MENU

Katundi Joni: Ci facciamo in quattro

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

13
LUG
2012

 

Quattro vite legate dalla profonda amicizia, quella di quando si cresce insieme, quella di quando si resta legati sempre, anche se lontani. Quattro amici, che insieme decidono di fare qualcosa per l'Africa e si fanno aiutare dall'arte
 
Oggi sento il bisogno di raccontarvi una storia, una di quelle che sembra appartenere a realtà così lontane da noi, da ciò che ormai il mondo occidentale quotidianamente ci presenta. Viviamo nell'epoca della corsa a ostacoli, di chi arriva prima, solo, senza la sua squadra.
Viviamo nel (e di) individualismo sfrenato e rincorriamo continuamente ciò che ci viene esplicitamente o implicitamente imposto. E alla fine, ci guardiamo alle nostre spalle e pensiamo di aver raggiunto la felicità. Ma di quale felicità stiamo parlando? O meglio cos'è la felicità? La domanda  non è tra le più facili ma invita alla riflessione e questo perché la storia di oggi è un esempio di come spesso questa felicità possa essere raggiunta mettendo a disposizione degli altri la propria vita e le proprie competenze. Parliamo di amicizia, passione, sensibilità, preparazione, e con questi primi elementi possiamo già dare il nome alla nostra storia: Katundi Joni for Africa.
Katundi Joni, nella lingua arcaica del piccolo paese della provincia di Taranto, San Marzano, significa “ paese nostro” ed è anche il nome dell'associazione di volontariato nata in Italia nell'agosto del 2011 dalla voglia di realizzare qualcosa di concreto. Quattro giovani amici hanno condiviso un'infanzia e una adolescenza nel paesino di provincia e per le vicissitudini della vita se ne sono allontanati, ma la forte amicizia li ha sempre tenuti uniti e decidono così di dare una svolta alla loro vita.
Barbara Chiloiro, presidente dell'associazione laureata in economia, lavora e vive a Madrid, Maria Cavallo, esperta di diritto è la vicepresidentessa, Tiziana Chiloiro, psicoterapeuta, insegnate ed esperta di psicologia vive e lavora a Roma e ricopre il ruolo di segretaria, e il quarto membro, vicesegretario, è Francesco Leo, esperto in scienze ambientali e in gestione dell'energia e del medio ambiente.
Queste le quattro personalità che al rientro da un viaggio di volontariato in Africa, esattamente in una missione nel cuore della Tanzania Zeneti, hanno deciso che il loro aiuto non poteva limitarsi ad un solo mese estivo e soprattutto hanno voluto combinare le loro competenze e le loro potenzialità  per trasformarle in qualcosa che fosse concreto nelle parti del mondo più povere, il tutto saldamente legato dal fattore primario di questa associazione: l'amicizia.
Il loro è un impegno che vuole intervenire in modo sostenibile attraverso la produzione di energia elettrica e il miglioramento della formazione culturale e pedagogica in queste zone. Parole chiave: educazione, sviluppo, inclusione e cooperazione, dove per educazione si intende il voler creare un reale scambio, un cammino attraverso la conoscenza accademica ed emotiva nella relazione tra l'insegnante e l'alunno affinché la scuola diventi un punto di riferimento per bambini e adulti. Il progetto inoltre prevede che tutti gli elementi siano strettamente legati, basti pensare che la generazione dell'elettricità includerebbe la necessità di utilizzare macchinari nuovi e nuove figure professionali e senza dubbio in seguito a questo sviluppo culturale ed economico si potrebbe arrivare alla piena partecipazione dei membri della stessa società. Ma se già quanto detto sembra abbastanza, abbiamo appena cominciato con la presentazione di un'associazione che nasce nel nostro territorio e che lo rende anche protagonista. I quattro amici, dopo aver fatto una serie di esperienze e conosciuto differenti culture, sono sempre più convinti che il mondo è ricco di persone e costumi e che viviamo tutti sotto lo stesso cielo e sotto le stesse stelle. Per diffondere questa idea di uguaglianza hanno realizzato “Hundres of faces in one soul”, un progetto che dalla galleria Dionis Bennasar a Madrid è arrivato a Taranto presso la galleria Rosso Contemporaneo in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita di “Cantine San Marzano” il 25 /26 e 28 giugno con l'esposizione finale presso la sede della cantine Mimesi il 30 giugno e 1 luglio. E' stato il risultato di un  incontro tra Katundi Joni for Africa e Creativi Primitivi, altra associazione italiana, nato  per cercare di diffondere il concetto di integrazione tra i popoli attraverso l'arte. In via Margherita, il  laboratorio ha visto la realizzazione di calchi umani da parte dell'artista e scultore contemporaneo Pancrazio Leonardo Di Padova. L'idea è stata ed è (perché l'evento è itinerante e le prossime tappe saranno Bergamo e Palma de Mallorca) quella di rendere ogni partecipante all'incontro vero protagonista attraverso la realizzazione di questo calco che è un'opera d'arte, al costo di 40 euro, che sono stati e che saranno devoluti all'associazione per il finanziamento dei progetti. L'artista è in questo caso un mezzo per mostrare la dualità presente in ogni essere umano. Calchi umani che esprimono il piacere di donare il proprio volto e il proprio contributo con un obbiettivo umanitario.
 A breve Pancrazio tornerà in Africa con gli altri amici e colleghi, e realizzerà con materiali che cercherà di  ricavare direttamente dal territorio, altri calchi alla gente del posto per scambiarli poi con quelli realizzati tra Taranto e Madrid. E da qui la fusione dei popoli tra l'arte e la sensibilità.
 
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor