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Minori e carcere/La vita ricomincia da una foto

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

9
MAG
2014
Sguardi fuori campo, cambiare punto di vista per “mettere a fuoco”. Trenta ragazzi ospitati dalla Comunità Pubblica di Lecce hanno realizzato i lavori in mostra nel capoluogo salentino
 
Il carcere è un’esperienza che scava una frattura profonda nella vita di chi lo attraversa, generando un prima e un dopo difficili da “saldare”,  tra i quali troppo spesso si produce un vero e proprio corto circuito. Ne deriva una situazione potenzialmente esplosiva, tanto più quando i diretti interessati sono minori, da qui il ruolo prioritario che (dovrebbe ) gioca(re) un robusto percorso di recupero e reinserimento. Da una parte l’attualità, dall’altra il senso comune mostrano però quanto sia complicato, in concreto, operare in questa direzione, soprattutto per la cronica insufficienza di risorse pubbliche dedicate. Tuttavia, dall’incontro tra creatività, motivazione e impegno possono fiorire buone prassi rare ma feconde, come la mostra fotografica “Sguardi fuori campo” in corso fino al 13 maggio a Lecce, presso le presso le Manifatture Knos. 
L’evento è stato realizzato dalla Comunità Pubblica per Minori di Lecce (che fa riferimento al Dipartimento Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia), e ha visto la partecipazione di partner come la Cooperativa Sociale Phoenix, l’Associazione Camera Oscura di Roma e l’Istituto Gestalt di Puglia.  La mostra è costituita  dai lavori (scatti, cianotipie e gigantografie cianografiche) realizzati  da una trentina di ragazzi che sono stati ospitati, in diversi periodi, dalla CPM del capoluogo salentino. L’esposizione rappresenta peraltro una tappa di un più articolato percorso didattico sperimentale, incentrato sullo studio delle tecniche fotografiche e di stampa e condotto da Andrea Mosso (esperto di tecniche antiche di stampa  e docente dell’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione integrata di Roma).
Nell’ambito dell’iniziativa si possono inoltre osservare dal vivo le macchine fotografiche artigianali forostenopeiche e i telai per la stampa creati dai ragazzi, come pure le immagini contenute nel calendario 2014 “Scatti emotivi”, anch’esso loro opera. Quest’ultimo ha offerto l’occasione di analizzare e rielaborare, mediante l’obiettivo,  i dettagli più suggestivi dell’ambiente circostante, traducendo in un secondo momento in parole le emozioni da cui le istantanee sono scaturite. Tra i destinatari dell’evento, un ruolo di particolare rilievo è riservato ai ragazzi delle scuole, affiancati durante la visione della mostra dagli stessi autori delle opere. Piccoli gruppi di alunni hanno inoltre l’opportunità di partecipare a laboratori fotografici che illustrano tutte le tappe del processo di creazione di un’immagine, a partire dal forostenopeico, per arrivare alla realizzazione di una stampa di piccolo e di grande formato.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, svoltasi il  6 maggio, si è tenuta una tavola rotonda  sul tema: “La mediazione artistica nella relazione d'aiuto: la fotografia”. L’appuntamento, che ha rappresentato l’occasione per promuovere un dibattito aperto e partecipato tra pubblico e addetti ai lavori, ha visto la partecipazione della dott.ssa Francesca Perrini (dirigente del Centro Giustizia Minorile Puglia di Bari), della dott.ssa Carmen Tessitore (assessore del Comune di Lecce per le Politiche Sociali, Politiche Educative, Pubblica Istruzione, Politiche delle Famiglia, Politiche di Genere), del prof. Alexander Lommatzsch, della dott.ssa Caterina Terzi (Istituto Gestalt di Puglia), del prof. Salvatore Colazzo (Università del Salento) e di Andrea Mosso. Durante la tavola rotonda è stato inoltre presentato il video “Sguardi fuori campo” (realizzato in collaborazione con Marc Van Put di Soft Video Lecce), che ripercorre il percorso compiuto dai ragazzi, a proposito del quale hanno scritto: «le immagini si collocano al crocevia di esperienze di vita difficili e di inaspettati talenti; di storie umane imbrattate e candidi vissuti di stupore e meraviglia svelati dallo scatto».
L’esperienza progettuale culminata con “Sguardi fuori campo” nasce quindi dalla volontà di sviluppare, in parallelo, abilità relazionali e competenze tecniche in ambito fotografico, consentendo ai ragazzi di compiere una “decodifica alternativa” della realtà. In proposito hanno infatti scritto: «possibile chiave di interpretazione dei lavori esposti è la riflessione sul concetto di identità, declinato in alcune delle sue molteplici sfaccettature. Ritratti di persone nella loro singolare quotidianità, attraverso le vie di un piccolo paese del Salento, istantanee di incontri casuali scattate utilizzando delle macchine fotografiche ricavate da scatole di biscotti, strumenti rudimentali quanto efficaci di una ricerca-azione che indaga il nesso tra identità personale e contesto socio-relazionali. Performance di corpi in divenire impressi su carta cianografica, sotto lo sguardo incuriosito dei passanti nella cornice della Villa Comunale di Lecce, evidenze di colore ciano che costruiscono un ponte tra identità e percezione corporea in un’età in cui ritmicamente risuona un interrogativo: quale immagine abbiamo e quale vogliamo rimandare del nostro corpo e di noi stessi? Cianotipie realizzate con l’uso di macchine forostenopeiche costruite per l’occasione dai ragazzi nel laboratorio di falegnameria, che immortalano millenari ulivi del Salento, individuando simboli che tra passato e presente rappresentano inequivocabilmente l’identità di un territorio; testimonianze lignee autorevoli e vitali, capaci di infondere con semplicità e immediatezza il rispetto per la natura».
Guardarsi è quindi l’azione da cui ripartire per creare nuovi e più robusti fili che ancorino al luogo in cui si vive e alla comunità che lo popola. “Uscire da sé stessi” quale condizione imprescindibile per dare inizio a una nuova stagione della vita, trovando un nuovo senso e una differente direzione per i propri passi. 
 


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