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PAROLE CHE CONTANO

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

13
GIU
2014
C come Calcio:nella settimana dei Mondiali anche le librerie reali e virtuali propongono letture sullo sport più amato e discusso  nel mondo. 
 
Solange Cavalcanti
COMPAGNI DI STADIO
Negli anni bui e silenziosi della lunga dittatura militare brasiliana, una squadra di calcio ispirò un’intera nazione e contribuì al ritorno della democrazia e della libertà. Questa è la storia dell’ingenua Comune, repubblica democratica o incredibile soviet calcistico, che fiorì e prosperò in Brasile nello Sport Club Corinthians Paulista tra il 1981 e il 1985. In questo stesso club il destino riunì un dirigente sociologo, un terzino sindacalista, un centravanti ribelle e un attaccante dal nome di filosofo, Sòcrates, laureato in medicina. A loro si unirono un geniale pubblicitario, i compagni di gioco, di lotta, di vita, di stadio e il popolo brasiliano. Genio e sregolatezza, Sòcrates è diventato il simbolo di un calcio impegnato, amato in patria e nel mondo, protagonista di una delle vicende sportive e politiche più importanti ed emozionanti della storia contemporanea. Una storia che è già leggenda. 
 
Giancarlo Liviano D’Arcangelo
GLORIA AGLI EROI DEL MONDO DI SOGNO
E’ nuovamente un saggio,  in cui ricordi intimi e privati si intrecciano a partite che hanno segnato epoche e trasformazioni collettive, il nuovo sforzo di Giancarlo Liviano D’Arcangelo che dedica allo spettacolo agonistico più seguito al mondo pagine intense, non nostalgiche ma che alludono al sogno di veder giocare sul campo due ingredienti ormai scomparsi: genio e fantasia, umanità e originalità. Segnalandovi questo testo, riportiamo un passaggio: “Il calcio, per mutuare un azzeccatissimo termine del mondo dei videogiochi, è lo sport con il più alto coefficiente di free roaming. Il protagonista assoluto, cioè il pallone, sia per la grandezza del campo da gioco, sia per l’ingerenza delle condizioni ambientali, sia per l’alto numero degli interpreti e per l’incredibile mutevolezza, in gara, delle loro condizioni psicofisiche, e in ultima istanza per la grande importanza della casualità, è mosso da regole e fattori del tutto ingovernabili. Nessuna nostalgia è credibile dunque. Se non per un unico motivo: la progressiva scomparsa, dal gioco, del genio e della fantasia.”
 
Lorenzo Iervolino
UN GIORNO TRISTE COSI’ FELICE
Anche Lorenzo Iervolino ha dedicato a Sòcrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira un volume corposo e fitto, ricostruendo la voce di un uomo dal cuore grande “come una sala da ballo”, visitando le città in cui è cresciuto e si è affermato, parlando con i suoi familiari, gli ex compagni di squadra e gli amici di una vita. Senza trascurare l’amara esperienza italiana, ripercorsa attraverso le testimonianze di coloro che a  Firenze lo hanno amato ma anche criticato. Un viaggio tra invenzione letteraria e reportage narrativo alla scoperta di un campione che amava la birra al pari della conoscenza, ma odiava ogni forma di gerarchia. E che non ha mai rinunciato a concepire la vita come un inatteso e seducente colpo di tacco. Sòcrates, filosofo, medico, rivoluzionario, è passato alla storia  come uno degli interpreti più originali del calcio, vissuto e praticato più per divertimento che professione. 
 
 
 
 
 
AA.VV
LA PARTITA DI PALLONE – STORIE DI CALCIO
Sono ben 27  i “convocati” di una vera e propria antologia tutta centrata sul calcio da Vladimir Dimitrijevic ad Edmondo Berselli, passando tra Vasco Ptratolini, Stefano Benni, Nick Hornby, Mario Soldati, Maurizio De Giovanni, Paolo Di Stefano, Valerio Magrelli, per citarne solo alcuni. Tutti con precisione e pathos, con comicità o invenzione visionaria, con nostalgia o rabbia, ci raccontano calcio e calciatori. Scrittori di diversa provenienza geografica e ideale, ma tutti di grande presenza e potenza narrativa o sportiva o giornalistica, che toccano una varietà di punti di vista:  l’epica dell’attimo fatale di fronte alla vittoria o alla sconfitta, il romanticismo del genio solitario, il tifo puro e nobile, lontano da campanilismi e nazionalismi, la memoria di come il calcio entra nel cuore,  i miti, le metafore, i sogni. Tutti questi punti di vista dimostrano come la letteratura sportiva, quand’è intensa, non è mai sul calcio, ma quasi sempre letteratura del calcio. 
 
Antonio Gurrado
HO VISTO MARADONA
“E’ una storia di calcio, politica, sesso e sfogliatelle.” A scriverlo nel suo blog che si chiama “Candido”,  è l’autore stesso, Antonio Gurrado, nato in Puglia nel 1980, residente a Pavia dove lavora, collaborando al quotidiano “Il Foglio” e al settimanale “tempi”. Stagione 1989-90, Napoli e Milan si contendono lo scudetto. Nello stesso anno quattro amici napoletani, Gringo, Mozzarella, Anatomia e il Milanese, affrontano la maturità liceale.  I primi tre praticano il culto neopagano di Maradona e il fatalismo partenopeo tutto sole, mare, cielo e tiriamo a campare. Il Milanese, essendo comunista, tifa per la squadra di Berlusconi e Sacchi, ideale realizzazione di meritocrazia e collettivismo, contrapposto all’individualismo incarnato da Maradona. L’amicizia si rompe quando il Milan perde lo scudetto, a vantaggio del Napoli. Contro il Milanese si schierano Mozzarella e Anatomia,  troppo ossessionati rispettivamente da cibo e sesso per voler cambiare le cose. La storia troverà il suo finale quattro anni dopo. 
 
Francesca Serafini
DI CALCIO NON SI PARLA
Dulcis in fundo, chiudiamo questa nostra rubrica di segnalazioni con un’autrice, Francesca Serafini,  che con il suo “Di calcio non si parla” (Bompiani) lega il successo che tale sport riscuote in tutto il mondo alla “condotta ondivaga dell’animo umano”, alla sua “inclinazione a rispondere a impulsi contrastanti di volta in volta con l’istinto o con la ragione”. E’ lei stessa  che nelle prime pagine ci svela un aspetto del suo carattere: l’essere attratta dalle contraddizioni e dalle sfumature, rifiutando perciò le rigide teorie e le semplificazioni. “Mi colpisce – scrive in un passaggio molto bello – il bisogno disperato che ha l’animo umano di muoversi da un lato in territori conosciuti, regolati dall’abitudine e dall’analogia…e il desiderio, dall’altro, mosso da un misto di curiosità e timore, di ritrovarsi spiazzato e sorpreso – emozionato – da qualcosa che non era previsto…..mi convinco che molta della fortuna del calcio sia dovuta proprio al fatto che riesce a dare sintesi alla contraddizione rappresentata da queste due necessità.”
 


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