c’è persino un’edizione dell’”Encyclopedia Britannica”! Questi ultimi volumi sono chiusi in teche dotate di reticoli e non è possibile leggere con facilità i titoli sulle costine, ma è indubbio che siano pezzi molto rari. Nell’emeroteca, poi, vi sono ancora degli scatoloni sigillati e promettono sorprese: la squadra ha già riportato alla luce volumi di saggistica sulla seconda guerra mondiale e dei cimeli giornalistici riguardanti Anna Fougez.
Ho proprio l’impressione che poco venga concesso alla struttura perché funzioni come si deve: si consideri che l’unico computer presente, come detto, è rimasto indietro di cinque sistemi operativi! Eppure basterebbe solo il desiderio di far funzionare come si deve la biblioteca: si pensi alla rivoluzione che l’ammiraglio Francesco Ricci ha apportato al Castello Aragonese, dando la possibilità ai giovani archeologi del territorio di lavorare e ai turisti di ammirare la storia della città racchiusa tra quei quattro torrioni. Se un altro ammiraglio dallo spirito filantropicamente e culturalmente acceso mettesse in moto un processo di ristrutturazione, la Biblioteca Dipartimentale potrebbe diventare un altro punto di riferimento non solo per gli studenti della città, ma anche per quelli della provincia e della regione stessa. Taranto ha mille e più tesori nascosti, e anche molto bene, che necessitano di essere recuperati, ma per far questo, è bene che le persone si ammantino di coraggio e voglia di fare, dimenticando per sempre quella mentalità del “cë më në futtë a mmè!”, che ha rovinato Taranto e il Sud e che vada a farsi benedire. Non si può costruire un futuro solido se non tuteliamo le vestigia del passato. E poiché parliamo di Taranto, parliamo di un grandioso passato. E il futuro di Taranto non sta nell’acciaio, ma nel mare e nella storia: due elementi che potrebbero dare ricchezza indicibile a tutti, in città, ma che si è preferito trascurare, quando non danneggiare del tutto, e penso ai nostri mitili (su un libro nella Biblioteca, quel giorno, ho letto che le nostre ostriche erano così grosse e polpose che re Murat dovette tagliarne una a fette per poterla mangiare) e penso all’Anfiteatro greco che giace sotto strati di cemento!
Torniamo alla nostra vicenduola: finita la visita, controllo se il mio amico ha terminato il suo lavoro. Nel mentre in cui lui infila libri e quaderni dello zaino (alcuni libri gli sono stati imprestati) mi dice «Devo andare subito a casa! Ho così tanto materiale, adesso, che devo riscrivere tutta la tesi!»
Com’è finita? Marco Zeta ha ottenuto il massimo della votazione finale per la tesi. Si è laureato e sta già pensando a come darsi da fare per mettere a frutto la sua intelligenza  per la Città dei Due Mari.    
 


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